Michele Angelo Balegno di Carpeneto

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Michele Angelo Balegno di Carpeneto
NascitaTorino, 11 maggio 1814
MorteSan Martino della Battaglia, 24 giugno 1859
Cause della mortecaduto in combattimento
Dati militari
Paese servito Regno di Sardegna
Forza armataArmata sarda
ArmaFanteria
GradoTenente colonnello
ComandantiEttore Perrone di San Martino
GuerrePrima guerra d'indipendenza
Guerra di Crimea
Seconda guerra d'indipendenza
BattaglieBattaglia di Novara
Battaglia di Palestro
Battaglia di San Martino
Decorazioni#Onorificenze
dati tratti da Vite degli italiani benemeriti della Libertà e della Patria[1]
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Michele Angelo Balegno di Carpeneto (Torino, 11 maggio 1814San Martino della Battaglia, 24 giugno 1859) è stato un militare italiano, insignito della Medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra d'indipendenza.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Torino l'11 maggio 1814, figlio di Luigi e di Regina Carutti di Cantogno.[2] Arruolatosi nell'Armata sarda, nell'agosto 1831 fu assegnato al Guardie del Corpo di Sua Maestà, transitando nel novembre[N 1] dello stesso anno in servizio nel 2º Reggimento fanteria in qualità di cadetto.[2] Trasformato successivamente nell'8º Reggimento della Brigata "Cuneo", il 12 aprile 1833 fu promosso sottotenente.[2] Trasferito nel 1841 al Corpo degli Invalidi e Veterani, divenne luogotenente nel 1842 e capitano nel 1846. Con lo scoppio della prima guerra d'indipendenza fu subito messo a disposizione del Governo provvisorio di Milano che lo assegnò alla Divisione Volontaria Lombarda agli ordini del generale Ettore Perrone di San Martino.[2] Rientrato in Piemonte dopo la firma dell'armistizio di Salasco, riprese servizio nell'esercito assegnato al 13º Reggimento della Brigata "Pinerolo".[2] Con la ripresa delle operazioni belliche nel 1849 partecipò alla battaglia di Novara con il grado di comandante di compagnia, venendo decorato con una Medaglia d'argento al valor militare.[1]

Maggiore nel 1851, con lo scoppio della guerra di Crimea partì al seguito del Corpo di spedizione del generale Alfonso La Marmora, partecipando alla operazioni belliche dal maggio 1855 al maggio 1856.[2] Decorato con la Legion d'onore e la Medaglia commemorativa inglese, allo scoppio della seconda guerra d'indipendenza comandava il I Battaglione del 13º Reggimento,[1] allora agli ordini del colonnello Davide Caminati.[1] Si distinse sulla Sesia, e poi nella battaglia di Palestro, ed a Vinzaglio.[2] L'8 giugno fu promosso luogotenente colonnello e nominato comandante del 14º Reggimento.[1] Il 24 giugno prese parte alla battaglia di San Martino, distinguendosi particolarmente nell'attacco alla cascina Controcania difesa dagli uomini del VII Corpo d'armata austro-ungarico del generale Ludwig von Benedek.[2] Sottoposto ad un intensissimo fuoco, il cavallo su cui montava venne ucciso, ed egli rimase ferito.[2] Continuò a combattere fino a che cadde ucciso da un colpo di fucile nemico.[1] La salma fu successivamente tumulata nel cimitero di Rivoltella.[1] Per onorarne il coraggio, con Regio Decreto 12 luglio 1859 fu insignito della Medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[N 2][2]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze italiane[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare alla memoria - nastrino per uniforme ordinaria
«Pel singolare impeto nell’attacco della Cascina Trecani (Controcania), pel sommo valore e sangue freddo dimostrati sotto il fuoco nemico nell’occupazione della medesima (morto)
— Regio Decreto 12 luglio 1859
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria

Onorificenze estere[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia britannica di Crimea (Gran Bretagna) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere della Legion d'onore (Francia) - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ In quel mese le Guardie del Corpo di Sua Maestà vennero soppresse.
  2. ^ In quella occasione anche suo fratello Placido fu decorato di Medaglia d'oro al valor militare a vivente.

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Val Ffrench Blake, The Crimean War, Barnsley, Pen & Sword Books Limited, 2006, ISBN 978-1-84415-449-4.
  • Mariano D'Ayala, Vite degli italiani benemeriti della Libertà e della Patria, Firenze, M. Cellini e C., 1868.
  • Vittorio Giglio, Il Risorgimento nelle sue fasi di guerra, Vol. I, Milano, Vallardi, 1948, ISBN non esistente.
  • Piero Pieri, Storia militare del Risorgimento, Torino, Einaudi, 1962, ISBN non esistente.
  • Società dei Reduci della Crimea, Ricordo della spedizione sarda in Oriente 1855-1856, Torino, Vincenzo Bona, 1884.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]