Psophodidae

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Psophodidae
Cinclosoma ajax
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Superphylum Deuterostomia
Phylum Chordata
Subphylum Vertebrata
Infraphylum Gnathostomata
Superclasse Tetrapoda
Classe Aves
Sottoclasse Neornithes
Superordine Neognathae
Ordine Passeriformes
Sottordine Oscines
Infraordine Corvida
Superfamiglia Corvoidea
Famiglia Psophodidae
Bonaparte, 1854
Generi

Gli Psophodidae Bonaparte, 1854 sono una famiglia di uccelli passeriformi[1].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Illustrazione di maschio di Psophodes olivaceus.

Si tratta di uccelli di dimensioni medio-piccole (dai 17 ai 31 cm): anche il loro aspetto è molto variabile, con alcune specie che somigliano a dei tordi dalla lunga coda e dalla colorazione vivace (i garruli splendidi), altre massicce e dalla colorazione mimetica beige e nera, con aspetto bizzarramente simile a una sorta di incrocio fra un merlo e una grandule (i tordi quaglia) ed altre ancora che ricordano dei cardinali dalla cresta erettile e dalla colorazione scura (uccello frustino e becchi a cuneo).

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia ha diffusione australo-papuana, coi garruli splendidi e l'uccello frustino che vivono in Nuova Guinea ed i becchi a cuneo che popolano l'Australia, mentre i tordi quaglia popolano ambedue le sponde dello stretto di Torres.

Le specie ascritte alla famiglia popolano un po' tutti gli ambienti alberati, con gran parte delle specie australiane che sono adattate agli ambienti secchi, mentre quelle neoguineane sono abitatrici della foresta pluviale.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Alla famiglia vengono ascritti uccelli diurni, che vivono in coppie o in gruppetti familiari, dimostrandosi (pur essendo in grado di volare, anche se non si tratta in nessun caso di volatori provetti) prevalentemente terricoli.

Tutte le specie di Psophodidae sono insettivore, e usano le forti zampe ed il becco per smuovere le foglie morte, i detriti ed i sassi per reperire il proprio nutrimento.

Le specie ascritte alla famiglia sono tutte monogame e nidificano fra i cespugli a poca distanza dal suolo o al suolo stesso, costruendo nidi a coppa.

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

Alla famiglia vengono ascritti quattro generi, per un totale di 16 specie[1]:

Famiglia Psophodidae

La sistematica della famiglia ha subito numerose variazioni ed è ancora lungi dall'essere chiarita: in passato i suoi membri venivano ascritti agli Orthonychidae, in un grande taxon contenitore comprendente anche l'ifrita ed il garrulo ralloide[2]. Nella Tassonomia degli uccelli di Sibley-Ahlquist venne appurata la polifilia della famiglia, con successivo scorporo (fra gli altri) degli attuali Psophodidae, ascritti con due sottofamiglie (Cinclosomatinae e Psophodinae) ai Corvidae[3].
Con le nuove analisi a livello molecolare, le specie ascritte alla famiglia sono risultate parte della radiazione evolutiva basaòe australo-papuana dei passeriformi, e come tali piazzate fra i Corvida[4]: anche qui le relazioni filetiche fra i vari generi rimangono incerte, coi tordi quaglia e i garruli splendidi che appaiono molto basali ed i becchi a cuneo e l'uccello frustino papua che sembrano mostrare affinità con Eulacestomatidae ed Oreoicidae[5]. I due cladi sono sister taxa, e probabilmente ulteriori revisioni tassonomiche sono prossime[1].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (EN) F. Gill e D. Donsker (a cura di), Family Psophodidae, in IOC World Bird Names (ver 9.2), International Ornithologists’ Union, 2019. URL consultato il 3 novembre 2014.
  2. ^ Roberson, D., Bird Families of the World, 2004.
  3. ^ Christidis, L. & Boles, W., Systematics and Taxonomy of Australian Birds, CSIRO Publishing, 2008.
  4. ^ Norman, J. A.; Ericson, P. G. P.; Jønsson, K. A.; Fjeldså, J.; Christidis, L., A multi-gene phylogeny reveals novel relationships for aberrant genera of Australo-Papuan core Corvoidea and polyphyly of the Pachycephalidae and Psophodidae (Aves: Passeriformes (PDF), in Molecular Phylogenetics and Evolution, n. 52, 2009, p. 488–497.
  5. ^ (EN) Boyd J.H., Corvida, in Taxonomy in Flux Version 2.55. URL consultato il 7 febbraio 2018.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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