Oratorio dei Santi Vito, Modesto, Crescenzia

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Voce principale: Casaloldo.
Oratorio dei Santi Vito, Modesto, Crescenzia
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLombardia
LocalitàCasaloldo
Coordinate45°16′33″N 10°27′30.6″E / 45.275833°N 10.4585°E45.275833; 10.4585
Religionecattolica
Diocesi Mantova
Stile architettonicoNeoclassico
Inizio costruzioneXVI secolo
CompletamentoXVI secolo

L'oratorio dei Santi Vito, Modesto, Crescenzia, o Madonna di San Vito, è un edificio religioso risalente al XVI secolo situato nel comune di Casaloldo, frazione di San Vito.
È curioso notare come la chiesa appartenga a Casaloldo, mentre l'abitazione annessa, con una fetta di terreno intorno, è di proprietà della parrocchia di Asola[1].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Da uno studio delle linee architettoniche, il piccolo tempio, in muratura, si può far risalire al XV secolo o al XVI[2]. Era già sicuramente esistente nel 1566[3].

Storicamente, riguardo alla giurisdizione ecclesiastica, l'oratorio campestre di San Vito nel 1566 era compreso nell'elenco degli oratori dipendenti dalla parrocchia di Castel Goffredo, come nel 1603 e nel 1654; successivamente scompare dalle pertinenze della parrocchia di Castel Goffredo per apparire in quelle della parrocchia di Casaloldo[4].

Sebbene la chiesetta sia intitolata a san Vito, a san Modesto e a santa Crescenzia, è nota soprattutto con il nome Madonna di San Vito: secondo la tradizione, infatti, la Madonna in questo luogo sarebbe apparsa a una bambina sordomuta, guarendola. Quando infuriava la seconda guerra mondiale, soprattutto negli anni 1944 e 1945, l'oratorio era meta continua di visite, rifugio sicuro per tanta gente, luogo di preghiera e di speranza[5]. L'oratorio è stato completamente rimaneggiato alla fine degli anni quaranta, forse perché fatiscente. Sono andati perduti la volta affrescata, il vecchio altare e la cinquecentesca statua della Madonna, in terracotta[6].

Architettura[modifica | modifica wikitesto]

L'oratorio di San Vito faceva forse parte di un ex lazzaretto. La facciata intonacata dalle linee semplici è coronata dal timpano e presenta un portale in marmo[7] sovrastato da un rosone, al cui fianco si trova un campanile, snello ed elegante, con monofore balaustrate.

L'interno dell'oratorio è a navata unica con soffitto a capanna; il presbiterio, a pianta rettangolare e più stretto della navata, è coperto da una volta a botte.[8]

Interno ed opere[modifica | modifica wikitesto]

L'interno della chiesetta conserva un altare in marmo con soasa lignea e dorata in stile barocco, una statua della Madonna in trono, una migliore nella piccola sagrestia del tardo Cinquecento, una copia – l'originale è stato trasferito nella chiesa parrocchiale di Casaloldo - di un quadro, antica pala d'altare, raffigurante la Madonna con i santi Carlo Borromeo, Vito, Modesto, Crescenzia, del XVII secolo, firmato G.B. e datato 1614.

Fra gli oggetti sacri, un delizioso calice del Cinquecento e una pietra tombale pavimentale con stemma della famiglia Gandolfini, che ricorda probabilmente gli antichi proprietari del fondo terriero su cui fu costruita la chiesa.[9]

Restauro[modifica | modifica wikitesto]

Negli anni novanta sono stati portati a termine interventi di restauro sia della chiesetta – a cura della parrocchia di Casaloldo - che della casa rurale annessa – a cura della parrocchia di Asola -. Quest'ultima è ora adibita a base scout AGESCI.

Per quanto riguarda la chiesa, dopo due lotti di lavori realizzati negli anni 1997 e seguenti, è stata sostituita una trave del tetto, è stata risanata la sagrestia, il presbiterio è stato adeguato alle ultime norme liturgiche, è stato messo a norma l'impianto elettrico; il tempio è stato inoltre dotato di un arredo decoroso – nuovi banchi, tinteggiatura dell'interno, quadretti per le stazioni della Via Crucis, nuovi mobili per la sagrestia -.[10] In seguito a questi interventi, lo stato di conservazione dell'oratorio può essere definito buono.

La chiesa è aperta al pubblico e visitabile in occasione di funzioni liturgiche di carattere mariano tenute dalla parrocchia di Casaloldo. La casa è gestita dagli scout.[11]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ CALENDARIO AVIS 1996, Oratorio San Vito. In realtà, intorno alla proprietà della chiesa e alla responsabilità della gestione della stessa vi è una vera e propria questione ancora aperta. Un primo tentativo di regolamentare la cosa mediante un contratto di comodato, esperito intorno al 1997, è andato fallito per alcune clausole che sembravano lesive dei diritti della frazione S. Vito di Casaloldo, che da anni si prende cura della manutenzione ordinaria e straordinaria della chiesetta. La Curia Vescovile di Mantova e il parroco di Asola stanno lavorando per predisporre un'altra piattaforma d'accordo, in modo da porre fine all'annoso problema. Cfr. Alberto Buoli, "Ancora… lavori in corso!!!", in Il nostro campanile, Natale 1997, p. 2.
  2. ^ Calendario AVIS di Casaloldo 1996, Oratorio di San Vito.
  3. ^ G. Cobelli, Il territorio di Casaloldo e la questione di San Vito nelle carte dell'Archivio Storico del Comune di Castel Goffredo, pp. 71-72, n. 5, in Casaloldo e la battaglia del 10 maggio 1509, a cura di M. Vignoli, Comune di Casaloldo – Publi Paolini, Mantova, 2009, pp. 69-78.
  4. ^ Cobelli in Vignoli, 2009, p. 71, n. 5.
  5. ^ Calendario AVIS, 1996.
  6. ^ In viaggio tra chiese ed oratori campestri. Castel Goffredo, Casaloldo, a cura di C. Bocchi e O. Catulini, Circolo didattico di Castel Goffredo - Gruppo San Luca - Publi Paolini, Mantova, 2002, p. 31, d'ora in poi Bocchi - Catulini 2002.
  7. ^ Sull'architrave compare l'iscrizione SACELLUM ANNO MCMXLIV AERE FIDELIUM CASTRI GIUFFRIDI IN HONOREM B.M.V. AD PACEM IMPETRANDAM RESTAURATUM, "La chiesetta in onore della Beata Vergine Maria è stata restaurata nell'anno 1944 con il denaro dei fedeli di Castel Goffredo per ottenere la pace".
  8. ^ Patrimonio artistico e culturale della parrocchia di Casaloldo, in Ecomuseo tra il Chiese, il Tartaro e l'Osone: terra dell'agro centuriato della Postumia Archiviato il 4 maggio 2014 in Internet Archive.; Bocchi - Catulini 2002, p. 31.
  9. ^ Calendario AVIS 1996; Bocchi - Catulini 2002. L'iscrizione sulla lapide recita OSSA GANDOLPHINORUM. Del resto la contrada di San Vito nei secoli XV-XVI era dimora quasi esclusivamente di persone con cognome Gandolfini: cfr. Cobelli in Vignoli 2009, p. 71 n. 4, p. 76 n. 16.
  10. ^ Alberto Buoli, Ancora… lavori in corso!!!, 1997.
  11. ^ PATRIMONIO PARROCCHIA Archiviato il 4 maggio 2014 in Internet Archive..

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • G. Cobelli, Il territorio di Casaloldo e la questione di San Vito nelle carte dell'Archivio Storico del Comune di Castel Goffredo, pp. 71–72, n. 5, in Casaloldo e la battaglia del 10 maggio 1509, a cura di M. Vignoli, Comune di Casaloldo – Publi Paolini, Mantova, 2009, pagg. 69-78.
  • F. Bonfiglio, Notizie storiche di Castel Goffredo, Nuova edizione a cura di G. Cobelli e M. Vignoli, Comune di Castel Goffredo–Editoriale Sometti, Mantova, 2005.
  • Calendario AVIS di Casaloldo 1996, Oratorio di San Vito.
  • In viaggio tra chiese ed oratori campestri. Castel Goffredo, Casaloldo, a cura di C. Bocchi e O. Catulini, Circolo didattico di Castel Goffredo - Gruppo San Luca - Publi Paolini, Mantova, 2002, p. 31.
  • Alberto Buoli, "Ancora… lavori in corso!!!", in Il nostro campanile, Parrocchia di Casaloldo, 1997.

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