Priacanthus arenatus

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Priacanthus arenatus
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Ramo Bilateria
Superphylum Deuterostomia
Phylum Chordata
Subphylum Vertebrata
Infraphylum Gnathostomata
Classe Actinopterygii
Ordine Perciformes
Sottordine Percoidei
Famiglia Priacanthidae
Genere Priacanthus
Specie P. arenatus
Nomenclatura binomiale
Priacanthus arenatus
Cuvier, 1829

Priacanthus arenatus (Cuvier, 1829) è un pesce osseo marino appartenente alla famiglia Priacanthidae[2]. È noto in italiano come catalufa[3] o catalufas[4] al pari di tutti i membri del genere Priacanthus.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Questa specie è diffusa nelle regioni tropicali e subtropicali dell'oceano Atlantico sia orientale che occidentale e può occasionalmente spingersi in zone fredde come il Canada[5] ma normalmente non è presente più a nord del Massachusetts[6]. È presente, raro, nel mar Mediterraneo e nel mar Nero[5]. La specie è stata scoperta nel Mediterraneo solo alla fine degli anni '70 con due catture in acque italiane: la prima nel golfo di Cagliari e la seconda a Capo Peloro in Sicilia[4].

Vive tra i 10 e i 200 metri ma più comunemente fa 15 e 100[5] e raggiunge la massima abbondanza a 30-50 metri[1]. Il suo habitat è costituito da fondi duri o corallini[4][5][6] in zone aperte ed è particolarmente presente sugli affioramenti rocciosi isolati della piattaforma continentale[1].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il corpo è ovale, alto e compresso lateralmente, gli occhi molto grandi e la bocca ampia, in posizione obliqua. Ha una pinna dorsale, lunga[4], con 10 raggi spiniformi[5] e una pinna anale di altezza maggiore della dorsale con tre raggi spiniformi allungati. La pinna caudale è quasi tronca, lievemente lunata. Il preopercolo ha una spina poco vistosa. Le scaglie sono piccole[4][6]. La colorazione è completamente rosso vivo con alcune macchiette brunastre sopra la linea laterale e sulla pinna anale. Le pinne ventrali sono grigie con punta scura e la pinna caudale è bordata di nero[4][6].

Misura fino a 50 centimetri di lunghezza, comunemente non supera i 35[5].

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Comportamento[modifica | modifica wikitesto]

È un animale territoriale ma talvolta forma piccoli banchi in cui gli individui sono ampiamente spaziati. Ha abitudini notturne ed è una specie timida e difficile da approcciare[1].

Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]

Predatore. Cattura svariati animali marini sia bentonici che planctonici come pesci, crostacei (gamberetti, anfipodi, misidacei e stomatopodi), molluschi cefalopodi[7] e anellidi policheti[1]. Si nutre principalmente di stadi giovanili più che di prede adulte[5].

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

I giovanili sono pelagici e sono catturati abbondantemente nel mar dei Caraibi tra la fine dell'inverno e la primavera. Le femmine con le uova sono catturate in settembre[1].

Predatori[modifica | modifica wikitesto]

Sono segnalati casi di predazione da parte del carangide Seriola dumerili e dello squalo Carcharhinus perezi[8].

Pesca[modifica | modifica wikitesto]

È considerato un pesce dalle carni ottime ma una pesca commerciale vera e propria dedicata a questa specie non esiste[1]. Viene pescata in piccole quantità come bycatch[1] con lenze, reti da posta e reti a strascico[4], specialmente nel golfo del Messico[1]. Ha provocato casi di ciguatera[5].

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

La Lista rossa IUCN classifica P. arenatus come specie "a rischio minimo". Sembra che le popolazioni giamaicane si siano rarefatte a causa della sovrapesca ma questa minaccia non viene considerata pericolosa per la specie a livello globale[1].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i j (EN) Priacanthus arenatus, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ (EN) Bailly, N. (2015), Priacanthus arenatus, in WoRMS (World Register of Marine Species).
  3. ^ Decreto Ministeriale n°19105 del 22 settembre 2017 - Denominazioni in lingua italiana delle specie ittiche di interesse commerciale, su politicheagricole.it.
  4. ^ a b c d e f g Francesco Costa, Atlante dei pesci dei mari italiani, Milano, Mursia, ISBN 8842510033.
  5. ^ a b c d e f g h (EN) Priacanthus arenatus, su FishBase. URL consultato il aprile 2021.
  6. ^ a b c d R. Myers E. Lieske, Collins Pocket Guide: Coral Reef Fishes - Indo-Pacific and Caribbean, Harper Collins Publishers, 1996, ISBN 0002199742.
  7. ^ (EN) Food items reported for Priacanthus arenatus, su FishBase. URL consultato il aprile 2021.
  8. ^ (EN) Predators reported for Priacanthus arenatus, su FishBase. URL consultato il aprile 2021.

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