Franco Mezzadra

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Franco Mezzadra
NascitaVignale Monferrato, 13 ottobre 1918
MorteSidi Bou Said, 7 maggio 1943
Cause della morteCaduto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegia Marina
Anni di servizio1939-1943
GradoTenente di vascello
GuerreSeconda guerra mondiale
CampagneCampagna di Tunisia
Comandante diMS 22
Decorazionivedi qui
Studi militariRegia Accademia Navale di Livorno
dati tratti da Nomi di Pietra. La storia e la toponomastica delle strade di Roma, Ostia, e l'entroterra del Municipio X[1]
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Franco Mezzadra (Vignale Monferrato, 13 ottobre 1918Sidi Bou Said, 7 maggio 1943) è stato un militare e marinaio italiano, decorato di medaglia d'oro al valor militare alla memoria durante il corso della seconda guerra mondiale. Insignito anche di una medaglia d'argento, e una croce di guerra al valor militare, e promosso tenente di vascello per merito di guerra nel corso del 1942.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Vignale Monferrato, provincia di Alessandria, il 13 ottobre 1918, figlio di Mario.[2] Dopo aver conseguito la maturità classica nel Liceo "Terenzio Mamiani" di Roma, a partire dal 1935 frequentò la Regia Accademia Navale di Livorno da cui uscì nel 1939 con il grado di guardiamarina.[1] Imbarcò prima sulla nave scuola Cristoforo Colombo e successivamente sugli incrociatori pesanti Trieste e Pola, dove si trovava imbarcato allo scoppio della seconda guerra mondiale.[1] Nel settembre 1940 fu promosso sottotenente di vascello, e trasferito sul cacciatorpediniere Emanuele Pessagno dove rimase per oltre un anno in qualità di ufficiale di rotta.[3] Nel marzo 1942 fu assegnato alla Flottiglia MAS di Pola, assumendo il comando della motosilurante MS 22, che in collaborazione con la MS 16, il 12 agosto 1942, attaccò ed affondo nel canale di Sicilia l'incrociatore pesante britannico Manchester.[3] In una successiva missione in sostegno di una importante operazione di sbarco, salvò l'intero equipaggio di un'altra unità similare, colpita e in preda ad un incendio, qualche istante prima che una esplosione ne provocasse l'affondamento.[2] Nel maggio 1943 durante le operazioni che precedettero l'evacuazione delle Forze dell'Asse della Tunisia, la MS 22 si trovava all'ancora a Sidi Bou Said, nel golfo di Tunisi, insieme con il VAS 231.[1] Il 7 dello stesso mese l'unità fu attaccata da aerei e si difese con le mitragliatrici, ma fu incendiata e dovette essere portata su un basso fondale per impedirne la totale perdita.[1] Il MAS 22 fu poi abbandonato dall'equipaggio semiaffondato, e durante questa operazione egli cadde colpito a morte da una raffica nemica.[2] Per onorarne il coraggio fu decretata la concessione della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2] Già decorato con una medaglia d'argento, e una croce di guerra al valor militare, e promosso tenente di vascello per merito di guerra nel corso del 1942.[3]

Una via di Ostia porta il suo nome, così come una Piazza e una scuola elementare di Vignale Monferrato.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Giovane ed ardito comandante di motosilurante, partecipava con bravura ed entusiasmo a lungo ciclo di intensissima, estenuante attività offensiva, in acque aspramente contese, riuscendo - nel corso di azione notturna - a silurare incrociatore avversario, affondandolo. Scontratosi per due volte con numerose unità similari, concludeva le azioni vittoriosamente, per la decisione, l'elevato spirito aggressivo, l'intelligente condotta nei combattimenti. Nel corso di importante operazione di sbarco oltremare, e nella dura lotta che ne seguì per il mantenimento della testa di sbarco, dava nuove prove di ardimento e di bravura, portandosi - tra l'altro - al soccorso di unità incendiata, carica di esplosivo, riuscendo a trarne in salvo l'equipaggio pochi istanti prima che l'esplosione del carico ne determinasse l'affondamento. Durante l'eroica resistenza di base navale oltremare, investita da imponenti forze, si prodigava nell'opera di soccorso a navi immobilizzate, ed ai loro equipaggi, lasciando per ultimo quelle acque già controllate dall'avversario. Colpita ed incendiata l'unità che tante volte aveva portato alla vittoria, ne divideva l'avversa sorte scomparendo in mare con essa. Esempio di sereno e cosciente valore, di determinata e tenace volontà combattiva, ispirata alle migliori tradizioni della Marina e della Patria. Canale di Sicilia, Tunisi, luglio 1942 - 7 maggio 1943.[4]»
— Decreto del Presidente della Repubblica 14 gennaio 1948.
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di una motosilurante, durante una ricerca notturna di squadriglia si gettava prontamente all'attacco di una formazione nemica avvistata. A breve distanza dai C.T. di scorta, avendo avvistato un grosso incrociatore, con fredda determinazione si lasciava scadere fino a portarsi in posizione adatta per il lancio dei siluri contro l'incrociatore, lancio che effettuava a brevissima distanza, contribuendo all'affondamento dell'incrociatore nemico insieme con il suo caposquadriglia. Scoperto, fatto segno a violenta reazione di fuoco e inseguito da un ct. della scorta, manovrava con calma e perizia, facendo uso delle armi di bordo nel modo più efficace e riuscendo a portare in salvo la sua unità. Magnifico esempio di sereno ardimento e di sprezzo del pericolo. Mediterraneo Centrale, 16 agosto 1942
— Regio Decreto 16 novembre 1942.
Croce di guerra al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Ufficiale di rotta di C.T., durante operazioni offensive svolte con pieno successo in acque insidiate dal nemico dava pieno ed efficace contributo allo svolgimento delle operazioni. Agosto 1941
— Determinazione 26 dicembre 1941.

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]


Fonti[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Francesca Faiella, Nomi di Pietra. La storia e la toponomastica delle strade di Roma, Ostia, e l'entroterra del Municipio X, Raleigh, Lulu.com, 2017, ISBN 978-1-32695-695-0.
  • Giorgio Giorgerini, La guerra italiana sul mare, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 2002, ISBN 978-88-04-50150-3.
  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare, Le Medaglie d'oro al Valor Militare volume 2 (1942-1959), Roma, Tipografia regionale, 1965.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]