Sh2-66

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Sh2-66
Regione H II
Sh2-66
Dati osservativi
(epoca J2000)
CostellazioneAquila
Ascensione retta18h 45m :[1]
Declinazione-02° 00′ :[1]
Coordinate galattichel = 30,5; b = +00,4[1]
Distanza12320[2] a.l.
(3780[2] pc)
Magnitudine apparente (V)-
Dimensione apparente (V)8' x 8'
Caratteristiche fisiche
TipoRegione H II
Classe3 2 2[3]
Dimensioni19,2 a.l.
(5,9 pc)
Altre designazioni
RCW 176; LBN 91;[1] Avedisova 547
Mappa di localizzazione
Sh2-66
Categoria di regioni H II

Coordinate: Carta celeste 18h 45m 00s, -02° 00′ 00″

Sh2-66 (nota anche come RCW 176) è una nebulosa a emissione visibile nella costellazione dell'Aquila.

Si individua nella parte sudoccidentale della costellazione, circa 3° a NNW della stella α Scuti; si estende per circa 7 minuti d'arco in direzione di una regione della Via Lattea fortemente oscurata dalle nubi di polveri costituenti la Fenditura dell'Aquila. Il periodo più indicato per la sua osservazione nel cielo serale ricade fra giugno e novembre; trovandosi a soli 2° dall'equatore celeste, può essere osservata indistintamente da tutte le regioni popolate della Terra.

Si tratta di una regione H II situata probabilmente sul Braccio Scudo-Croce, alla distanza di quasi 3800 parsec (12300 anni luce); la responsabile della sua ionizzazione sarebbe una gigante blu di classe spettrale O9.5III, catalogata come LS IV -02 16.[4] La regione cui questa nebulosa appartiene è probabilmente un sito attivo di formazione stellare, come è evidenziato dalla presenza della sorgente di radiazione infrarossa IRAS 18427-0210[5] e dalla radiosorgente alle coordinate galattiche 30.460+00.412; secondo il catalogo Avedisova a questa regione sarebbe legata anche la nube molecolare SYCSW 744, individuabile alla lunghezza d'onda del CO.[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Simbad Query Result, su simbad.u-strasbg.fr. URL consultato l'11 settembre 2011.
  2. ^ a b Paladini, R.; Burigana, C.; Davies, R. D.; Maino, D.; Bersanelli, M.; Cappellini, B.; Platania, P.; Smoot, G., A radio catalog of Galactic HII regions for applications from decimeter to millimeter wavelengths, in Astronomy and Astrophysics, vol. 397, gennaio 2003, pp. 213-226, DOI:10.1051/0004-6361:20021466. URL consultato l'11 settembre 2011.
  3. ^ Sharpless, Stewart, A Catalogue of H II Regions., in Astrophysical Journal Supplement, vol. 4, dicembre 1959, p. 257, DOI:10.1086/190049. URL consultato l'11 settembre 2011.
  4. ^ Crampton, D.; Georgelin, Y. M.; Georgelin, Y. P., First optical detection of W51 and observations of new H II regions and exciting stars, in Astronomy and Astrophysics, vol. 66, n. 1-2, maggio 1978, pp. 1-11. URL consultato l'11 settembre 2011.
  5. ^ Helou, George; Walker, D. W., Infrared astronomical satellite (IRAS) catalogs and atlases. Volume 7: The small scale structure catalog, in Infrared astronomical satellite (IRAS) catalogs and atlases, vol. 7, 1988, pp. 1-265. URL consultato l'11 settembre 2011.
  6. ^ Avedisova, V. S., A Catalog of Star-Forming Regions in the Galaxy, in Astronomy Reports, vol. 46, n. 3, marzo 2002, pp. 193-205, DOI:10.1134/1.1463097. URL consultato l'11 settembre 2011.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Tirion, Rappaport, Lovi, Uranometria 2000.0 - Volume II - The Southern Hemisphere to +6°, Richmond, Virginia, USA, Willmann-Bell, inc., 1987, ISBN 0-943396-15-8.
  • Tirion, Sinnott, Sky Atlas 2000.0 - Second Edition, Cambridge, USA, Cambridge University Press, 1998, ISBN 0-933346-90-5.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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