Alfa Sculptoris

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Alfa Sculptoris
Alfa Sculptoris
ClassificazioneGigante blu
Classe spettraleB7IIIp
Tipo di variabileSX Arietis
Distanza dal Sole775 a.l.
CostellazioneScultore
Coordinate
(all'epoca J2000.0)
Ascensione retta00h 58m 36,4s
Declinazione-29° 21′ 27″
Dati fisici
Raggio medio7 R
Massa
5,5 M
Temperatura
superficiale
14.000 K (media)
Luminosità
1.700 L
Metallicità123% rispetto al Sole[1]
Età stimata81 milioni di anni
Dati osservativi
Magnitudine app.+4,30
Magnitudine ass.-2,58
Moto proprioAR: 20,13 mas/anno
Dec: 5,31 mas/anno
Velocità radiale+10,2
Nomenclature alternative
HR 280, HD 5737, SAO 166716, HIP 4577

Coordinate: Carta celeste 00h 58m 36.4s, -29° 21′ 27″

Alfa Sculptoris (α Scl) è la stella principale nella costellazione dello Scultore. Ha una magnitudine apparente di 4,3 ed è distante 775 anni luce dal sistema solare[1].

Osservazione[modifica | modifica wikitesto]

Alfa Sculptoris ha una declinazione di 29°S, il che favorisce gli osservatori posti a latitudini meridionali. Tuttavia, la sua posizione non troppo discosta dall'equatore celeste fa in modo che sia visibile dalla gran parte delle aree abitate della Terra. In particolare essa diventa invisibile solo a partire dal 60°N, escludendo in tal modo l'Alaska, il Canada settentrionale, la Groenlandia, l'Islanda, le regioni scandinave settentrionali, e buona parte della Russia, mentre è circumpolare a sud del 61°S, cioè solo nelle regioni antartiche.

Il periodo più propizio per la sua osservazione nel cielo serale ricade nei mesi compresi fra settembre e gennaio, coincidenti con l'autunno boreale.

Caratteristiche fisiche[modifica | modifica wikitesto]

Classificata come una variabile SX Arietis, varia la sua magnitudine tra 4,3 e 4,38, è una gigante blu 5,5 volte più massiccia e 1700 volte più luminosa del Sole. È classificata come gigante peculiare a causa delle deboli righe di elio presenti nello spettro, che è solo il 45% del normale, per una stella della sua classe. Al contrario sono presenti in abbondanza silicio, titanio e manganese. La causa è la lenta velocità di rotazione, 14 km/s, molto bassa rispetto ad altre stelle di classe B; la cappa esterna della stella rimane inalterata permettendo che alcuni elementi penetrino all'interno mentre altri affiorino fino in superficie[2].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Erik Anderson, Charles Francis, XHIP: An Extended Hipparcos Compilation, in Astronomy Letters, 23 marzo 2012.arΧiv:1108.4971
  2. ^ stars.astro.illinois.edu. URL consultato il 6 aprile 2012.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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