Ferdinando Pierazzi

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Ferdinando Pierazzi

Deputato del Regno d'Italia
Durata mandato1924 –
1937
LegislaturaXXVII, XXVIII, XXIX
Sito istituzionale

Sottosegretario del Ministero delle Comunicazioni
Durata mandato12 settembre 1929 –
20 luglio 1932
PresidenteBenito Mussolini
PredecessoreRaffaello Riccardi
SuccessoreRuggero Romano

Dati generali
Partito politicoPartito Nazionale Fascista
Titolo di studiolaurea
Professioneavvocato

Ferdinando Pierazzi (Grosseto, 24 luglio 1898Bologna, 13 agosto 1937) è stato un politico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Laureato in giurisprudenza e proveniente da una famiglia di proprietari terrieri molto influente nel contado di Civitella Marittima,[1][2] Pierazzi fu tra i primi maggiori esponenti dello squadrismo maremmano, iscrittosi al Partito Nazionale Fascista nel 1920 e guidando il manipolo grossetano alla marcia su Roma.[3] Fu presidente della sezione del fascio di Civitella e primo segretario federale della provincia di Grosseto, nominato nel settembre 1921 a ventitré anni, ricoprendo più volte tale carica nel bienno 1923-1924 e dal 1925 all'aprile 1929.[2][3]

Numerose furono le cariche che riuscì a ricoprire nella seconda metà degli anni venti: fu comandante della 98ª Legione MVSN di Grosseto (1923-1924); consigliere provinciale fino al 1926; commissario per le federazioni fasciste dell'Aquila (1926) e di Trento e Rovigo (1929).[3] Pierazzi fu deputato alla Camera dei deputati per tre legislature (XXVII, XXVIII, XXIX).[3][4] Dal 12 settembre 1929 al 19 luglio 1932 ricoprì la carica di Sottosegretario alle comunicazioni del governo Mussolini.[3][4]

Nonostante l'ascesa a cariche nazionali, Pierazzi mantenne sempre una forte influenza sulla sua provincia d'appartenenza, partecipando attivamente alla vita politica e culturale grossetana.[3] Nel 1923 aveva fondato il settimanale fascista «La Maremma», che fu il veicolo di propaganda che egli impose in tutta la provincia di Grosseto, con obbligo di abbonamento ai tesserati del partito.[3] È stato notato che «la sua scalata al potere, probabilmente, poté giovarsi anche di un uso sapiente del nuovo linguaggio che s'impose nella comunicazione politica e nella propaganda. Uno dei terreni del suo impegno, fin dall'inizio, fu l'uso della cultura per la fascistizzazione, soprattutto rivolta ai giovani».[5] La sua influenza sul territorio fu soprattutto politica; in più casi Pierazzi aveva imposto il suo volere nelle nomine a podestà dei comuni maremmani, selezionando uomini di sua fiducia: sono i casi di Tullio Gaggioli a Follonica, Giuseppe Ricciarelli a Castell'Azzara, Gioacchino Arienti all'Isola del Giglio, Igino Nardi a Castiglione della Pescaia e Guido Mossini a Magliano in Toscana; riuscì a fare impedire la nomina a podestà di Edgardo Ugurgieri a Castel del Piano per dodici anni.[3] Nel 1928 elevò il suo paese, Civitella Marittima, a sede comunale, accorpando i preesistenti comuni di Pari e Paganico. Promosse la prima corsa automobilistica della Maremma, detta appunto Coppa Pierazzi, tuttora esistente.[6]

Morì all'età di trentanove anni nel 1937 a causa di un incidente ferroviario.[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Civitella Paganico 20.06.1944: descrizione sintetica (PDF), su straginazifasciste.it. URL consultato il 13 marzo 2018.
  2. ^ a b (EN) Frank M. Snowden, The Fascist Revolution in Tuscany, 1919-22, Cambridge, Cambridge University Press, 1989, p. 57.
  3. ^ a b c d e f g h i Galimi 2018, pp. 142–144.
  4. ^ a b Ferdinando Pierazzi, su storia.camera.it. URL consultato il 25 febbraio 2017.
  5. ^ Galimi 2018, p. 143.
  6. ^ Coppa Pierazzi: rievocazione storica della prima corsa automobilistica maremmana, su grossetonotizie.com, 22 novembre 2017. URL consultato il 13 marzo 2018.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Hubert Corsi, La lotta politica in Maremma 1900-1925, Roma, Edizioni Cinque Lune, 1987.
  • Valeria Galimi, Il fascismo a Grosseto. Figure e articolazioni del potere in provincia (1922-1938), Arcidosso, Edizioni Effigi, 2018.
  • Mario Missori, Gerarchie e statuti del PNF. Gran Consiglio, Direttorio nazionale, Federazioni provinciali: quadri e biografie, Roma, Bonacci, 1986, p. 258.
  • Frank M. Snowden, The Fascist Revolution in Tuscany, 1919-22, Cambridge, Cambridge University Press, 1989.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Sottosegretario del Ministero delle Comunicazioni Successore
Raffaello Riccardi 12 settembre 1929 - 19 luglio 1932 Ruggero Romano