Lucillo di Tarra

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Lucillo di Tarra (in greco antico: Λούκιλλος Ταρραῑος?, Loùkillos Tarraìos; Tarra, metà II secolo d.C. – fine II secolo d.C.) è stato un grammatico greco antico.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Lucillo (o Lucio, come le fonti a volte indicano) nacque, come informa Stefano di Bisanzio[1], a Tarra, città di Creta, da cui, per antonomasia, venne detto il Tarreo. Ebbe una scuola anche piuttosto importante, visto che due citazioni lo introducono con la formula "i discepoli di Lucillo" (riservata a grammatici di fama)[2].

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Delle opere di Lucillo rimangono frammenti. Uno dei suoi testi, accanto ai trattati di grammatica (Γραμματικά)[3], fu la Storia di Tessalonica, di cui abbiamo alcuni frammenti in Stefano di Bisanzio, probabilmente scritta perché in quella città Lucillo ebbe la sua scuola di retorica.

Di uno Hypomnema ("commentario") al poema di Apollonio Rodio abbiamo cinque menzioni negli scolii alle Argonautiche, che ci fanno intravedere come Lucillo si occupasse di commentare il poema dal punto di vista delle etimologie, del lessico geografico e, ovviamente, di lezioni testuali.

Ulteriori frammenti provengono dai 3 libri del Περί παροιμιῶν (Sui proverbi), in cui, oltre a distinguere tra apologo e proverbio in sede proemiale[4], riportava proverbi che aveva anche raccolto da testimonianze oraliː «quella che ne esce (...) è l'immagine di un paremiografo periegeta che trascrive le versioni locali su proverbi anche noti»[5].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ τ 34, s.v. "Τάρρα".
  2. ^ E. Lelli (a cura di), Proverbi, sentenze e massime di saggezza in Grecia e a Roma, Milano, Bompiani, 2021, p. 1568.
  3. ^ Ne resta un breve frammento in uno scolio a Dionisio Trace.
  4. ^ Fr. 1 Lelliː «Il proverbio differisce dalla favola in quanto la favola è un discorso che, nella trasposizione del racconto, attraverso animali e piante, si rivolge agli uomini, come dice Lucillo di Tarre nel primo libro Sui proverbi (...). La favola, insomma, è un proverbio esemplificato; il proverbio, invece, contiene un trasferimento di significati da soggetti importanti a umili, senza impiegare un racconto favolistico, e offrendo la possibilità di analogie con elementi esterni.»
  5. ^ E. Lelli (a cura di), Proverbi, sentenze e massime di saggezza in Grecia e a Roma, Milano, Bompiani, 2021, p. 1573.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • A. Linnenkugel, De Lucillo Tharreo epigrammatum poeta, grammatico, rhetore, Paderbornae 1926.
  • E. Lelli (a cura di), Proverbi, sentenze e massime di saggezza in Grecia e a Roma, Milano, Bompiani, 2021, pp. 1568-1573.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN78337360 · LCCN (ENno90011480