Giorgio Bardanzellu

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Giorgio Bardanzellu

Deputato del Regno d'Italia
LegislaturaXXIX
Gruppo
parlamentare
Partito Nazionale Fascista
CircoscrizioneCollegio Unico Nazionale
Sito istituzionale

Deputato della Repubblica Italiana
LegislaturaII, III
Gruppo
parlamentare
Partito Nazionale Monarchico (Repubblica Italiana)
CircoscrizioneCagliari
Incarichi parlamentari
  • Componente della III commissione (Giustizia) (II legislatura)
  • Componente della commissione speciale per la ratifica dei decreti legislativi emanati dal governo durante il periodo della Costituente (II legislatura)
  • Componente della X commissione (Trasporti) (III legislatura)
  • Componente della commissione speciale per l'esame dei disegni di legge nn.60, 61 e 62, relativi ai bilanci dei tre ministeri finanziari per l'esercizio finanziario 1958-59(III legislatura)
  • Componente della commissione speciale per l'esame dei disegni di legge n. 1: "Autorizzazione all'esercizio provvisorio del Bilancio per l'anno finanziario 1958 - 1959 " e n. 12: "Provvidenze per la riparazione di danni provocati da avverse condizioni atmosferiche, nonché variazioni dello stato provvisorio dell'entrata per l'esercizio finanziario 1957 - 1958 " (III legislatura)
  • Componente della commissione parlamentare per il parere sulle norme delegate relative al riordinamento degli enti ed organi turistici nazionali, provinciali e locali (III legislatura)
  • Componente della commissione parlamentare d'inchiesta sulla costruzione dell'aeroporto di Fiumicino (III legislatura)
  • Componente della commissione parlamentare per il parere sulla nuova tariffa generale dei dazi doganali (III legislatura)
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoPartito Nazionale Fascista
Titolo di studiolaurea in giurisprudenza
Professioneavvocato

Giorgio Bardanzellu (Luras, 12 agosto 1888Roma, 11 ottobre 1974) è stato un ufficiale, avvocato e politico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Trasferitosi a Torino in giovane età, svolse attività pubblicistica e si laureò in giurisprudenza nel 1911. Successivamente entrò nella carriera militare (31 dicembre 1914) e, con l'ingresso dell'Italia nella prima guerra mondiale, fu nominato sottotenente di complemento nell'arma di fanteria. Incorporato nel reparto mitraglieri della Brigata Taro, si distinse per alcune azioni considerate eroiche nella difesa del Coni Zugna, così da meritare la medaglia d'argento al valor militare[1]. Successivamente partecipò alla Battaglia del Passo Buole (31 maggio 1916) e ad un'azione sul Monte Pertica (1917), dove guadagnò un'ulteriore medaglia al valore (di bronzo) e fu promosso sul campo al grado di capitano. Infine, fu ferito sul Monte Grappa, ove fu decorato con la Croce al merito di Guerra.

Collocato in congedo nel 1919, si dedicò alla professione di avvocato penalista, e, a Torino, aderì alla Lega Democratica per il rinnovamento della politica nazionale di Gaetano Salvemini, insieme a Piero Gobetti[2]. Dopo lo scioglimento di tale formazione, si presentò alle Elezioni politiche italiane del 1921, nelle liste dei Blocchi Nazionali, e risultò il primo dei non eletti a Torino.

Giorgio Bardanzellu prese la tessera del Partito Nazionale Fascista nell'agosto 1922. Nell'ottobre 1923 fu eletto Segretario del Fascio torinese, ma, nel dicembre successivo, la sua relazione fu clamorosamente bocciata e fu costretto a dimettersi[3].

Nel 1934 fu inserito nella lista unica per le elezioni alla Camera ed eletto deputato; nel 1935 fu riammesso nella riserva dell'Esercito italiano e promosso prima maggiore (1936) e poi tenente colonnello (1940). Nel 1939 non venne ricandidato al Parlamento in quanto - sostenne poi di fronte alla Commissione di epurazione - oppositore della politica della Segreteria del partito fascista, che riteneva troppo totalitaria[4]. Nel 1944 giurò fedeltà alla Repubblica Sociale Italiana, ma non rivestì alcuna carica politica; per tale motivo, nel 1945, fu completamente prosciolto dall'apposita Commissione, che appurò la sua estraneità a qualsiasi profitto del regime di Salò.

Nella II e III legislatura repubblicana, si presentò con il Partito Nazionale Monarchico e fu rieletto deputato. La sua proposta di limitare a 50 km/h la velocità dei veicoli nei centri abitati[5] fu recepita dal codice della strada del 1959. Il 23 marzo 1956, il Parlamento approvò la sua proposta di legge per la difesa della quercia da sughero. Contemporaneamente, riprese la sua attività pubblicistica per La Nuova Sardegna. Vice presidente (1958-63) del gruppo parlamentare monarchico, nel 1962 fu nominato da Umberto di Savoia, membro della Consulta dei Senatori del Regno[6].

La sua partecipazione alle elezioni politiche del 1963 e del 1968, nelle liste del PDIUM, non ebbe successo. Contrario alla fusione del partito monarchico con il Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale, preferì restar fuori da tale progetto e aderì ad Alleanza Monarchica.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Grande ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
— Val Lagarina 16 novembre 1916
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
— Monte Pertica 1º aprile 1919
Croce al merito di guerra - nastrino per uniforme ordinaria
— 13 luglio 1918
Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915 – 18 (4 anni di campagna) - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa dell'Unità d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa italiana della vittoria - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Medardo Riccio, Con i Lombardi in Val Lagarina, in: Il valore dei Sardi in Guerra, Tip. Ed. Moderna, Sassari, 1917.
  2. ^ L'Unità, 15 genn. 1920.
  3. ^ Emma Mana, Le origini del fascismo a Torino 1919-1926, in: Torino tra liberalismo e fascismo, Milano, 1937, pag. 264 e succ.ve.
  4. ^ Bollettino bibliografico e rassegna archivistica e di studi storici della Sardegna. Quaderni del Comitato di Cagliari dell'Istituto per la storia del Risorgimento italiano, n. 9, 1988, pp. 41-62
  5. ^ Atti Parlamentari, Camera dei Deputati, proposta di Legge n. 2355, 3 luglio 1956.
  6. ^ Aldo Pezzana, Gli uomini del Re. Il Senato durante e dopo il fascismo, Bastogi, Foggia, 2001.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giorgio Bardanzellu, Passo di Buole nel ricordo di un combattente, Roma, 1917.
  • Giorgio Bardanzellu, Pagine di guerra, Roma, Gatti, 1957.
  • Aldo Pezzana, Gli uomini del Re. Il Senato durante e dopo il fascismo, Foggia, Bastogi, 2001.
  • Medardo Riccio, Il valore dei Sardi in Guerra, Sassari, Tip. Ed. Moderna, 1917.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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