Ettore Vivani

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Ettore Vivani
NascitaSanta Margherita di Belice, 20 dicembre 1893
MorteVilla Col de' Canali, 1º gennaio 1923
Cause della mortesuicidio per arma da fuoco (pistola)
Luogo di sepolturaScheggia e Pascelupo prima e, poi, Costacciaro
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
CorpoArditi
RepartoX Reparto d'Assalto
GradoTenente
GuerrePrima guerra mondiale
CampagneFronte italiano (1915-1918)
BattaglieQuinta battaglia dell'Isonzo
Battaglia degli Altipiani
Battaglie dei Tre Monti
Decorazionivedi sezione
dati tratti da Cime e Trincee[1]
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Ettore Vivani (Santa Margherita di Belice, 20 dicembre 1893Villa Col de' Canali, 1º gennaio 1923) è stato un militare italiano, particolarmente distintosi durante il corso della prima guerra mondiale, dove fu decorato di tre Medaglie d'argento e una di bronzo al valor militare.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

I DIari di Fanny Castiglioni

Nacque a Santa Margherita di Belice, provincia di Agrigento, il 20 dicembre 1893,[2] figlio del maresciallo dei carabinieri Paolo e della maestra elementare Evarista Brunamonti.[3] Arruolatosi nel Regio Esercito, fu assegnato all'arma di fanteria.[1] All'atto dell'entrata in guerra del Regno d'Italia (1861-1946), avvenuta il 24 maggio 1915, si trovava in forza al 94º Reggimento fanteria della Brigata Messina di stanza a Fano.[2] In forza al suo reggimento si distinse nei duri combattimenti tra il 1915 e il 1916. Fu decorato con una Medaglia di bronzo al valor militare nel marzo 1916, e con la prima Medaglia d'argento al valor militare nel maggio dello steso anno, ottenuta nella zona di Tolmino.[2] Durante un attacco avversario contro le nostre linee ad est di Vertojba, brillantemente respinto, fu insignito della seconda Medaglia d'argento al valor militare.[3] In quel periodo coadiuvò validamente il comandante di reggimento, colonnello Lorenzo Ferraro (2 dicembre 1915-15 giugno 1917), che lo definì il mio occhio destro.[2] Considerato inabile al servizio attivo dopo aver ricevuto una ferita al braccio sinistro a Santa Maria di Tolmino, in seguito all'esito negativo della battaglia di Caporetto riprese servizio arruolandosi nel X Reparto arditi[4]. Tale reparto venne assegnato al X Corpo d'armata della 1ª Armata.[2] Il 30 marzo 1918, durante un violentissimo combattimento avvenuto a Case Castellani, in Val Posina, rimase gravemente ferito, quando una pallottola gli trapassò un polmone e gli lese la spina dorsale.[2] Insignito di una terza Medaglia d'argento al valor militare, trascorse un intero anno come degente negli ospedali militari di Milano.[2] Negli Ospedali militari di Milano venne curato e citato nelle memorie dalla crocerossina Fanny Castiglioni. Incapace di camminare senza l'ausilio delle stampelle, considerato grande invalido di guerra, tornò ad abitare con i suoi genitori, stabilendosi a Villa Col de' Canali, una frazione del comune di Costacciaro, in provincia di Perugia, dove, dopo aver partecipato alla Marcia su Roma, si spense il 1º gennaio 1923.[2] Gli furono tributati solenni funerali di stato, alla presenza delle autorità militari, delle sezioni combattenti al completo, della sezione ex-combattenti di Villa, delle scolaresche dei comuni di Costacciaro e Scheggia, e delle rappresentanze dei reduci di guerra di tutti i paesi e cittadine limitrofi.[3] Villa Col de' Canali ha voluto onorarlo intitolandogli la via principale del paese.[3]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Durante un violento scontro notturno, con soli dieci uomini, assaliva arditamente il fianco del nemico molto più numeroso, decidendo dell’esito favorevole del combattimento. Slanciatosi avanti a tutti all’assalto, lottava solo con due avversari, riuscendo a disarmarli. Confluenza del Rio Usnik col Rio del Mulino, 15-16 maggio 1916
— [5]
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Durante un violento attacco del nemico, che era penetrato fin nelle nostre trincee, concorreva, con esemplare ardire e coraggio, a ricacciare l’avversario, infliggendogli gravi perdite. Prendeva parte personalmente a viva lotta corpo a corpo, abbattendo un ufficiale, Vertojba Inferiore, 3 marzo 1917
— [6]
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
« Incaricato di una ricognizione notturna, si portava arditamente sotto ai reticolati nemici, ove, vistosi scoperto, lanciò i suoi uomini all’assalto. Rimasto gravemente ferito al petto, mentre, in persona, stava tagliando i reticolati, non desisteva dall’attacco, ed incitava continuamente i suoi uomini ad avanzare. Trasportato al posto di medicazione, conscio del suo grave stato, rivolgeva ai presenti parole degne del suo nobile cuore e del suo altissimo amore di patria - Case Castellani - Val Posina, 30 marzo 1918
— Decreto Luogotenenziale 15 settembre 1918[7]
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di una pattuglia, con arditezza e coraggio, tentava di catturare una pattuglia avversaria superiore in forza. All’intimazione di resa, i nemici risposero facendo fuoco; però, dopo vivo scambio di fucilate, fuggivano: uno rimase sul terreno, e un ufficiale, un cadetto e sette militari di truppa vennero fatti prigionieri. Bosco Usnik, 13 marzo 1916
— [8]
Medaglia commemorativa della guerra 1915-1918 - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia a ricordo dell'Unità d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia interalleata della Vittoria - nastrino per uniforme ordinaria

Onorificenze estere[modifica | modifica wikitesto]

Croix de guerre 1914-1918 (Francia) - nastrino per uniforme ordinaria
Military Cross (Gran Bretagna) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine di San Giorgio (Impero russo) - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]


Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Cime e Trincee.
  2. ^ a b c d e f g h Montecucco.
  3. ^ a b c d Il Serrasanta.
  4. ^ All'epoca il Reparto d'assalto era numerato XXIV. Diventò X dal 20/5/1918. R. Roseano - G. Stacconeddu "Arditi Decorati e Caduti 1917-1920" ISBN 1530523028
  5. ^ Ministero della guerra, Dispensa 4a, in Bollettino Ufficiale delle nomine, promozioni e destinazioni negli ufficiali del R. Esercito Italiano e nel personale dell'amministrazione militare - 1917, Roma, Voghera Enrico, 1917, p. 178. URL consultato il 13 aprile 2020. Ospitato su Google Libri.
  6. ^ Bollettino Ufficiale, anno 1917, dispensa 47, p. 4184.
  7. ^ Bollettino Ufficiale 1918, dispensa 63, p. 5106.
  8. ^ Bollettino Ufficiale anno 1916, dispensa 96, p. 5745.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Luigi Cadorna, La guerra alla fronte italiana. Vol. 1, Milano, Fratelli Treves editori, 1921.
  • Luigi Cadorna, La guerra alla fronte italiana. Vol. 2, Milano, Fratelli Treves editori, 1921.
  • Alberto Cavaciocchi e Andrea Ungari, Gli italiani in guerra, Milano, Ugo Mursia Editore s.r.l., 2014.
  • Gianni Oliva, Soldati e ufficiali- L'esercito italiano dal Risorgimento ad oggi, Milano, A. Mondadori Editore, 2012, ISBN 88-520-3128-6.
  • Giorgio Rochat, Gli arditi della Grande Guerra, Milano, Feltrinelli, 1981.

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