Dona Maria II

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Dona Maria II
Descrizione generale
Tipofregata
ProprietàMarinha Portuguesa
Varo1810
Entrata in servizio1832
Destino finaleaffondata per esplosione a Taipa il 29 ottobre 1850
Caratteristiche generali
Lunghezza42.52 alla chiglia m
Larghezza10,12 m
Pescaggio8,84 m
PropulsioneVela
Equipaggio324 uomini
Armamento
ArtiglieriaTotale: 44
dati tratti da The Voices of Macao Stones: The Nanjing Massacre Witnessed by American and British Nationals[1]
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La Dona Maria II era un fregata a vela da 44 cannoni della Reale Marina portoghese, costruita in Gran Bretagna negli dieci del XIX secolo. Il suo nome deriva da quello della regina Maria II del Portogallo.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Costruita in Gran Bretagna nel 1810 come nave mercantile, fu realizzata con largo impiego di legno di teak, ed al momento del varo ricevette il nome di Asia. L'unità fu acquistata a Londra dal Re Pedro IV[2] nel 1831 per essere trasformata in fregata da 44 cannoni a Belleisle nel corso del 1832. Entrata in servizio fu nave di bandiera del viceammiraglio George Sartorius[3] durante la spedizione a Madera, in piena guerra civile, avvenuta in quello stesso anno. Partita poi dall'isola di Terceira, Azzorre, assistette allo sbarco delle truppe liberali di Don Pedro sulla spiaggia di Mindelo, e quindi partecipò all’assedio di Porto e, infine, al blocco navale dell'estuario del Tago.[4] Il 5 luglio 1833, al comando del capitano Peacke, prese parte alla battaglia di Capo San Vincenzo e poi ad operazioni nel nord del paese, a Sines e a Setúbal, contro i ribelli Miguelisti. Dopo l’ascesa al trono della Regina Maria II e l'emanazione della nuova costituzione del settembre 1838, che rappresentò il primo tentativo di riconciliazione tra le due posizioni costituzionali contrastanti (democratica del 1822 e realista del 1826), la fregata effettuò tre viaggi in India al comando del capitão tenente J. J. De Andrade Pinto.[5]

La fregata Dona Maria II durante la battaglia di Capo San Vincenzo del 1833. Dipinto di Antoine Léon Morel-Fatio (1810-1871) esposto presso il Museo de Marinha di Lisbona.

Nel 1849 l'unità partì per l'India come nave da trasporto, arrivandovi dopo una sosta in Mozambico, per venire immediatamente mandata a Macao in seguito all'omicidio del locale governatore João Maria Ferreira do Amaral,[1] avvenuto il 22 agosto dello stesso anno.[1] Con l’obiettivo di reagire alle provocazioni del governo cinese del Guangzhou le autorità portoghesi, oltre alla fregata Dona Maria II, mandarono anche le corvette Íris[N 1] e Dom João I che trasportarono truppe di rinforzo.[1] Il comando della squadra navale fu assunto dal capitão de mar e guerra Pedro Alexandrino da Cunha.[1]

Giunta a Macao il 6 luglio 1850[1] la fregata Dona Maria II, al comando del capitano Francisco De Assis e Silva, stava preparandosi a salpare[1] per ritornare a Goa, in India, quando improvvisamente affondò per esplosione interna,[1] al largo dell’isola di Taipa, alle 14:30[6] del 29 ottobre 1850.[6] L'esplosione causò la morte di 231 persone, tra le quali 188[2] appartenenti[N 2] appartenenti all'equipaggio,[N 3] 3 marinai francesi che si trovavano a bordo e 40 cinesi delle vicine imbarcazioni che stavano preparandosi ad attraccare. I soccorsi, portati dall’equipaggio dello sloop statunitense Marion,[7] anch’esso investito dall'onda d'urto[6] dell'esplosione e dai rottami della fregata, e dalle due corvette portoghesi furono immediati.[7] Alcuni tra i membri sopravvissuti dell'equipaggio dichiararono che la perdita della fregata era da attribuirsi ad un atto di sabotaggio[2] da parte di alcuni marinai che, puniti per mancanze disciplinari, avevano minacciato più volte di far esplodere[N 4] il deposito munizioni.[2]

Nel Boletim do Governo da Província de Macao, Timor e Solor, del 16 novembre 1850, fu edita una testimonianza dell'incidente scritta dal capitão-tenente Izidoro F. Guimarães, comandante della corvetta Íris, a bordo di quest’ultima il 2 novembre precedente. Una volta normalizzata la situazione la corvetta Don João I salpò dal delta del fiume Pérolas per compiere un viaggio dimostrativo che toccò i porti di Hong Kong, Shangai e Whampoa al fine di mostrare la bandiera. Nel 1856 lo scafo della fregata fu rimosso dal fondo su ordine del governatore Isidoro Francisco Guimarães, e venduto per demolizione al prezzo di alcune migliaia di patacas.

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ La corvetta Íris si trovava allora in Brasile, e versava in condizioni deplorevoli. Una volta salpata dovette ritornare indietro poco tempo dopo per completare le riparazioni, e arrivò a Macao molto tempo dopo.
  2. ^ Tra i morti vi furono il comandante della nave, capitão tenente Francisco d´Assis e Silva (il suo corpo fu recuperato il giorno 31); i secondi tenenti Plácido José de Sousa, Luís Maria Bordalo, Francisco Xavier Teles de Melo, Francisco Xavier Teles de Melo, Francisco Cipriano soa Santos Raposo, il tenente Mouro Samgi, il guardiamarina João Bernardo das Silva, il secondo chirurgo José Maria Lucas d´Aguiar e il commissario di bordo Manuel Marques.
  3. ^ L'equipaggio era composto da 234 persone.
  4. ^ La polveriera conteneva 300 barili di polvere da sparo.

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (PT) Annaes maritimos e coloniaes, Lisboa, Imprensa Nacional, 1845.
  • (EN) Lewis Hamersly, William Henry Powell, The Records of Living Officers of the U.S. Navy and Marine Corps, Philadelphia, J.B. Lippincot & Co., 1878, ISBN 5-87620-888-4.
  • (EN) Edward Shippen, William Henry Powell, Officers of the Army and Navy Regular Who Served in Civil War, Philadelphia, J.B. Lippincot & Co., 1892.
  • (EN) Lindsay Ride, May Ride, Jason Wordie, The Voices of Macao Stones: The Nanjing Massacre Witnessed by American and British Nationals, Hong Kong, Hong Kong University Press, 1999, ISBN 9-62209-487-2.
  • (PT) O Cerco do Porto em 1832 para 1833, Porto, Na Tipografia de Faria & Silva, 1840.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]