Liopleurodon

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Liopleurodon
Scheletro di L. ferox, al Museum of Paleontology, Tübingen
Stato di conservazione
Fossile
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Sauropsida
Ordine † Plesiosauria
Sottordine † Pliosauroidea
Famiglia † Pliosauridae
Genere Liopleurodon
Sauvage, 1873
Nomenclatura binomiale
† Liopleurodon ferox
Sauvage, 1873
Sinonimi
  • Ischyrodon ferox
  • Pliosaurus ferox
Specie
  • L. ferox
    Sauvage, 1873
  • L. pachydeirus
    (Seeley, 1869)

Il liopleurodonte (gen. Liopleurodon), il cui nome significa "dente dal bordo liscio", è un genere estinto di plesiosauro pliosauride di grandi dimensioni, vissuto nel Giurassico medio-superiore, circa 160-155 milioni di anni fa (Calloviano-Kimmeridgiano), nel mare che al tempo copriva gran parte dell'Europa. Questo animale era uno dei più grandi predatori del mare europeo del Giurassico. La specie più grande, L. ferox, poteva sfiorare i 9,5 metri di lunghezza.[1]

Il nome "Liopleurodon" (che significa "dente dal bordo liscio") deriva dal greco antico: λεῖος/Leios ossia "liscio", pleura ossia "laterale" o "bordo" e Odon che significa "dente".

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Liopleurodon era un grande plesiosauro facente parte della famiglia dei pliosauridi, caratterizzati da un robusto corpo cilindrico, coda corta, quattro pinne a pagaia, collo corto, muso lungo e robusto dotato di grandi denti. Le quattro forti pinne suggeriscono che il Liopleurodon fosse un nuotatore veloce e potente. Il suo moto mentre nuotava coinvolgeva tutte e quattro le pinne che venivano mosse in moto sincronizzato, caratteristico di tutti i plesiosauri. Tuttavia, nonostante questa locomozione non fornisca una propulsione particolarmente efficiente, fornisce una buona accelerazione, caratteristica desiderabile per un predatore in agguato.[2][3] Alcuni studi sul cranio hanno dimostrato che l'animale sarebbe stato in grado di scansionare l'acqua con le narici per accertare la fonte di certi odori.[4]

Dimensioni[modifica | modifica wikitesto]

Dimensioni di L. ferox, a confronto con un uomo

Liopleurodon ferox attirò l'attenzione del pubblico nel 1999, quando comparve in un episodio della serie televisiva BBC Nel mondo dei Dinosauri, dove venne descritto come un animale enorme, di ben 25 metri (82 ft) di lunghezza; tali dimensioni si basavano su resti molto frammentari, e vengono considerate come un'esagerazione per Liopleurodon,[5] tanto che stime di esemplari di 20 metri sono generalmente considerate dubbie.[6] Tuttavia, l'errore persistette anche nello spin-off BBC Mostri del Mare.

Stimare le dimensioni dei pliosauridi è difficile perché non si conosce molto della loro anatomia postcraniale. Il paleontologo L.B. Tarlo ha suggerito che la lunghezza totale del corpo può essere stimata dalla lunghezza del cranio, che tipicamente rappresenta un settimo dell'intero corpo. Applicando questo rapporto a L. ferox viene fuori che il più grande esemplare noto raggiungeva una lunghezza di poco più di 10 metri (33 piedi), mentre la lunghezza standard sarebbe compresa tra i 5 e i 7 metri (dai 16 ai 23 piedi).[5] La massa corporea è stata stimata da 1 a 1,7 tonnellate (2.200 e 3.700 libbre) per una lunghezza compresa tra i 4,8 e i 7 metri (16 e 23 piedi), rispettivamente.[7]

Tuttavia, una nuova ricerca su Kronosaurus[5] e il ritrovamento di uno scheletro completo di L. ferox mostrano che i loro crani erano in realtà circa un quinto della lunghezza totale del corpo,[1] il che suggerisce una lunghezza totale massima di 9,39 metri sulla base dell'esemplare NHM R3536, il più grande cranio noto di 1,54 metri di lunghezza totale.[8]

Classificazione[modifica | modifica wikitesto]

Denti di L. ferox
Litografia del cranio di L. ferox
Ricostruzione di Liopleurodon ferox sulla base dello studio di Newman e Tarlo (1967)

Il Liopleurodon appartiene alla famiglia dei Pliosauridae, un clade all'interno di Plesiosauria, risalente al Giurassico (con alcuni generi sopravvissuti fino al Cretaceo) e ritrovati in Europa e in Nord America.[7]

Liopleurodon rappresenta un taxon piuttosto basale del Giurassico medio. Le principali differenze tra questo taxon e i loro parenti dal Giurassico superiore comprendono un diverso numero di alveoli e dimensioni minori.[8]

Un'analisi del 2013 ha classificato Liopleurodon, Simolestes, Peloneustes, Pliosaurus, Gallardosaurus e i Brachaucheninae come Thalassophonea.[9]

Di seguito è riportato un cladogramma pubblicato nel 2011 dai paleontologi Hilary F. Ketchum e Roger BJ Benson;[10]


Pliosauroidea
Rhomaleosauridae

Anningasaura

"Plesiosaurus" macrocephalus

Archaeonectrus

Macroplata

Atychodracon

Eurycleidus

Rhomaleosaurus

Meyerasaurus

Maresaurus

Pliosauridae

Thalassiodracon

Hauffiosaurus

Attenborosaurus

BMNH R2439

Marmornectes

"Pliosaurus" andrewsi

OUMNH J.02247

Peloneustes

Simolestes

Liopleurodon

Pliosaurus

Megacephalosaurus[11]

Brachauchenius

Kronosaurus

Scoperta e specie[modifica | modifica wikitesto]

Diagramma del cranio di L. ferox

Il nome Liopleurodon fu coniato da Henri Émile Sauvage, nel 1873, sulla base di resti molto scarsi composti da tre denti di 70 millimetri (2¾ pollici). Un dente isolato, ritrovato nelle vicinanze di Boulogne-sur-Mer, Francia in strati risalenti al Calloviano, fu nominato Liopleurodon ferox, un altro dente proveniente da Charly, Francia, fu nominato Liopleurodon grossouvrei, mentre un terzo scoperto vicino a Caen, Francia, fu originariamente descritto come Poikilopleuron bucklandi, per poi venire rinominato da Sauvage come una nuova specie di Liopleurodon, L. bucklandi. Tuttavia, Sauvage non attribuì mai il genere a un particolare gruppo di rettili nelle sue descrizioni.[12]

I fossili di Liopleurodon sono stati ritrovati soprattutto in Inghilterra e in Francia, con alcune specie più recenti ritrovate in Russia. Alcuni esemplari fossili, coevi agli esemplari ritrovati in Inghilterra e in Francia e riferibili a Liopleurodon, sono stati ritrovati anche in Germania.[12]

Attualmente, ci sono solo due specie universalmente riconosciute all'interno del genere Liopleurodon: la specie tipo L. ferox dal Calloviano di Inghilterra e Francia; mentre sempre dal Calloviano d'Inghilterra vi è il più raro L. pachydeirus, descritto da Seeley come Pliosaurus (1869).[13] Solo la specie L. ferox è nota da scheletri più o meno completi.

Nella cultura di massa[modifica | modifica wikitesto]

Mandibola di Pliosaurus (un genere affine) accanto al quale è presente una ricostruzione di Liopleuredon, come appare nei documentari Nel mondo dei dinosauri e Mostri del mare

Il Liopleurodon attirò l'attenzione del pubblico per la prima volta nel 1999, quando comparve come "antagonista/coprotagonista" nell'episodio Mare crudele della serie televisiva BBC Nel mondo dei Dinosauri, dove viene mostrato come il superpredatore del suo tempo predando dinosauri vicini al mare (cattura uno sventurato Eustreptospondylus sulla scogliera a inizio episodio), squali, Ophtalmosaurus e altri esemplari della sua specie, per poi morire arenandosi su una spiaggia a causa di una tempesta. Tuttavia qui il Liopleurodon viene descritto come un animale enorme, di ben 25 metri (82 ft) di lunghezza e che poteva raggiungere un'età di cento anni; tali dimensioni si basano su resti molto frammentari, e vengono considerate come un'esagerazione per Liopleurodon, tanto che stime di esemplari di 20 metri sono generalmente considerate dubbie. Nel documentario comunque viene ammesso che tali dimensioni sono eccezionali anche per la sua specie, tuttavia l'errore persistette anche nello spin-off BBC Mostri del Mare;

L'animale fa anche alcune apparizioni in serie TV e documentari come la serie di fantascienza britannica Primeval;

Un "magico liopleurodonte" appare nel cartone animato demenziale "Charlie the unicorn", su YouTube;

Un Lioplerodon sopravvissuto all'estinzione è uno dei protagonisti del cartone animato Piuma il piccolo orsetto polare e l'isola misteriosa, dove viene erroneamente chiamato "pesce gigante".

Compare anche in un episodio della serie animata Primal.

L'animale appare in Jurassic World Evolution 2, nel gioco base, con un design da coccodrillo non molto accurato, tanto che nella punta delle pinne presenta degli artigli appuntiti, anche se le sue dimensioni sembrano corrette (è molto più piccolo del Mosasaurus del gioco, che è di quasi 30 metri).

Sempre nel franchise di Jurassic Park, compare nel videogioco Jurassic World: il gioco e come giocattolo nella linea di giocattoli Mattel di Jurassic World - Il dominio.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Leslie F. Noe, Jeff Liston e Mark Evans, The first relatively complete exoccipital-opisthotic from the braincase of the Callovian pliosaur, Liopleurodon, in Geological Magazine, vol. 140, n. 4, UK, Cambridge University Press, 2003, pp. 479-486, DOI:10.1017/S0016756803007829.
  2. ^ J. H. Long Jr, J. Schumacher, N. Livingston e M. Kemp, Four flippers or two? Tetrapodal swimming with an aquatic robot, in Bioinspir. & Biomim, vol. 1, 2006, pp. 20-29, DOI:10.1088/1748-3182/1/1/003.
  3. ^ Swimming Robot Tests Theories About Locomotion In Existing And Extinct Animals, ScienceDaily, 30 maggio 2006. URL consultato il 7 giugno 2009.
  4. ^ Carpenter, K. (1997). Comparative cranial anatomy of two North American Cretaceous plesiosaurs. Pp. 191-216, in: Callaway, J.M. and Nicholls, E.L. (eds.), Ancient Marine Reptiles. Academic Press.
  5. ^ a b c Richard Forrest, Liopleurodon, su The Plesiosaur Site, 20 novembre 2007. URL consultato il 7 giugno 2009 (archiviato dall'url originale il 22 gennaio 2009).
  6. ^ Copia archiviata, su dml.cmnh.org. URL consultato il 19 novembre 2016 (archiviato dall'url originale il 7 novembre 2015).
  7. ^ a b Colin Richard McHenry, Devourer of Gods: the palaeoecology of the Cretaceous pliosaur Kronosaurus queenslandicus (PDF), 2009, pp. 1-460.
  8. ^ a b RBJ Benson, Evans M, Smith AS, Sassoon J e Moore-Faye S, A Giant Pliosaurid Skull from the Late Jurassic of England, in PLoS ONE, vol. 8, n. 5, 2013, pp. 1-34, DOI:10.1371/journal.pone.0065989.
  9. ^ RBJ Benson e Druckenmiller PS, Faunal turnover of marine tetrapods during the Jurassic–Cretaceous transition, in Biological Reviews, 2013, DOI:10.1111/brv.12038.
  10. ^ Hilary F. Ketchum and Roger B. J. Benson, A new pliosaurid (Sauropterygia, Plesiosauria) from the Oxford Clay Formation (Middle Jurassic, Callovian) of England: evidence for a gracile, longirostrine grade of Early-Middle Jurassic pliosaurids, in Special Papers in Palaeontology, vol. 86, 2011, pp. 109-129, DOI:10.1111/j.1475-4983.2011.01083.x.
  11. ^ B. A. Schumacher, K. Carpenter e M. J. Everhart, A new Cretaceous Pliosaurid (Reptilia, Plesiosauria) from the Carlile Shale (middle Turonian) of Russell County, Kansas, in Journal of Vertebrate Paleontology, vol. 33, n. 3, 2013, p. 613, DOI:10.1080/02724634.2013.722576.
  12. ^ a b H.E. Sauvage, Notes sur les reptiles fossiles. 4. Du genre Liopleurodon Sauvage., in Bulletin de la société géologique de France, series 3, vol. 1, 1873, pp. 377-380. URL consultato il 19 novembre 2016 (archiviato dall'url originale il 17 gennaio 2015).
  13. ^ Seeley, H.G. (1869). Index to the Fossil remains of Aves, Ornithosauria, and Reptilia, from the Secondary System of Strata arranged in the Woodwardian Museum of the University of Cambridge.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Sauvage, H.E. (1873). Notes sur les Reptiles fossiles. Bulletin de la Société Géologiques de France, series 3, 4: 365-380.
  • Novozhilov, N.I. (1948). Two new pliosaurs from the Lower Volga Beds Provolzhe (Right bank of Volga). Doklandy Akadamie Nauk SSSR, Moscow, 60: 115-118.
  • Newman B., Tarlo L. B. (1967). A giant marine reptile from Bedforshire. Animals, 10(6):61–3.
  • Halstead, L. B. (1989). Plesiosaur locomotion. Journal of the Geological Society, London 146, 37-40.
  • Buchy, M.-C., Frey, E., Stinnesbeck, W. and López-Oliva, J.G. (2003). First occurrence of a gigantic pliosaurid plesiosaur in the late Jurassic (Kimmeridgian) of Mexico. Bulletin de la Société Géologique de France, 174(3): 271-278.
  • Long Jr, J. H., Schumacher, J., Livingston, N. and Kemp, M. (2006). Four flippers or two? Tetrapodal swimming with an aquatic robot. Bioinspir. & Biomim., 1: 20-29.

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