Barbara Balzerani

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Barbara Balzerani

Barbara Balzerani (Colleferro, 16 gennaio 1949Roma, 4 marzo 2024) è stata una terrorista e scrittrice italiana, membro delle Brigate Rosse.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Le origini[modifica | modifica wikitesto]

Ultima di cinque figli, suo padre era un autista di pullman. Nel 1969 si trasferisce a Roma, con l'amica di Colleferro Gabriella Mariani (anche lei in seguito brigatista, arrestata nel 1978), per studiare filosofia, laureandosi nel 1974 e lavorando in un asilo specializzato nell'assistenza a bambini con disabilità. Nel frattempo comincia a frequentare gli ambienti della sinistra extraparlamentare, militando in Potere Operaio, organizzazione in cui conosce il marito Antonio Marini, da cui si separa poco dopo.[1][2][3]

Le Brigate Rosse e gli anni di piombo (1975 - 1985)[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1975 aderisce alle Brigate Rosse (clandestina dal 1977)[2], di cui fu dirigente della colonna romana[4], e prese parte a numerosi omicidi, compreso quello di Girolamo Minervini e all'agguato di via Fani.[5] Durante il sequestro di Aldo Moro occupò assieme a Moretti, al quale era all'epoca legata sentimentalmente, la principale base operativa[6] brigatista di via Gradoli 96 a Roma. L'appartamento era affittato da tre anni sotto falso nome all'ingegner Mario Borghi, cioè Mario Moretti (definito «un tipo tranquillo e riservato»)[6].

La base venne scoperta a metà mattina del 18 aprile 1978, quando un condomino del palazzo segnalò una perdita d'acqua che rischiava di allagare il suo appartamento[7], l'idraulico scoprì che l'infiltrazione era causata dall'appartamento al piano di sopra. Intervennero i pompieri[8] che sfondarono la porta e scoprirono il soffione della doccia lasciato aperto nel bagno[6].

Né Balzerani né Moretti erano presenti nella base nel momento dell'intervento delle Forze dell'ordine, avendo lasciato l'appartamento all'alba[8], e scampando così all'arresto. Sulla scoperta della base Moretti dirà in seguito: «non c'è nessun mistero. Barbara, la mattina, in genere è molto confusa ed è anche miope. Probabilmente avrà dimenticato la doccia aperta. Cose che capitano»[6].

Nel 1981 partecipò al sequestro del generale della NATO James Lee Dozier. Dopo l'arresto di Mario Moretti, avvenuto nel 1981, tentò senza successo di gestire la scissione dell'organizzazione, guidando poi la fazione delle "Brigate Rosse - Partito Comunista Combattente", mentre l'altra ala, detta "Brigate Rosse - Partito Guerriglia" fu capeggiata da Giovanni Senzani.

Arresto ed esiti giudiziari[modifica | modifica wikitesto]

Confronto fra la foto segnaletica della Balzerani (prima della cattura era l'unica foto disponibile, risalente a circa vent'anni prima) e quella scattata dopo l'arresto.
Balzerani e Renato Curcio durante uno dei processi

Dopo il declino e la crisi delle BR, Balzerani fu tra gli ultimi ad essere arrestati il 19 giugno 1985, assieme a Gianni Pelosi. Al momento dell'arresto aveva una pistola calibro 9. In questo periodo, prima dell'arresto, era detta la "primula rossa" delle BR; circa la cattura della Balzerani, molti quotidiani, all'epoca, riportarono la notizia che la terrorista fosse stata sorpresa da agenti in borghese su un autobus di Ostia in seguito a una telefonata fatta alla Polizia da un cliente di un ristorante che l'aveva riconosciuta.

Tale notizia, però, trova scettici molti esperti dell'antiterrorismo, dal momento che i connotati fisici della Balzerani erano molto mutati rispetto a quelli riportati nelle foto segnaletiche. Dal carcere, rivendicò l'omicidio dell'ex sindaco di Firenze Lando Conti, compiuto dalle BR, e venne condannata all'ergastolo.

Barbara Balzerani non si è mai tecnicamente pentita né dissociata, perlomeno non secondo i percorsi seguiti da altri ex appartenenti all'organizzazione come Adriana Faranda, Valerio Morucci e Alberto Franceschini. Tuttavia, avendo più volte manifestato un atteggiamento critico verso la storia della lotta armata, non può nemmeno collocarsi tra gli "irriducibili" propriamente detti.

Nel 1987, assieme agli altri leader storici delle BR Renato Curcio e Mario Moretti, partecipò ad un'intervista televisiva concessa al giornalista Rai Ennio Remondino, nella quale i tre ex brigatisti concordarono nel considerare conclusa l'esperienza della lotta armata in Italia nell'ottica dei cambiamenti del tessuto sociale nel quale si erano mossi dieci anni prima, e sancirono formalmente la resa definitiva delle BR e l'abbandono della lotta armata.[9]

Nel 1993 dichiarò di provare "un profondo rammarico per quanti sono stati colpiti nei loro affetti a causa di quegli avvenimenti e che continuano a sentirsi offesi ad ogni apparizione pubblica di chi, come me, se ne è reso e dichiarato responsabile".[10] Nel 2003 dichiarò inoltre di non riconoscere motivi di continuità nella ripresa attività delle cosiddette Nuove Brigate Rosse, e definì la scelta della lotta armata e della clandestinità "assolutamente improponibile" nel contesto odierno.[11]

Il 12 dicembre 2006 le è stata concessa la libertà condizionale.[12] È tornata definitivamente in libertà, avendo scontato la pena, nel 2011. In seguito ha lavorato per una cooperativa di informatica, oltre a dedicarsi alla letteratura. Nel gennaio 2018 la Balzerani ha suscitato polemiche per una sua dichiarazione postata sul social network Facebook: "chi mi ospita oltre confine per i fasti del 40nnale?", riferendosi all'anniversario dell'agguato di via Fani.[13]

È morta a Roma il 4 marzo 2024 all'età di 75 anni.[14]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Barbara Balzerani, la vita in armi della "Primula rossa" delle Br, su repubblica.it. URL consultato il 30 ottobre 2010 (archiviato il 30 ottobre 2010).
  2. ^ a b È finita una latitanza record otto anni con tre ergastoli sulle spalle
  3. ^ Barbara Balzerani su cinquantamila.it, su cinquantamila.it. URL consultato il 28 marzo 2016 (archiviato il 28 marzo 2016).
  4. ^ Offensivo chiamarli dirigenti, su ansa.it.
  5. ^ Personaggi Archiviato il 4 febbraio 2012 in Internet Archive.
  6. ^ a b c d Enrico Deaglio, Patria 1978-2010, Il Saggiatore, 1º gennaio 2010, ISBN 978-88-565-0213-8. URL consultato il 18 marzo 2016.
  7. ^ Paola Tavella Anna Laura Braghetti, Il prigioniero, Feltrinelli Editore, ISBN 978-88-07-94234-1. URL consultato il 18 marzo 2016.
  8. ^ a b Pino Casamassima, Il libro nero delle Brigate Rosse, Newton Compton Editori, 26 novembre 2012, ISBN 978-88-541-4691-4. URL consultato il 18 marzo 2016.
  9. ^ Fine della lotta armata in Italia - YouTube
  10. ^ Barbara Balzerani: " provo rammarico "
  11. ^ Italiano / - Newswire - Indymedia piemonte, su italy.indymedia.org. URL consultato il 1º luglio 2011 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  12. ^ Libertà condizionata per la Br Balzerani - Corriere della Sera
  13. ^ Caso Moro, il post della "Primula Rossa" Balzerani sui "fasti del 40ennale". Figlio di un membro della scorta: "Inopportuna"
  14. ^ Morta a Roma l'ex Br Barbara Balzerani, 4 marzo 2024.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN56773554 · ISNI (EN0000 0000 3889 4063 · SBN RAVV104750 · LCCN (ENnb99012503 · GND (DE121236528 · BNE (ESXX5620573 (data) · BNF (FRcb135470061 (data) · WorldCat Identities (ENlccn-nb99012503
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