Samba

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Samba
Origini stilisticheBatucada, Samba de roda
Origini culturaliTradizioni musicali di varie etnie brasiliane
Strumenti tipiciPandeiro, Cuíca, Tamborim, Ganzá, Chitarra classica, Cavaquinho
PopolaritàIl genere ebbe origine in Brasile a fine anni '20 del 1900 e rimane tuttora uno dei più popolari generi musicali sud-americani
Generi derivati
Pagode, Bossa nova
Generi regionali
Categorie correlate
Gruppi musicali samba · Musicisti samba · Album samba · EP samba · Singoli samba · Album video samba

Il[1] samba è uno stile musicale e di danza originario del Brasile legato alle tradizioni afroamericane. Il nome "samba" e proviene probabilmente da semba, che nel dialetto angolano kimbundu significa "panciata", per il modo in cui si ballava.

Dopo la seconda guerra mondiale è diventato molto diffuso in Europa.

Il termine[modifica | modifica wikitesto]

Articolo del 1838 del giornale "O Carapuceiro", in cui appare per la prima volta la parola "samba"

La parola "samba" appare per la prima volta il 3 febbraio del 1838 nel giornale O Carapuceiro[2] in un articolo in cui venivano messi a confronto i gusti musicali dell'élite e del popolo. Nell'articolo Gusti stravaganti, scritto da frate Miguel do Sacramento Lopes Gama, si leggeva che la classe elitaria preferiva artisti come Rossini, con opere come Tancredi, La gazza ladra e Semiramide mentre il popolo era propenso ad ascoltare e ammirare il samba, musica più grossolana ma rappresentativa della popolazione nera.[3]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il samba si sviluppò come genere alternativo di musica all'inizio del XX secolo a Rio de Janeiro (allora capitale del Brasile) sotto la forte influenza degli afrobrasiliani immigrati dallo stato brasiliano di Bahia. La vera "scuola di samba" (escola de samba), Mine, è stata adottata dai più grandi gruppi di musica samba nel tentativo di prestare l'attenzione verso le prestazioni del samba; le città universitarie locali erano spesso luoghi di pratica e performance per questi musicisti.

L'origine del samba[modifica | modifica wikitesto]

Il samba trova la sua origine a Salvador di Bahia, il porto dove venivano sbarcati gli schiavi rapiti nell'Africa occidentale. Alla sua formazione contribuirono le tradizioni musicali di varie etnie africane, soprattutto yorubà e nagó; nel samba originario (baiano) troviamo miscelati i ritmi delle liturgie di varie divinità appartenenti alle religioni di vari popoli africani: jongo, catereté, batuque, baião e altri. L'origine del samba è legato alla formazione del candomblé, la religione sincretica afro-brasiliana che si formò in Bahia dall'incontro delle varie etnie che, sottoposte alla cristianizzazione forzata, furono costrette a nascondere le loro credenze nei simboli del cattolicesimo.

L'attrice brasiliana Carmen Miranda ha contribuito a diffondere il samba internazionalmente.

Significativamente nei testi del samba si ritrovano tali divinità e il poeta Vinícius de Moraes con il chitarrista Baden Powell rivendicarono tale origine scrivendo afro-samba dedicati agli dei del candomblé. Il termine samba sembra derivi da due parole africane: sam ("paga!") e ba ("ricevi!") . Il samba fu coltivato sui morros ("colli") dove gli emarginati costruivano le favelas in cui vivevano, ma divenne termine ufficiale per definire questo tipo di musica (con i suoi vari generi) nel 1917, quando venne inciso il primo disco.

Pelo Telefone (1917), di Donga (Ernesto dos Santos) e di Mauro Almeida (detto Peru dos pés frios cioè "Tacchino dai piedi freddi"), è considerato la prima registrazione di un samba. Il relativo successo ha trasportato il nuovo genere fuori dai ghetti neri. Il testo di Pelo Telefone parla del capo della polizia che manda a chiamare il sambista per calmare la confusione e l'agitazione del gioco d'azzardo jogo do bicho; ciò fa comprendere l'origine del samba come espressione umile, emarginata, accomunato alla delinquenza comune e comunque elemento di disturbo sociale. È singolare il fatto che allora la polizia, quando arrestava qualcuno per vagabondaggio o aspetto poco raccomandabile, controllasse se avesse callosità sui polpastrelli della mano sinistra; queste erano considerate sicuro indizio di reato poiché si trattava di suonatore di violão, dunque malandro o sambista.

A Rio il samba fu coltivato nella casa di Tia Ciata (Hilária Batista de Almeida) nella Praça Onze; Tia Ciata era una baiana trasferitasi a Rio, sacerdotessa del Candomblè, e la sua casa era il punto di incontro dei più famosi sambisti (Sinhô, Donga, Heitor dos Prazeres, Pixinguinha, Caninha, João da Baiana e altri). Il samba si insediò sui morros (colli) di Rio, dando vita alle famose escolas di samba, di cui la più famosa è quella della Mangueira, frequentata anche da Antônio Carlos Jobim, Luiz Bonfá, Chico Buarque de Hollanda, che le hanno dedicato molte musiche. Alla Mangueira appartengono anche il più grande sambista popolare, Angenor de Oliveira (più famoso come Cartola perché, essendo muratore, portava un cappello di carta), Nelson Sargento, Alcione, João Nogueira, Leci Brandão e molti altri grandi sambisti.

Il samba di Bahia ha trovato i suoi massimi interpreti in Dorival Caymmi, Wilson Simonal e Jorge Benjor, e poi in João Gilberto, che dal samba si spinge, insieme a Tom Jobim, fino alla bossa nova, una forma di samba molto raffinata che, grazie a Jobim, utilizza armonizzazioni molto complesse ricavate dalle tecniche semitonali del jazz. Fu esportato con successo in Europa da Tati Casoni.

Sottogeneri[modifica | modifica wikitesto]

A partire dal samba originale sono stati costruiti numerosi sottogeneri, più o meno recenti. Il samba ha egualmente influenzato molti generi a causa del suo ritmo particolare (ad esempio la bossa nova, a partire dal jazz). Gli stili principali sono:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ SAMBA: IL O LA? in "La grammatica italiana", su treccani.it. URL consultato il 12 aprile 2019 (archiviato dall'url originale il 12 aprile 2019).
  2. ^ Biblioteca Nazionale del Brasile, Giornale "O Carapuceiro", su memoria.bn.br.
  3. ^ Tribuna do Norte, Samba é tema do primeros Dialogos Criativos de 2011, su tribunadonorte.com.br.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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