Bagni di Zeusippo

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Mappa che mostra l'Ippodromo e la sona del Palazzo, vicina ai bagni di Zeusippo.

I bagni di Zeusippo erano bagni pubblici popolari nella città di Costantinopoli, la capitale dell'Impero bizantino. Furono costruiti tra il 100 e il 200, distrutti dalla rivolta di Nika del 532 e poi ricostruiti diversi anni dopo.[1] Furono così chiamati perché furono costruiti sul sito dove precedentemente esisteva un tempio di Zeus.[2] Furono costruiti circa 500 metri a sud dei molto più antichi bagni di Achille della precedente Acropoli greca di Bisanzio. Le terme erano famose soprattutto per le molte statue che erano state costruite all'interno, e per i personaggi famosi che ognuna di esse rappresentava. Tuttavia, furono poi utilizzati per scopi militari, durante il VII secolo. Gli scavi del sito e delle terme furono fatti nel 1928.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Le terme originali, che furono fondate e costruite da Settimio Severo,[3] e decorate sotto Costantino I erano ornate da numerosi mosaici e oltre ottanta statue,[1] per lo più quelle di personaggi storici, con Omero, Esiodo, Platone, Aristotele, Giulio Cesare, Demostene, Eschine e Virgilio tra tutti,[3] oltre alle figure di dei ed eroi mitologici.[4] Queste statue furono prese da vari luoghi del mondo, comprese regioni come l'Asia e le zone circostanti, Roma, la Grecia e l'Asia Minore.[5] Le Terme seguirono infatti una tendenza dell'architettura del periodo; luoghi come il Palazzo del Senato o il Palazzo di Lauso erano tutti adornati con statue simili, di eroi (mitologici e non), figure storiche, e persone potenti, diventando parte di una forma contemporanea di architettura artistica.[6] Per una tassa relativamente piccola, l'ingresso al complesso dei bagni poteva essere ottenuto da qualsiasi membro del pubblico in generale. Mentre l'area era ovviamente utilizzata principalmente per i bagni pubblici, si poteva fare esercizio e godere di una varietà di attività ricreative. Gli assistenti erano pagati per sorvegliare queste attività e gli avvenimenti del complesso, facendo rispettare gli orari di apertura e chiusura e le regole di condotta. Uomini e donne non erano autorizzati a fare il bagno insieme; avrebbero dovuto essere in bagni separati, o fare il bagno in momenti diversi della giornata.[7] La popolarità dei bagni di Zeusippo era molto grande tra i cittadini, nonostante i numerosi bagni che erano stati disponibili per l'accesso pubblico all'epoca a Costantinopoli,[8] e quindi la grande concorrenza che esisteva in quella zona commerciale. Anche il clero e i monaci vi erano visti, nonostante l'insistenza dei loro superiori che i bagni erano luoghi di comportamento empio.[7]

Distruzione e uso successivo[modifica | modifica wikitesto]

Come risultato della rivolta di Nika del 532, che rappresentò la peggiore rivolta che Costantinopoli avesse visto all'epoca, e che lasciò metà della città in rovina e migliaia di persone morte, i bagni originali di Zeusippo furono distrutti in un incendio.[1] Mentre Giustiniano si attivò per ricostruire i bagni, non poté ricreare o restaurare le statue o le antichità che erano andate perse nel 532.[3] Poco dopo, tuttavia, all'inizio del VII secolo, come risultato dell'estrema pressione militare e politica sull'Impero bizantino, i bagni pubblici passarono dall'essere un lusso comune ad uno raro e poco frequente, e molte strutture e luoghi pubblici iniziarono ad essere utilizzati per gli austeri scopi militari.[7][9] Sono attestati per l'ultima volta come utilizzati come bagni nel 713, prima di essere convertiti ad altri usi: parte dell'edificio divenne la prigione nota come Noumera, mentre un'altra parte sembra essere stata utilizzata come laboratorio di seta.[10] Quasi mille anni dopo, nel 1556, l'architetto ottomano Mimar Sinan costruì l'Haseki Hürrem Sultan Hamamı sullo stesso terreno. Più tardi ancora, nel 1927-1928, furono fatti degli scavi nel sito, e furono recuperate molte reliquie storiche, come vasellame di terracotta e ceramica smaltata, dando una visione unica dei progetti architettonici e degli interessi sociali del popolo e della cultura di Costantinopoli a quel tempo.[10][11] Il più particolare degli oggetti trovati nel sito erano due statue che erano iscritte con le parole Hekabe e Aeschenes sulle loro basi, dando origine alla teoria che racconta di come Cristodoro di Copto abbia effettivamente scritto i sei epigrammi sulle numerose statue delle Terme, e prestando ulteriore plausibilità agli scritti sia di Zonara che di Leonzio.[12]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Ward-Perkins, B. p. 935
  2. ^ Gilles, P. p. 70
  3. ^ a b c Bury, J.B. p. 55
  4. ^ Müller, K.O.; Welcker, F.G. p. 208
  5. ^ James Allan Stewart Evans p. 30
  6. ^ Gregorovius, F.; Hamilton, A. p. 80
  7. ^ a b c Rautman, M.L. p. 77
  8. ^ Matthews, W. p. 230
  9. ^ Gibbon, E. p. 950
  10. ^ a b Kazhdan (1991), p. 2226
  11. ^ Ceramiche di Zeusippo
  12. ^ Johnson, S.F. p. 170

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Bryan Ward-Perkins The Cambridge Ancient History: Empire and Successors, A.D. 425-600. Cambridge University Press, 2000.
  • John Bagnell Bury A History of the Later Roman Empire from Arcadius to Irene (395 A.D. -800 A.D.) Adamant Media Corporation, 2005. ISBN 1-4021-8369-0
  • Pierre Gilles The Antiquities of Constantinople. Italica Press, Incorporated, 1998. ISBN 0-934977-01-1
  • Kazhdan (a cura di), Oxford Dictionary of Byzantium, Oxford University Press, 1991, ISBN 978-0-19-504652-6.
  • Marcus Louis Rautman Daily Life in the Byzantine Empire. Greenwood Press, 2006. ISBN 0-313-32437-9
  • Edward Gibbon The History of the Decline and Fall of the Roman Empire. Penguin Classics, 1995. ISBN 0-14-043394-5
  • Ralph Nickolson Wornum The epochs of painting characterized, a sketch of the history of painting, ancient and modern. 1847.
  • Pero Tafur Travels and Adventures 1435-1439 Routledge, 2004.
  • Scott Fitzgerald Johnson Greek Literature in Late Antiquity: Dynamism Didacticism Classicism Ashgate Publishing, Ltd., 2006. ISBN 0-7546-5683-7
  • Karl Otfried Müller, Friedrich Gottlieb Welcker Ancient Art and Its Remains: Or, A Manual of the Archaeology of Art. 1852.
  • J. A. S. Evans The Age of Justinian. ISBN 0-415-02209-6
  • Ferdinand Gregorovius, Annie Hamilton History of the City of Rome in the Middle Ages
  • William Matthews An historical and scientific description of the mode of supplying London with water. 1841
  • Pierre Gilles The Antiquities of Constantinople. Italica Press, Incorporated, 1998. ISBN 0-934977-01-1

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  Portale Bisanzio: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Bisanzio