Fuyuzuki

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Fuyuzuki
Descrizione generale
TipoCacciatorpediniere
ClasseAkizuki
ProprietàMarina imperiale giapponese
Ordine1941
CantiereMaizuru
Impostazione8 maggio 1943
Varo20 gennaio 1944
Completamento25 maggio 1944
Destino finaleDanneggiato il 20 agosto 1945 da una mina, demolito nel 1948
Caratteristiche generali
Dislocamento2744 t
A pieno carico: 3759 t
Lunghezza134,22 m
Larghezza11,58 m
Pescaggio4,11 m
Propulsione3 caldaie Kampon e 2 turbine a ingranaggi a vapore Kampon; 2 alberi motore con elica (52000 shp)
Velocità33 nodi (62,7 km/h)
Autonomia8300 miglia a 18 nodi (15372 chilometri a 34,2 km/h)
Equipaggio290
Equipaggiamento
Sensori di bordoSonar Type 93
Radar Type 22
Armamento
Armamento
  • 8 cannoni Type 98 da 100 mm
  • 4 tubi lanciasiluri Type 92 da 610 mm
  • 15 cannoni Type 96 da 25 mm
  • 2 lanciabombe di profondità
Note
Dati riferiti all'entrata in servizio, tratti da:[1][2][3]
Fonti citate nel corpo del testo
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Il Fuyuzuki (冬月? lett. "Luna invernale")[4] è stato un cacciatorpediniere della Marina imperiale giapponese, ottava unità della classe Akizuki. Fu varato nel gennaio 1944 dall'arsenale di Maizuru.

Appartenente alla 41ª Divisione, per tutto il 1944 completò missioni di scorta a convogli e a unità militari maggiori tra i porti metropolitani e le basi rimaste in mano giapponese nel Sud-est asiatico e nel Pacifico occidentale. Potenziato nella contraerea, fu tra le navi schierate per l'estrema operazione Ten-Go (6-7 aprile 1945), dalla quale uscì con pochi danni. Al contrario, una mina lo mise fuori servizio poco dopo la resa del Giappone; non fu mai riparato e fu demolito nel 1948.

Servizio operativo[modifica | modifica wikitesto]

Costruzione[modifica | modifica wikitesto]

Il cacciatorpediniere Fuyuzuki fu ordinato nell'anno fiscale edito dal governo giapponese nel 1939. La sua chiglia fu impostata nel cantiere navale dell'arsenale di Maizuru l'8 maggio 1943 e il varo avvenne 20 gennaio 1944; fu completato il 25 maggio dello stesso anno.[5] Il comando fu affidato al capitano di corvetta Eiji Sakuma e la nave fu assegnata all'11ª Squadriglia cacciatorpediniere, dipendente dalla Flotta Combinata e demandata all'addestramento delle nuove unità in tempo di guerra.[6]

1944[modifica | modifica wikitesto]

Tra il 29 giugno e l'inizio di luglio il Fuyuzuki completò una missione di trasporto truppe da Yokosuka a Chichi-jima e, il 15, fu inserito assieme al gemello Shimotsuki nella 41ª Divisione, dipendente dalla 10ª Squadriglia della 3ª Flotta, la squadra di portaerei da battaglia della Marina imperiale. Continuò in ogni caso a operare da solo, salpando lo stesso giorno per recare reparti di fanteria all'isola di Okinawa; tornato a Yokosuka, rimase in alto mare tra il 29 luglio e il 4 agosto in funzione di sentinella ravvicinata per la portaerei Zuiho che, con il suo gruppo imbarcato, fornì copertura aerea a un convoglio diretto a Chichi-jima. Probabilmente seguitò a espletare missioni di questo tipo nelle settimane successive: il 12 ottobre, tuttavia, incassò un siluro dal sommergibile USS Trepang mentre accompagnava l'incrociatore leggero Oyodo da Yokosuka al Mare interno di Seto. L'ordigno esplose a prua e rese inservibile la torretta binata numero uno, sì che il Fuyuzuki dovette rimanere in riparazione a Kure tra il 14 ottobre e il 20 novembre; non poté pertanto partecipare alla battaglia del Golfo di Leyte.[6] In questo periodo il Fuyuzuki aggiunse un sesto e un settimo impianto triplo di pezzi automatici da 25 mm, ai lati della torre di comando.[7]

Intanto la 41ª Divisione aveva integrato il Suzutsuki ma aveva perso lo Shimotsuki, distrutto dall'attacco di un sommergibile statunitense; il reparto fu inoltre messo alle dipendenze della 2ª Squadriglia, 2ª Flotta. Il 23 novembre il Fuyuzuki e il gregario intrapresero una lunga missione di scorta alla portaerei Junyo: essa navigò sino a Manila, vi scaricò truppe e materiali, quindi fece una tappa alla base militare di Mako ai primi di dicembre dove si aggregò la nave da battaglia veloce Haruna. Il 9 tutte le unità arrivarono a Kure e, da allora, la 41ª Divisione rimase nel Mare interno di Seto, tra sessioni di addestramento e periodiche manutenzioni.[6]

1945[modifica | modifica wikitesto]

Il Fuyuzuki, in primo piano, spara con le torri di poppa ai velivoli americani il 7 aprile 1945; in secondo piano la Yamato, già duramente colpita, mostra un evidente appruamento

Ci furono pochi eventi salienti nella carriera del cacciatorpediniere tra il gennaio e il marzo 1945: un incaglio accidentale su un banco di sabbia al largo di Ōita il 31 gennaio, causa di alcuni danni alla carena che furono riparati in febbraio a Kure, e il passaggio del comando nelle mani del capitano di fregata Hirō Yamana il 1º marzo (divenuto capitano di vascello il 20).[6] In questo periodo un secondo radar Type 13 fu assicurato alla cima dell'albero tripode dietro la torre di comando e sul ponte di coperta furono sistemati venti Type 96 da 25 mm su affusti singoli.[7]

Il 1º aprile la 10ª Armata statunitense, appoggiata da una colossale flotta, effettuò un grande sbarco a Okinawa. La Marina imperiale organizzò pertanto una disperata sortita generale della molto indebolita 2ª Flotta, capeggiata dalla nave da battaglia Yamato: lo scopo dell'attacco era far arenare la corazzata e le navi che l'accompagnavano a Okinawa (l'incrociatore leggero Yahagi e otto cacciatorpediniere, compresa la 41ª Divisione) in modo tale da appoggiare la guarnigione con i cannoni di bordo. Sembra anche che ulteriore obiettivo fosse attirare quanto più possibile delle forze aeree imbarcate americane per sgombrare il campo a un pianificato, massiccio attacco kamikaze. La missione cominciò il 6 aprile e, nello schieramento della squadra, il Fuyuzuki e il Suzutsuki furono collocati al traverso della Yamato, al centro. Dopo poche ore la squadra giapponese fu localizzata da un sommergibile; la mattina del 7 aprile un ricognitore statunitense individuò con precisione le unità nipponiche, che allora si trovavano a sud di Sasebo.[8][9] Per diverse ore i gruppi imbarcati statunitensi si accanirono sulla squadra e il Fuyuzuki subì danni contenuti a causa di mitragliamenti e di alcuni razzi da 127 mm e l'equipaggio lamentò dodici morti, ma mantenne intatta la capacità operativa. Dopo il catastrofico affondamento della Yamato nel primo pomeriggio, recuperò i pochi sopravvissuti dell'equipaggio e lo stato maggiore della flotta, assumendo il comando; coordinò dunque le operazioni di salvataggio e prelevò l'equipaggio dell'immobile Kasumi, cui dette il colpo di grazia con i lanciasiluri. Infine, con lo Yukikaze e l'Hatsushimo, accompagnò il devastato Suzutsuki a Sasebo: qui furono fatti scendere i superstiti insieme ai dodici feriti del Fuyuzuki, che fu riparato nelle settimane successive. Il 1º giugno la 41ª Divisione fu riassegnata alla 31ª Squadriglia di scorta, che rispondeva direttamente alla Flotta Combinata, e il Fuyuzuki si spostò a Moji, dove espletò l'ultima parte del proprio servizio.[6]

Destino finale[modifica | modifica wikitesto]

Il 15 agosto 1945 l'Impero giapponese annunciò la propria capitolazione agli Alleati. Cinque giorni più tardi il Fuyuzuki colpì una mina nel porto di Moji con la poppa, che fu tranciata di netto dall'esplosione. Inutilizzabile, fu consegnato dall'equipaggio in questo stato alle autorità d'occupazione statunitensi, ad agosto o settembre, che provvidero a rimuovere ogni arma e attrezzatura militare; il 20 novembre successivo fu ufficialmente cancellato dalla lista del naviglio della Marina imperiale.[6]

Le fonti non sono concordi sulla partecipazione o meno del Fuyuzuki alla colossale opera di rimpatrio di militari e civili giapponesi, sparpagliati nella defunta Sfera di co-prosperità della Grande Asia orientale: una non ne fa cenno,[10] mentre una seconda dichiara che il cacciatorpediniere (presumibilmente riparato) fu assegnato a questo servizio dal 25 febbraio 1946.[2] L'unità non figurò neppure nelle liste di naviglio leggero che le potenze vincitrici si spartirono nel corso di quattro incontri, avvenuti al quartier generale dello SCAP, e non fu quindi ceduto a nessuna di esse. Nel luglio 1948 fu infine zavorrato e mandato a fondo appena fuori il porto di Moji, come frangiflutti.[11] Una fonte elettronica sostiene, al contrario, che quell'anno il Fuyuzuki fu avviato alla demolizione.[2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Stille 2013, Vol. 2, pp. 30, 32-34, 38.
  2. ^ a b c (EN) Materials of IJN (Vessels - Akizuki class Destroyers), su admiral31.world.coocan.jp. URL consultato il 19 ottobre 2020.
  3. ^ (EN) Akizuki destroyers (1942-1945), su navypedia.org. URL consultato il 19 ottobre 2020.
  4. ^ (EN) Japanese Ships Name, su combinedfleet.com. URL consultato il 19 ottobre 2020.
  5. ^ Stille 2013, Vol. 2, p. 32.
  6. ^ a b c d e f (EN) IJN Tabular Record of Movement: Fuyuzuki, su combinedfleet.com. URL consultato il 19 ottobre 2020.
  7. ^ a b Stille 2013, Vol. 2, pp. 33-34.
  8. ^ Paul S. Dull, A Battle History of the Imperial Japanese Navy, 1941-1945, Annapolis (MA), Naval Press Institute, 2007 [1978], pp. 333-334, ISBN 978-1-59114-219-5.
  9. ^ Bernard Millot, La Guerra del Pacifico, Milano, Biblioteca Universale Rizzoli, 2002 [1967], p. 910, ISBN 88-17-12881-3.
  10. ^ Dodson 2020, pp. 181, 296.
  11. ^ Dodson 2020, p. 296.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Aidan Dodson, Serena Cant, Spoils of War. The Fate of Enemy Fleets after the Two World Wars, Barnsley, Seaforth Publishing Ltd. (Pen & Sword Books Ltd.), 2020, ISBN 978-1-5267-4198-1.
  • Mark E. Stille, Imperial Japanese Navy Destroyers 1919-1945, Vol. 2, Oxford, Osprey, 2013, ISBN 978-1-84908-987-6.

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