Aucklandia costus

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Aucklandia costus
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superasteridi
(clade) Asteridi
(clade) Euasteridi
(clade) Campanulidi
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Carduoideae
Tribù Cardueae
Sottotribù Saussureinae
Genere Aucklandia
Falc., 1841
Specie A. costus
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Asteridae
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Carduoideae
Tribù Cardueae
Genere Aucklandia
Specie A. costus
Nomenclatura binomiale
Aucklandia costus
Falc., 1841

Aucklandia costus Falc., 1841 è una specie di pianta della famiglia delle Asteraceae. Questa specie è anche l'unica del genere Aucklandia Falc., 1841.[1][2][3]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Comprende piante erbacee perenni anche arbustive, non spinose (altezza massima 0,3 - 2 metri). I fusti sono eretti, robusti e a sezione trasversale cavi. Nelle radici sono sempre presenti dei condotti resinosi, meno frequenti nelle parti aeree; mentre solamente nelle parti aeree sono presenti delle cellule latticifere.[4][5][6][7]

Le foglie lungo il fusto sono disposte in modo alterno. La lamina di quelle basali è grande, il contorno è lirato leggermente lobate oppure sono intere; le altre sono cordate con forme da triangolare-ovata a ovata. Il picciolo è alato.

Le infiorescenze sono composte da grandi capolini in raggruppamenti alla fine del fusto. I capolini contengono solo fiori tubulosi[8] e sono formati da un involucro a forma emisferica composto da brattee (o squame) all'interno delle quali un ricettacolo fa da base ai fiori. Le squame dell'involucro, di tipo fogliaceo e di aspetto nerastro con forme da strettamente ovato-ellittiche a lineari e apice acuminato (spesso la parte terminale è riflessa), sono disposte su più serie in modo embricato. Il ricettacolo a protezione della base dei fiori è provvisto di molte setole lunghe e subulate.

I fiori tubulosi sono tetra-ciclici (ossia sono presenti 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo) e pentameri (ogni verticillo ha 5 elementi). I fiori sono ermafroditi e actinomorfi.

  • /x K , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[9]

Il frutto è un achenio con un pappo. Gli acheni sono più o meno cilindrici con superficie glabra e rugosa; nella parte apicale è presente un anello tipo corona. Il pericarpo dell'achenio possiede delle sclerificazioni radiali spesso provviste di protuberanze. Il pappo, omomorfo, formato da setole è inserito su una piastra apicale all'interno di una anello di tessuto parenchimatico. Le setole, colorate da paglierino a brunastro, sono disposte su una sola serie e sono piumose, appiattite e connate basalmente in un anello caduco.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

  • Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama).
  • Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
  • Dispersione: i semi cadendo a terra (dopo essere stati trasportati per alcuni metri dal vento per merito del pappo – disseminazione anemocora) sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

La specie di questa voce si trova in Asia orientale.[2]

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[11], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[12] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[13]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1]

La tribù Cardueae (della sottofamiglia Carduoideae) a sua volta è suddivisa in 12 sottotribù (la sottotribù Saussureinae è una di queste).[5][6][14][15]

Filogenesi[modifica | modifica wikitesto]

Le specie di questo genere in precedenti trattamenti erano descritte all'interno del gruppo informale (provvisorio da un punto di vista tassonomico) "Jurinea-Saussurea Group". In questo gruppo erano descritti principalmente quattro generi: Dolomiaea, Jurinea, Polytaxis e Saussurea.[5][14][15] In seguito ad ulteriori ricerche e analisi di tipo filogenetico, allorquando il gruppo ha acquisito la sua denominazione definitiva di sottotribù, si sono aggiunti altri nuovi generi. Uno di questi è il genere di questa voce che in precedenza era descritto all'interno del genere Saussurea.[6][16]

Nell'ambito della sottotribù questo genere occupa una posizione più o meno "basale" e con il genere Frolovia (DC.) Lipsch. forma un "gruppo fratello". È inoltre vicino (da un punto di vista filogenetico) al genere Dolomiaea. In precedenza alcuni studi lo avevano messo in sinonimia con il genere Saussurea.[7][14][16]

Sinonimi[modifica | modifica wikitesto]

Alcuni sinonimi:[2]

  • Aplotaxis lappa Decne.
  • Aucklandia lappa (Decne.) Decne.
  • Saussurea costus (Falc.) Lipsch.
  • Saussurea lappa (Decne.) Sch.Bip.
  • Theodorea costus (Falc.) Kuntze

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
  2. ^ a b c World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 febbraio 2021.
  3. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 febbraio 2021.
  4. ^ Pignatti 1982, Vol.3 pag.1.
  5. ^ a b c Kadereit & Jeffrey 2007, pag. 137.
  6. ^ a b c Herrando et al. 2019.
  7. ^ a b eFloras - Flora of China, su efloras.org. URL consultato il 18 febbraio 2021.
  8. ^ Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 9.
  9. ^ Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
  10. ^ Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 1.
  11. ^ Judd 2007, pag. 520.
  12. ^ Strasburger 2007, pag. 858.
  13. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 marzo 2021.
  14. ^ a b c Funk & Susanna 2009, pag. 303.
  15. ^ a b Barres et al. 2013.
  16. ^ a b Yuan et al. 2015.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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