Laghman (gastronomia)

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Laghman
Un piatto di lag'mon uzbeko a Tashkent
Origini
Altri nomilagman, lag'mon, latiaozi
Luogo d'origineBandiera della Cina Cina
DiffusioneAsia centrale
Dettagli
Categoriaprimo piatto
Ingredienti principalinoodle, carne, brodo

I laghman (in kazako лағман?, laǵman; in uzbeco Лағмон?, lagʻmon; in uiguro لەڭمەن, lengmen; in kirghiso лагман?, lagman) sono dei noodle di grano tirati a mano cucinati con carne e verdure tipici della cucina cinese e centroasiatica.[1][2][3][4] In cinese sono noti col nome di latiaozi (拉条子)[5] o bànmiàn (拌面).[6]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Poiché le parole di origine turca non iniziano con la lettera "L", läghmän è un prestito linguistico dal cinese lamian e sembra essere un adattamento dei piatti di noodle dei cinesi Han,[5] ma il gusto e la preparazione sono peculiari uiguri.[5][7][8][9] È anche un piatto tradizionale dei popoli hui e dungani, tra i quali è noto con il nome di bànmiàn.

Questi noodle sono particolarmente popolari in Kazakistan e Kirghizistan,[10] dove sono considerati un piatto nazionale delle minoranze etniche uigure e dungane,[11] nonché in Russia, Uzbekistan,[12][13] Tagikistan, Turkmenistan, nell'Afghanistan nord-orientale e nel Pakistan settentrionale, dove vengono aggiunti i ceci. La cucina tatara di Crimea ha adottato questo piatto per via dell'influenza uzbeka.[14]

I laghman fanno generalmente parte di una zuppa speziata a base di montone, peperoni, pomodori e cipolle.[15] Si possono aggiungere anche melanzane, fagiolini e peperoncini.[16]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Mary Kate Tate e Nate Tate, Feeding the Dragon: A Culinary Travelogue Through China with Recipes, Andrews McMeel Publishing, 20 settembre 2011, p. 286, ISBN 978-1-4494-0848-0. URL consultato il 21 luglio 2022.
  2. ^ (EN) Lonely Planet, Daniel McCrohan e David Eimer, Lonely Planet Beijing, Lonely Planet Publications, 1º marzo 2015, p. 292, ISBN 978-1-74360-526-4. URL consultato il 21 luglio 2022.
  3. ^ (EN) Beyond the Great Wall: Recipes and Travels in the Other China, Artisan Books, 1º gennaio 2008, p. 135, ISBN 978-1-57965-301-9. URL consultato il 21 luglio 2022.
  4. ^ (EN) Rachel Harris, Singing the Village: Music, Memory and Ritual Among the Sibe of Xinjiang, OUP/British Academy, 23 dicembre 2004, p. 45, ISBN 978-0-19-726297-9. URL consultato il 21 luglio 2022.
  5. ^ a b c (EN) Ildikó Bellér-Hann, Situating the Uyghurs Between China and Central Asia, Ashgate Publishing, Ltd., 2007, p. 192, ISBN 978-0-7546-7041-4. URL consultato il 21 luglio 2022.
  6. ^ Uyghur Laghman | Introduction to a Tasty, Traditional Xinjiang Cuisine!, su Xinjiang: Far West China, 5 maggio 2020. URL consultato il 21 luglio 2022.
  7. ^ (EN) Inner Asia, White Horse Press for the Mongolia and Inner Asia Studies Unit at the University of Cambridge, 2000, p. 235. URL consultato il 21 luglio 2022.
  8. ^ (EN) Q. Edward Wang, Chopsticks: A Cultural and Culinary History, Cambridge University Press, 26 gennaio 2015, p. 55, ISBN 978-1-316-19436-2. URL consultato il 21 luglio 2022.
  9. ^ (EN) Andrea Lynn, Queens: A Culinary Passport: Exploring Ethnic Cuisine in New York City's Most Diverse Borough, St. Martin's Publishing Group, 30 settembre 2014, p. 81, ISBN 978-1-4668-5755-1. URL consultato il 21 luglio 2022.
  10. ^ (EN) MiMi Aye, Noodle!: 100 Amazing Authentic Recipes, A&C Black, 26 giugno 2014, p. 83, ISBN 978-1-4729-1061-5. URL consultato il 21 luglio 2022.
  11. ^ (EN) Kyrgyzstan Eats: A Dungan Feast in Naryn | Eurasianet, su eurasianet.org. URL consultato il 21 luglio 2022.
  12. ^ Узбекский лагман - Узбекская кухня - Кухни мира - Маршрут туриста, su www.marshrut-turista.ru. URL consultato il 21 luglio 2022.
  13. ^ (EN) Jen Lin-Liu, On the Noodle Road: From Beijing to Rome, with Love and Pasta, Penguin, 25 luglio 2013, p. 95, ISBN 978-1-101-61619-2. URL consultato il 21 luglio 2022.
  14. ^ (EN) Glenn Randall Mack, Glenn R. McNamara e Asele Surina, Food Culture in Russia and Central Asia, Greenwood Publishing Group, 2005, p. 12, ISBN 978-0-313-32773-5. URL consultato il 21 luglio 2022.
  15. ^ (EN) Bradley Mayhew e John King, Karakoram Highway, Lonely Planet, 1998, p. 87.
  16. ^ (EN) Judy Bonavia, The Silk Road: from Xi'an to Kashgar, Passport Books, 1993, p. 176.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]