Max Martersteig

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Max Martersteig (Weimar, 11 febbraio 1853Colonia, 3 novembre 1926) è stato un attore teatrale, scrittore e direttore teatrale tedesco, considerato il "filosofo" tra i registi teatrali tedeschi[1].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Tomba di Max Martersteig al cimitero di Colonia

Max Martersteig fu il primo direttore del Teatro Comunale di Lipsia, oltre che uno dei pionieri del teatro come esperienza audio-visiva e non solo come trasmissione della riproduzione di un testo letterario;[2]proprio a tal fine Martersteig cercò negli anni che vanno dal 1912 al 1918 soluzioni sceniche innovative, antitradizionaliste,[3] nel suo periodo di Lipsia per recuperare il carattere artistico della rappresentazione teatrale.[2]

Dopo la morte del padre, Martersteig abbandonò la scuola secondaria all'età di quindici anni ed entrò nel mondo del lavoro, continuando a studiare nel tempo libero, così che all'età di diciannove anni si diplomò e si laureò come farmacista,[2][1] seguendo contemporaneamente le lezioni drammatiche dell'autore e attore teatrale Otto Devrient, dal quale ricevette una significativa un'influenza artistica.[1]

Martersteig si avvicinò al teatro nel marzo del 1873, dopo essere entrato a far parte di una compagnia teatrale e aver debuttato come attore recitando nella La pulzella d'Orleans, nel ruolo di re Carlo VII.[2][1]

Dopo questa sua esperienza positiva, decise di dedicarsi a tempo pieno al teatro, esibendosi dal 1874 al 1876 a Döbeln, Weimar, Magonza e Kassel.[2][1]

Come attore teatrale recitò prevalentemente su soggetti dei personaggi classici; le sue interpretazioni di Amleto e Narciso, testimoniarono il suo grande talento per la caratterizzazione.[1]

Importanti risultarono le sue sovrintendenze teatrali al Nationaltheater Mannheim dal 1885 al 1890, al Teatro Comunale di Riga dal 1890 al 1896,[1] a Colonia dal 1905 al 1911,[3][4] al Teatro Comunale di Lipsia dal 1912 al 1918,[5] che si caratterizzarono per la messinscena di classici,[3] con l'intento di esprimere il nucleo poetico, per l'adesione e il sostegno agli elementi neoromantici,[5] a quelli simbolici, a quelli impressionistici, per l'attività riformatrice del teatro accostabile al regista e drammaturgo austro-statunitense Max Reinhardt, al regista e produttore teatrale britannico Edward Gordon Craig, allo scrittore e drammaturgo austriaco Hugo von Hofmannsthal, o allo scenografo svizzero Adolphe Appia.[2]

A causa delle difficoltà economiche tedesche presenti dopo la prima guerra mondiale, Martersteig ebbe qualche problema nel proseguire la sua attività teatrale e nel 1921 ricevette dall'Università di Colonia, il dottorato onorario e insegnò all'Istituto di studi teatrali fino alla sua morte.[2]

Martersteig si dimostrò anche uno studioso del teatro, oltre che autore di drammi, mettendosi in evidenza con lo studio sull'attore e scrittore Pius Alexander Wolff, con il saggio L'attore, un problema artistico (Der Schauspieler, ein künstlerisches Problem, 1900),[1] con il saggio Il teatro tedesco dell'Ottocento (Das deutsche Theater im 19 Jahrhundert, 1904),[4] incentrato sull'approfondimento del fenomeno teatrale anche nel suo sostrato sociale e di costume.[5][3]

Pubblicazioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Nel padiglione (Im Pavillon, 1878);
  • Jelta u. Ruben (1881);
  • Dalla preistoria di Hesse (Aus Hessens Vorzeit, 1884);
  • Werner von Kuonefalk (1886);
  • L'attore, un problema artistico (Der Schauspieler, ein künstlerisches Problem, 1900);
  • Giovanni Segantini (1903);
  • Il teatro tedesco dell'Ottocento (Das deutsche Theater im 19 Jahrhundert, 1904);
  • Il libro della sera (Das Abendbuch, 1927).

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h (DE) Max Martersteig, su deutsche-biographie.de. URL consultato il 22 gennaio 2019.
  2. ^ a b c d e f g (DE) Max Martersteig, su saebi.isgv.de. URL consultato il 22 gennaio 2019.
  3. ^ a b c d Martersteig, Max, su sapere.it. URL consultato il 22 gennaio 2019.
  4. ^ a b Max Martersteig, su blia.it. URL consultato il 22 gennaio 2019.
  5. ^ a b c le muse, VII, Novara, De Agostini, 1966, p. 296.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (DE) Josef Abt, Johann Ralf Beines e Celia Körber-Leupold, Melaten – Kölner Gräber und Geschichte, Colonia, Greven, 1997.
  • Roberto Alonge, Teatro e spettacolo nel secondo Ottocento, Roma-Bari, Laterza, 1988.
  • Franca Angelini, Teatro e spettacolo nel primo Novecento, Roma-Bari, Laterza, 1988.
  • (DE) Rolf Badenhausen, Martersteig, Max, in Neue Deutsche Biographie (NDB), XVI, Berlino, Duncker & Humblot, 1990, p. 271.
  • (DE) Ludwig Eisenberg, Großes biographisches Lexikon der Deutschen Bühne im XIX. Jahrhundert, Lipsia, Verlag von Paul List, 1903.
  • (DE) Gertrud Eysoldt, Das schöne Muster unseres Erlebnisses. Briefe an Max Martersteig, Berlino, 2002.
  • (DE) Wolfgang Greiner, Max Martersteig, der Bühnenleiter und Schriftsteller, Emsdetten, 1938.
  • (DE) Rüdiger Schünemann-Steffen, Kölner Straßennamen-Lexikon, III, Colonia, Jörg-Rüshü-Selbstverlag, 2017.
  • (DE) E. L. Stahl, Das Mannheimer Nationaltheater, Mannheim, 1929.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN64803525 · ISNI (EN0000 0000 8389 3537 · LCCN (ENn89610844 · GND (DE118782207 · J9U (ENHE987007278259605171 · CONOR.SI (SL143319139 · WorldCat Identities (ENlccn-n89610844