Laurie Penny

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Laurie Penny

Laurie Penny (Londra, 28 settembre 1986) è una giornalista e scrittrice britannica. I suoi articoli vengono pubblicati dal The Guardian e New Statesman. È autrice di tre libri che trattano di femminismo.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Laurie Penny è nata a Londra ed è figlia dell'avvocato Ray Barnett.[1] Vanta avi di origini irlandesi, ebrei e maltesi.[2][3][4] All'interno del suo sito, Laurie si è definita "la figlia atea di un cattolico non praticante e di un'ebrea non praticante".[5] È cresciuta a Brighton[6][7] e Lewes.[8] Penny ha frequentato l'istituto indipendente Brighton College.[9] Penny ha dichiarato di essere stata ricoverata in ospedale all'età di 17 anni a causa dell'anoressia, malattia che è poi è riuscita a sconfiggere.[10]

Penny ha studiato inglese presso il Wadham College ad Oxford, dove si è laureata nel 2008.[11] Mentre era studentessa è entrata a far parte e si è esibita insieme ad un gruppo burlesque. È inoltre apparsa in produzioni drammatiche amatoriali per la Oxford University Light Entertainment Society.[12][13] Dopo l'università ha frequentato a Londra la scuola di giornalismo.[14]

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Il blog di Laurie Penny, Penny Red, venne lanciato nel 2007[15] ed è stato candidato all'Orwell Prize nel 2010.[16] Penny ha cominciato la carriera giornalistica all'interno della rivista One in Four. In seguito ha svolto il lavoro di reporter e di vice direttore per la rivista di sinistra Morning Star. Ha comunque prodotto numerosi articoli poi pubblicati su altre testate.[17] Attualmente tiene una rubrica sul New Statesman e collabora regolarmente con il The Guardian.[18] Nell'aprile del 2011, Penny ha presentato su Channel 4 il programma Cashing In on Degrees. Oltre a ciò, è apparsa all'interno dei programmi satirici di attualità 10 O'Clock Live[19] e Two's Newsnight. Il 26 marzo 2012, Penny ha annunciato via Twitter di voler lasciare il New Statesman per un posto a tempo pieno all'Independent.[20] Nell'ottobre del 2012 ha però deciso di lasciare l'Independent e tornare al New Statesman come giornalista.[21]

Penny è autrice del testo 'Meat Market: Carne femminile sul banco del capitalismo (Settenove, 2013, ed. or. Zero Books, 2011) e Penny Red: Notes from a New Age of Dissent (Pluto Press, 2011).[7] In entrambe le pubblicazioni la Penny attacca il femminismo liberale che identifica nella "scelta del consumatore" offerto dal capitalismo come mezzo per l'emancipazione femminile.[22] Penny Red è stata candidata finale al premio Bread and Roses Award per le pubblicazioni radicali nel 2012. Unspeakable Things: Sex, Lies and Revolution è stato pubblicato nel 2014. In questo suo terzo libro, Penny ha rivelato di essere bisessuale. Poco tempo dopo quella dichiarazione, la Penny ha affermato di essere stata oggetto “di una marea di vili attacchi sessisti e antisemiti” in relazione al contenuto del libro.[23]

Penny è stata selezionata da Truthdig come "Truthdigger della settimana" per la settimana del 25 novembre 2011. Nel 2012, la rivista Tatler l'ha descritta come "una delle 100 persone che contano". Nell'ottobre 2012, The Daily Telegraph ha inserito Penny nell'elenco delle 55 persone inglesi di sinistra più influenti, riconoscendola come "senza dubbio la voce femminile più controversa del panorama della sinistra radicale”. Nell'aprile 2014, Penny è stata selezionata per entrare a far parte della Fondazione Nieman.[24]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Meat Market: Carne femminile sul banco del capitalismo (Settenove, 2013 - edizione originale Zero Books, 2011)
  • Penny Red: Notes from the New Age of Dissent (Pluto Press, 2011)
  • Discordia: Six Nights in Crisis Athens (Random House, 2012)
  • Unspeakable Things: Sex, Lies and Revolution (Bloomsbury Publishing, 2014)

Filmografia parziale[modifica | modifica wikitesto]

Sceneggiatrice[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Laurie Penny on the politics of the personal (From Herald Scotland), su heraldscotland.com. URL consultato il 5 novembre 2015.
  2. ^ Laurie Penny, Zionism, chauvinism and the nature of rape, su newstatesman.com, New Statesman, 12 settembre 2010. URL consultato il 16 maggio 2013.
  3. ^ Laurie Penny, Julie Burchill’s imperialist froth over Israel, su newstatesman.com, New Statesman, 13 febbraio 2011. URL consultato il 16 maggio 2013.
  4. ^ Laurie Penny, Twitter, su twitter.com, 19 giugno 2013.
  5. ^ DON’T BE A DICK: ON ATHEISM, CRUELTY AND KINDNESS, su laurie-penny.com. URL consultato il 30 giugno 2016 (archiviato dall'url originale il 24 giugno 2016).
  6. ^ Shut up, little girl, don't you know grown-ups are talking?, su pennyred.blogspot.com, Laurie Penny – via Penny Red blogspot, 16 novembre 2009. URL consultato il 13 aprile 2011.
  7. ^ a b Laurie Penny author profile at Zero Books, su zero-books.net, Zero books. URL consultato il 13 aprile 2011 (archiviato dall'url originale il 29 dicembre 2018).
  8. ^ So they burned Alex Salmond in my hometown, in New Statesman, London, 6 novembre 2014. URL consultato il 5 gennaio 2015.
  9. ^ Laurie Penny: Yes, Mr Gove, I enjoyed an expensive education, but I'm still not on your team, in The Independent, 11 maggio 2012. URL consultato l'8 gennaio 2015.
  10. ^ Life tastes better than skinny feels, su thisislondon.co.uk, London Evening Standard – Laurie Penny, 24 febbraio 2010. URL consultato il 13 aprile 2011 (archiviato dall'url originale il 3 marzo 2011).
  11. ^ David Conn, The jobless are no shirking scroungers – you try living on £65.45 a week, su guardian.co.uk, The Guardian, 30 aprile 2010. URL consultato il 4 luglio 2013.
  12. ^ Burlesque laid bare, London, Laurie Penny – via The Guardian, 15 maggio 2009. URL consultato il 16 aprile 2011.
  13. ^ Previous committees – 2006 social secretary (Wadham), su oules.lightentertainment.org, Oxford Light entertainment society. URL consultato il 16 aprile 2011.
  14. ^ Penny for your privilege?, su pennyred.blogspot.co.uk, Laurie Penny – via Penny Red blogspot, 21 febbraio 2010. URL consultato il 24 maggio 2014.
  15. ^ We have achieved preambulation. Bring me a sweetie-bag of amphetamines and the head of Margaret Thatcher., su pennyred.blogspot.com, Laurie Penny – via Penny Red blogspot, 23 settembre 2007. URL consultato il 13 aprile 2011.
  16. ^ Laurie Penny – Student Media Awards judge, in The Guardian, London, 11 marzo 2011. URL consultato il 13 aprile 2011.
  17. ^ Home page on "Penny Red", su pennyred.blogspot.com, Laurie Penny – via Penny Red blogspot. URL consultato il 13 aprile 2011.
  18. ^ Laurie Penny profile at The Guardian online, in The Guardian, London, 7 agosto 2009. URL consultato il 13 aprile 2011.
  19. ^ 10 O'Clock Live Episode 11 guest listing at Channel 4 online, su channel4.com, Channel 4, 31 marzo 2011. URL consultato il 13 aprile 2011.
  20. ^ Penny, Laurie "Laurie Penny (@PennyRed)", twitlonger, 26 March 2012.
  21. ^ "Laurie Penny rejoins the New Statesman", New Statesman (The Staggers blog), 10 October 2012.
  22. ^ Chocolate, Snuggles, and Straight Hair, review of Meat Market, su oxonianreview.org, Oxonian Review. URL consultato il 4 giugno 2011.
  23. ^ Unspeakable Things: Feminist author Laurie Penny subjected to 'vile sexist and anti-Semitic abuse' over her book The Independent, 21 July 2014.
  24. ^ Nieman Foundation announces the 77th class of Nieman Fellows Harvard, 30 April 2014.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN190346652 · ISNI (EN0000 0003 5652 9897 · Europeana agent/base/127468 · LCCN (ENno2011184597 · GND (DE1017069972 · BNE (ESXX5727108 (data) · J9U (ENHE987007318558305171 · WorldCat Identities (ENlccn-no2011184597