Blondi
Blondi (1941 – Berlino, 29 aprile 1945) era il cane da pastore tedesco di Adolf Hitler.[1]
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Adolf Hitler ebbe già un altro pastore tedesco in precedenza, nel 1921, ma fu costretto a dare via il cane a causa di un periodo di povertà. Il cane scappò e tornò da lui. Hitler, assistendo a questa prova di notevole lealtà, sviluppò una certa simpatia per la razza.
Blondi venne regalata al Führer da Martin Bormann nel 1941. A detta di tutti, Hitler era molto affezionato a Blondi e la teneva spesso al proprio fianco, mentre la segretaria di Hitler, Traudl Junge, ha dichiarato in seguito che Eva Braun la detestava e che talvolta la prendeva a calci.[2] Il dittatore inoltre giocava con lei regolarmente, anche durante gli intervalli nelle riunioni militari: fu notato che quando Blondi eseguiva correttamente esercizi e trucchi Hitler si rilassava, divenendo più ricettivo verso le proposte dei suoi generali, al punto che un ufficiale ebbe a dichiarare: "Ho avuto a volte l'impressione che l'esito della campagna di Russia dipendesse più da Blondi che dallo stato maggiore tedesco".[3]
Stette con Hitler anche dopo che egli si trasferì nel Führerbunker, nel quale le permetteva di dormire nella sua camera da letto, durante la caduta di Berlino, e nell'aprile 1945 diede alla luce cinque cuccioli, con il pastore tedesco dell'architetta Gerdy Troost, Harass. Hitler chiamò uno dei cuccioli "Wolf", il suo soprannome preferito e il significato del suo nome "Adolf". Nei suoi ultimi giorni il Führer divenne "emotivamente dipendente" da Blondi, arrivando a rischiare la vita per portarla a passeggiare quotidianamente fuori dal bunker.[4] Prima di darsi la morte, ordinò a uno dei suoi medici personali, il dottor Werner Haase, di testare su Blondi le pillole di cianuro che gli sarebbero servite per il suicidio.[5][6]
I soldati dell'Armata Rossa, una volta giunti al bunker, trovarono i corpi di Blondi e di un suo cucciolo. Fritz Tornow, sergente della Wehrmacht che prestò servizio come addestratore di cani di Hitler, portò i cuccioli di Blondi in una zona boschiva vicina e li uccise.[7] Il quarto cucciolo venne regalato alla sorella di Eva, Gretl.[8]
Nella cultura di massa
[modifica | modifica wikitesto]Musica
[modifica | modifica wikitesto]- Blondi è citata nella canzone Ich hock' in meinem Bonker (2006), di Walter Moers, e compare anche nel videoclip della stessa. In una scena, fa addirittura il bagno con Hitler.
- È citata anche nella canzone Asperger (2012), de I Cani, contenuta nell'EP I cani non sono i pinguini non sono i cani, pubblicato insieme ai Gazebo Penguins.
Cinema e teatro
[modifica | modifica wikitesto]- È presente in alcune scene del film La caduta di Berlino (1949), del cineasta sovietico Michail Čiaureli. La sua presenza nel bunker con Hitler viene documentata così come la sua fine: Blondi ingoia una pillola di cianuro inserita in un pasticcino.
- Viene menzionata in Gold (1992), del regista gallese Peter Greenaway.
- Compare in più punti del film La caduta - Gli ultimi giorni di Hitler (2004), che narra gli ultimi giorni di vita del dittatore.[9]
- È presente anche in molte scene del film Mein Führer - La veramente vera verità su Adolf Hitler (2007).
- È anche riconoscibile in una scena del film Operazione Valchiria (2008), sempre accanto a Hitler.
- Nel 2012 è stato realizzato un cortometraggio dal titolo Blondi, el perro de Hitler, diretto dal regista spagnolo Hugo De La Riva.[10]
- Nel 2013 l'attrice Federica Fracassi interpretò il monologo Blondi di Massimo Sgorbani, con la regia di Renzo Martinelli e prodotto dal Piccolo Teatro di Milano, nel quale il rapporto tra Hitler e Blondi è raccontato dal punto di vista di quest'ultima.[11][12]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (ES) Los perros de Adolf Hitler, su historia.nationalgeographic.com.es, 16 agosto 2022. URL consultato il 20 agosto 2022.
- ^ (EN) Callum Hoare, Hitler bizarre relationship with 'almost human' dog Blondi: 'Loved her more than Eva', su express.co.uk, 29 novembre 2020. URL consultato il 30 agosto 2022.
- ^ (EN) Thomas Fuchs, A Concise Biography of Adolf Hitler, Penguin Books, 2000, p. 13, ISBN 9781101127377.
- ^ (EN) James Serpell, In the Company of Animals: A Study of Human-Animal Relationships, Cambridge University Press, 1996, p. 33, ISBN 9780521577793.
- ^ Blondi, la storia dell'amato cane di Hitler, su berlinomagazine.com, 1º luglio 2020. URL consultato il 20 agosto 2022.
- ^ (EN) Boria Sax, Animals in the Third Reich: Pets, Scapegoats, and the Holocaust, A&C Black, 1º gennaio 2000, pp. 87-89, ISBN 978-0-8264-1289-8. URL consultato il 20 agosto 2022.
- ^ (EN) Internet Archive, The Hitler book, Public Affairs, 2005, p. 273, ISBN 978-1-58648-366-1. URL consultato il 20 agosto 2022.
- ^ (ES) La cruel muerte de Blondi, la perra de Adolf Hitler, su abc.es, 27 ottobre 2014. URL consultato il 20 agosto 2022.
- ^ (DE) Die letzten Tage des "Tausendjährigen Reichs", su stern.de. URL consultato il 22 agosto 2022.
- ^ (ES) Blondi, el perro de Hitler, su promofest.org. URL consultato il 20 agosto 2022.
- ^ Vita da cane, su ricerca.repubblica.it. URL consultato il 20 agosto 2022.
- ^ Teatro: Blondi, il cane di Hitler, su vanityfair.it, 25 marzo 2013. URL consultato il 20 agosto 2022.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Antony Beevor, Berlino 1945. La caduta (Berlin: The Downfall 1945, 2002; negli USA col titolo The Fall of Berlin, 1945), traduzione di Enzo Peru, a cura di Maurizio Pagliano, Collana Storica, Milano, Rizzoli, 2002, ISBN 978-88-17-87028-3.
- Angela Lambert, The Lost Life of Eva Braun, St. Martin's Press, 2007, ISBN 978-03-12-36654-4.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Blondi
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Blondi (1941-1945), su it.findagrave.com.