RCW 45

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RCW 45
Regione H II
RCW 45
Dati osservativi
(epoca J2000)
CostellazioneVele
Ascensione retta10h 11m 48s[1]
Declinazione-56° 24′ 00″[1]
Coordinate galattichel = 282,1; b = -00,1[1]
Distanza21200[2] a.l.
(6500[2] pc)
Magnitudine apparente (V)-
Dimensione apparente (V)16' x 16'[3]
Caratteristiche fisiche
TipoRegione H II
Altre designazioni
Avedisova 2297[1]
Mappa di localizzazione
RCW 45
Categoria di regioni H II

Coordinate: Carta celeste 10h 11m 48s, -56° 24′ 00″

RCW 45 è una nebulosa a emissione visibile nella costellazione australe delle Vele.

Si osserva nella parte meridionale della costellazione, circa un grado a sudovest della stella J Velorum; è situata sul bordo occidentale della brillante regione dell'Arco della Carena, sul Braccio del Sagittario. La nebulosa risulta essere piuttosto debole ed è quindi fuori dalla portata di un binocolo, mentre può essere fotografata attraverso un telescopio. La sua declinazione è fortemente australe e ciò comporta che dalle regioni boreali la sua osservazione sia possibile solo a partire dalle regioni temperate più meridionali; dall'emisfero australe invece è osservabile per quasi tutte le notti dell'anno. Il periodo migliore per la sua osservazione nel cielo serale va da febbraio a giugno.

Secondo alcuni studi RCW 45 farebbe parte della medesima regione galattica della gran parte delle altre nubi visibili nelle vicinanze e appartenenti alla parte più prossima del Braccio del Sagittario, a una distanza di circa 2500 parsec (8150 anni luce). Nel catalogo Avedisova è indicata con la sigla 282.13-0.11 (Avedisova 2297) ed è ritenuta legata fisicamente all'ammasso aperto Loden 27[4] e alla sorgente di radiazione infrarossa IRAS 10101-5608.[5] Secondo altri studiosi tuttavia la distanza della nube sarebbe superiore, attorno ai 3200 parsec, e sarebbe associata alla nube molecolare gigante [GCB88] 3, delle dimensioni di circa 100 parsec e con una massa che si aggira attorno alle 2.250.000 M.[6]

Uno studio del 2000, per altro, ridiscute completamente la distanza di questa e della nube RCW 46: secondo gli autori, queste due nubi sarebbero situate entrambe a una distanza di almeno 6500 parsec e si troverebbero sul bordo orientale di una grande struttura a superbolla aperta (un chimney galattico) nota come GSH 277+0+36, il cui bordo occidentale è marcato dalla nube RCW 42; questa grande struttura si estende per oltre 1000 parsec a nord e a sud del piano galattico, possiede una larghezza di oltre 600 parsec e giace in una regione inter-braccio, ossia nello spazio compreso fra il Braccio del Sagittario, dove si sarebbe originata, e la parte terminale del Braccio di Perseo. Si ritiene che GSH 277+0+36 si sia formata a seguito dell'esplosione di più supernovae e successivamente, a causa della sua espansione, si sarebbe resa responsabile dell'innesco di fenomeni di formazione stellare nelle regioni limitrofe, fra le quali la stessa RCW 45. A breve distanza vi sarebbe anche una seconda struttura a chimney, denominata GSH 280+0+59, di dimensioni più modeste (circa 200 parsec di diametro) e nella norma rispetto alle altre strutture analoghe.[2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Simbad Query Result, su simbad.u-strasbg.fr. URL consultato il 23 settembre 2010.
  2. ^ a b c McClure-Griffiths, N. M.; Dickey, John M.; Gaensler, B. M.; Green, A. J.; Haynes, R. F.; Wieringa, M. H., Two Large H I Shells in the Outer Galaxy near L=279°, in The Astronomical Journal, vol. 119, n. 6, giugno 2000, pp. 2828-2842, DOI:10.1086/301413. URL consultato il 23 settembre 2010.
  3. ^ Rodgers, A. W.; Campbell, C. T.; Whiteoak, J. B., A catalogue of Hα-emission regions in the southern Milky Way, in Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, vol. 121, n. 1, 1960, pp. 103–110. URL consultato il 23 settembre 2010.
  4. ^ Avedisova, V. S., A Catalog of Star-Forming Regions in the Galaxy, in Astronomy Reports, vol. 46, n. 3, marzo 2002, pp. 193-205, DOI:10.1134/1.1463097. URL consultato il 23 settembre 2010.
  5. ^ Helou, George; Walker, D. W., Infrared astronomical satellite (IRAS) catalogs and atlases. Volume 7: The small scale structure catalog, in Infrared astronomical satellite (IRAS) catalogs and atlases, vol. 7, 1988, pp. 1-265. URL consultato il 23 settembre 2010.
  6. ^ Grabelsky, D. A.; Cohen, R. S.; Bronfman, L.; Thaddeus, P., Molecular clouds in the Carina arm - The largest objects, associated regions of star formation, and the Carina arm in the Galaxy, in Astrophysical Journal, Part 1, vol. 331, agosto 1988, pp. 181-196, DOI:10.1086/166548. URL consultato il 23 settembre 2010.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Tirion, Rappaport, Lovi, Uranometria 2000.0 - Volume II - The Southern Hemisphere to +6°, Richmond, Virginia, USA, Willmann-Bell, inc., 1987, ISBN 0-943396-15-8.
  • Tirion, Sinnott, Sky Atlas 2000.0 - Second Edition, Cambridge, USA, Cambridge University Press, 1998, ISBN 0-933346-90-5.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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