Bruno Pincherle

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Bruno Pincherle (Trieste, 17 marzo 1903Trieste, 5 aprile 1968[1]) è stato un medico, antifascista e storico della medicina italiano. Pediatra, studioso di Stendhal, partecipò alla Resistenza.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Corriere della Sera, approvazione delle "leggi razziali" (1938)

Nato a Trieste nel 1903, studente del locale liceo Dante Alighieri, ha tra gli insegnanti lo scrittore Giani Stuparich, docente d'italiano; nel 1921 si iscrive alla Facoltà di medicina del Regio Istituto di studi superiori di Firenze.[2] Ancora studente, Pincherle frequenta gli ambienti antifascisti, conosce Carlo Rosselli[2] e partecipa alla diffusione del foglio clandestino Non Mollare.[2] Si laurea nel 1927.

Di origine ebraica, nel 1938, per effetto delle leggi razziali fasciste, è costretto ad abbandonare il suo lavoro presso la "Clinica Lattanti" di Trieste e, l'anno dopo, viene cancellato dall'albo dei medici.[2] Nel 1940 Pincherle viene arrestato insieme con il fratello Bruno ed internato in un campo di concentramento in provincia di Salerno e, successivamente, trasferito nel campo di internamento di Urbisaglia, nei pressi di Macerata.[2] Liberato nel 1941, dopo l'annuncio dell'armistizio dell'8 settembre 1943, partecipa alla redazione del foglio antifascista romano Italia libera e prende parte alla Resistenza.

Azionista, nel 1953 Pincherle aderisce a Unità Popolare, movimento politico fondato, tra gli altri, da Parri e Calamandrei e si batte contro la legge elettorale maggioritaria, voluta da De Gasperi, chiamata dagli avversari "legge truffa".[3]

Dal 1956 al 1968 è consigliere comunale a Trieste, eletto nelle liste di diversi gruppi di sinistra, e si impegna per la convivenza di slavi e italiani.[4] Nel 1958 Pincherle si iscrive al Partito Socialista ma nel 1964, in polemica con il modo con cui si andava realizzando il centro-sinistra, ovvero l'alleanza tra socialisti e le tradizionali forze di centro (Democrazia Cristiana, Partito Repubblicano Italiano e Partito Socialista Democratico Italiano) che, tra alterne vicende, avevano governato l'Italia dal 1947, aderisce al Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria che, proprio sul dissenso con tali alleanze, era nato da una scissione guidata da Tullio Vecchietti.[3]

Milano, la biblioteca comunale di Palazzo Sormani che ospita molti volumi appartenuti a Pincherle

Storico della medicina, nel 1948 consegue la libera docenza. Pediatra competente e generoso, attento alle necessità dei più piccoli, Pincherle si impegna professionalmente perché siano assicurate ai bisognosi le cure e medicine necessarie.[5] Si adopera, inoltre, per promuovere tra gli insegnanti l'educazione fisica nelle scuole.[5] Muore nel 1968, nella città natale, a sessantacinque anni.

Oltre che di testi di medicina, è autore di alcuni saggi su Stendhal, raccolti nel volume In compagnia di Stendhal.[6]

Nella Biblioteca Comunale di Milano di Palazzo Sormani sono conservate 2500 opere riguardanti lo scrittore francese che il medico raccolse negli anni. I volumi, originariamente destinati all'Università di Trieste, furono, per volontà del fratello Gino, donati all'istituzione milanese.[7]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Questa è l'anno indicato nella biografia di Francescato e Pizzamei. Nel sito dell'ANPI (vedi Collegamenti esterni) la morte sarebbe avvenuta nel 1969.
  2. ^ a b c d e Fonte: Miriam Coen, Bruno Pincherle, riferimenti in Bibliografia.
  3. ^ a b Vedi la biografia di Francescato e Pizzamei, nel sito "A Trieste.eu", riferimenti in Collegamenti esterni.
  4. ^ Vedi la scheda nel sito dell'ANPI (Collegamenti esterni.
  5. ^ a b Vedi la biografia di Pincherle nel sito "Officina genitori, riferimenti in Collegamenti esterni.
  6. ^ B. Pincherle, In compagnia di Stendhal, Milano, All'insegna del pesce d'oro, 1967.
  7. ^ Osvaldo Guerrieri, Il paradiso degli stendhaliani, La Stampa, 28 gennaio 1978, p. 13, Archivio storico.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Miriam Coen, Bruno Pincherle, Pordenone, Edizione Studio Tesi, 1995. ISBN 88-7692-495-7. Parzialmente disponibile in Google Libri.
  • Federica Scrimin, Un dottore tutto matto, sulla testa un gatto. Bruno Pincherle, storia e storie di un pediatra, con i disegni di Bruno Pincherle, Trieste, Editoriale scienza, 2004. ISBN 88-7307-291-7.
  • Roberto Costa Longeri, Bruno Pincherle oggi a quarant'anni dalla morte, Empoli, Ibiskos editrice Risolo, 2008. ISBN 978-88-546-0492-6.
  • Rudj Gorian (ed.), Bruno Pincherle. Gli scritti e la biblioteca di storia della medicina, Piazzetta Stendhal 1, Trieste 2009. ISBN 978-88-901529-1-7
  • Federica Scrimin, Libri carte e disegni di Bruno Pincherle - per una storia della pediatria, Trieste, EUT, 2016. ISBN 978-88-8303-790-0/ 791-7

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN49368498 · ISNI (EN0000 0000 6652 0149 · SBN SBLV048850 · LCCN (ENnr97030423 · GND (DE11955934X · J9U (ENHE987007266545305171 · CONOR.SI (SL63792995 · WorldCat Identities (ENlccn-nr97030423