Adalgiso Ferrucci

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Adalgiso Ferrucci
NascitaPico, 10 maggio 1891
MorteCampagna italiana di Grecia, 7 novembre 1940
Cause della morteMorto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
Anni di servizio1912-1940
Gradotenente colonnello in servizio permanente effettivo
GuerrePrima guerra mondiale
Guerra di Spagna
Seconda guerra mondiale
CampagneCrisi di Corfù
Campagna italiana di Grecia
Decorazionivedi qui
dati tratti da Le medaglie d'oro al valor militare volume primo (1929-1941)[1]
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Adalgiso Ferrucci (Pico, 10 maggio 1891Campagna italiana di Grecia, 7 novembre 1940) è stato un militare italiano, decorato di medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Pico, provincia di Frosinone, il 10 maggio 1891, figlio di Emilio[N 1] e Laura Clorinda Capparelli.[2][3] Arruolato nel Regio Esercito nel gennaio 1912, in forza all'83º Reggimento fanteria, fu inviato in Libia dove fu promosso sottotenente di complemento dopo un corso frequentato presso il IX Corpo d'armata.[2] Assegnato al 16º Reggimento fanteria, ritornò in Patria nel 1914, e col reggimento mobilitato il 24 maggio 1915 entrò in guerra contro l'Impero austro-ungarico.[2] Nel corso del 1915 fu decorato con una medaglia d'argento al valor militare, entrando in servizio permanente effettivo nell'agosto dello stesso anno.[2] Nel febbraio 1917 fu promosso capitano assumendo il comando della 916ª Compagnia mitraglieri Fiat.[2] Nel 1923 fece parte del Corpo di occupazione dell'isola di Corfù.[3] Divenuto maggiore nell'ottobre 1930, sette anni dopo fu promosso tenente colonnello e nel marzo 1939 partiva volontario per combattere nella guerra di Spagna.[2] Rientrò in Italia alla fine dell'anno, prestando servizio dapprima presso il Comando del Corpo d'armata corazzato e dal 3 marzo 1940 al 47º Reggimento fanteria della 23ª Divisione fanteria "Ferrara" allora dislocato in Albania.[2] Dopo l'inizio della campagna italiana di Grecia cadde in combattimento il 7 novembre 1940, e fu successivamente insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2] Lasciava la moglie Bianca Abbruzzini e due figlie Marina e Anna Maria.[3] Una via di Formia porta il suo nome.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di colonna, audace ed entusiasta, sempre alla testa dei reparti avanzati che animava con la sua fede e con giovanile entusiasmo, sempre presente ove maggiore era il pericolo, guidava arditamente le sue truppe in più giorni di aspri combattimenti, espugnando importanti posizioni saldamente fortificate. Durante un’azione oltremodo violenta, contrastata da intensa reazione dell’avversario che era riuscito ad arrestare il movimento del battaglione, si portava di propria iniziativa alla testa dei suoi fanti e li precedeva nell’attacco riuscendo con l’esempio del suo indomito valore e con magnifico sprezzo del pericolo, ad imprimere nuovo slancio al movimento offensivo. Nel corso di tale eroica azione veniva colpito a morte. Superba figura di fante e di comandante audace e trascinatore. Delvianki – Doliana – Profeta Elia (Fronte Greco), 28 ottobre – 7 novembre 1940.[4]»
— Regio Decreto 1 agosto 1941.[5]
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«In un assalto, guidò con mirabile ardimento il suo plotone, penetrando per primo nel reticolato. Ferito, continuò ad incitare con le parole e col gesto i propri dipendenti. Polazzo, 20-25 giugno 1915
Cavaliere dell'ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio Decreto 18 aprile 1931.[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Suo padre si stabilì successivamente a Formia in qualità di dirigente delle Ferrovie dello Stato impegnato nella linea ferroviaria direttissima RomaNapoli allora in costruzione, e proprietario di una fabbrica di laterizi in cemento ad Acquatraversa in cui lavoravano circa venti operai, quasi tutti di Maranola.

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare 1965, p. 448.
  2. ^ a b c d e f g h Combattenti Liberazione.
  3. ^ a b c Formia e la sua storia.
  4. ^ Quirinale - scheda - visto 23 gennaio 2023.
  5. ^ Registrato alla Corte dei conti il 9 settembre 1941, guerra, registro 29, foglio 121.
  6. ^ Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n.240 del 16 ottobre 1931, pag.5053.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare, Le medaglie d'oro al valor militare volume primo (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 448.
  • Michele Maddalena, Presenti alla Bandiera, Treviso, Ed. Arti grafiche Caramanica, 1961.
  • Willy Pocino, I Ciociari. Dizionario bibliografico, Roma, Edizione Piramide, 1961.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]