Berghof
Berghof | |
---|---|
Il Berghof in una foto d'epoca | |
Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Land | Baviera |
Località | Berchtesgaden |
Indirizzo | Hintereck, 2 |
Coordinate | 47°38′01″N 13°02′31″E / 47.633611°N 13.041944°E |
Informazioni generali | |
Condizioni | Demolito |
Demolizione | 30 aprile 1952 (rovine) |
Distruzione | 25 aprile 1945 |
Realizzazione | |
Architetto | Albert Speer |
Appaltatore | HOCHTIEF Aktiengesellschaft |
Costruttore | Otto Winter |
Proprietario | Adolf Hitler |
Committente | Adolf Hitler |
Il Berghof era la casa di Adolf Hitler nell'Obersalzberg delle Alpi Salisburghesi vicino a Berchtesgaden, in Baviera, a una ventina di chilometri da Salisburgo.
Indice
Storia[modifica | modifica wikitesto]
Hitler e il Berghof[modifica | modifica wikitesto]

Il Berghof era inizialmente una piccola casa di vacanza, chiamata Haus Wachenfeld. Fu costruita da un uomo d'affari di Buxtehude, Otto Winter. Morto Otto Winter la vedova affittò la casa a Hitler per 100 Reichsmark nel 1928. Nel 1933 Hitler riuscì ad acquistare la casa grazie alle vendite di Mein Kampf. Il luogo, molto scenografico, si trova in un punto dove sembra che il Königssee sia vicinissimo, ed è situato sulla stessa montagna che ospita il Kehlsteinhaus, o Nido d'Aquila, che fu raramente visitato da Hitler a causa della sua paura per l'altitudine. Molte case di montagna furono costruite nelle vicinanze dai gerarchi nazisti (con edifici annessi per il loro personale e la loro sicurezza).
Il piccolo chalet fu ricostruito e continuamente ampliato fino alla fine della guerra. Fu aggiunta una grande terrazza, venne decorato in stile rustico alpino e la sala da pranzo fu rivestita di pino cembro. Nella grande sala furono dipinte finte finestre con immagini dei paesi della patria di Hitler, la nativa Austria.
Il Berghof è stato visitato da Albert Speer, Heinrich Himmler, Joachim von Ribbentrop, Joseph Goebbels, Karl Wolff, Reinhard Heydrich, da Galeazzo Ciano e anche da Mussolini.
Conquista alleata[modifica | modifica wikitesto]
Le prime truppe alleate arrivate al Berghof furono la 3rd Infantry Division statunitense che conquistò Berchtesgaden e il Berghof. Quattro giorni dopo arrivò la 2ª Divisione corazzata francese che conquistò il Nido d'Aquila. Il terzo battaglione del 506º Reggimento arrivò a Berchtesgaden da una strada differente e perse alcuni uomini in uno scontro a fuoco con due nazisti che difendevano il Berghof.[senza fonte]
Il Berghof fu bombardato il 25 aprile 1945, dodici giorni prima della resa della Germania nazista avvenuta il 7 maggio, da 318 Avro Lancaster. Le rovine furono demolite il 30 aprile 1952.
Sia la 3ª Divisione di fanteria statunitense che la 2ª Divisione corazzata francese GTV (Groupement Tactique Vézinet) arrivarono a Berchtesgaden il 4 maggio 1945. Il Berghof fu conquistato il 6 maggio dai francesi e gli statunitensi vi arrivarono solo due giorni dopo, furiosi di aver perso il trofeo di guerra.[senza fonte]
Eventi importanti al Berghof[modifica | modifica wikitesto]
- 4 settembre - 5 settembre 1936: il ministro inglese Lloyd George incontra Hitler al Berghof.
- 22 ottobre 1937: l'ex re del Regno Unito Edoardo VIII con la moglie Wallis Simpson s'incontra con Hitler al Berghof.
- 12 febbraio 1938: il presidente del consiglio austriaco Kurt von Schuschnigg incontra Hitler che gli impone la legalizzazione del Partito Nazista Austriaco e l'entrata nel governo come ministro degli esteri del feldmaresciallo Arthur Seyss-Inquart.
- 15 settembre 1938: il primo ministro inglese Neville Chamberlain incontra Hitler al Berghof, per trovare una soluzione pacifica per i Sudeti che porterà al Patto di Monaco.
- 8 agosto 1939: il ministro degli esteri ungherese conte Csáky incontra Hitler, che lo informa dell'attacco alla Polonia
- 11 - 12 agosto 1939: Hitler informa il ministro degli esteri dell'Italia fascista Galeazzo Ciano dell'attacco alla Polonia.
- maggio-giugno 1940: varie riprese a colori sulla terrazza da parte di Eva Braun, con pellicola 16 mm (celebri filmati con scena di Hitler che accarezza il cane).
- 6 giugno 1944: Hitler è informato al Berghof sullo sbarco in Normandia.
- 7 giugno 1944: il giorno dopo il D-Day, Hitler riceve la visita del colonnello Claus von Stauffenberg.
Soggiorni di Hitler al Berghof durante la Seconda Guerra Mondiale[modifica | modifica wikitesto]
Questa tabella riporta la data di inizio e fine dei soggiorni di Hitler al Berghof durante la Seconda guerra mondiale.
Dal | Al |
---|---|
10 giugno 1940 | 14 giugno |
26 luglio | 3 agosto |
8 agosto | 12 agosto |
17 agosto | 29 agosto |
4 ottobre | 8 ottobre |
16 ottobre | 20 ottobre |
16 novembre | 19 novembre |
27 novembre | 2 dicembre |
13 dicembre | 16 dicembre |
28 dicembre | 27 gennaio 1941 |
7 febbraio | 14 marzo |
9 maggio | 11 giugno |
11 giugno 1942 | 20 giugno |
12 novembre | 22 novembre |
22 marzo 1943 | 2 maggio |
21 maggio | 30 giugno |
8 novembre | 15 novembre |
24 febbraio 1944 | 14 luglio |
Complessivamente Hitler ha trascorso al Berghof 280 giorni fino al 1944, poi a causa della disfatta militare si stabilì definitivamente nel più sicuro Führerbunker di Berlino.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- P. Guido, Il Berghof di Hitler, ISEM, Milano, 2ª Edizione, 2013, ISBN 978-88-87077-07-0
- H. Eberle, U. Eberle, The Unknown Hitler
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Berghof
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- "Berghof Visitors", su thirdreichruins.com.
- "Dokumentation Obersalzberg" (Un'esibizione permanente sull'Obersalzberg e sul Terzo Reich dell'Istituto di Storia Contemporanea -IfZ - di Monaco e Berlino)
- Chambermaid al Berghof - (in Tedesco) con interessanti immagini, su droemer-knaur.de (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2007).
- Adolf Hitler's Home on the Obersalzberg, 1927-1945, su thirdreichruins.com.
- Berchtesgaden-Obersalzbert - Biografia selezionata, su thirdreichruins.com.
- Berchtesgaden Intercontinental Hotel(Hotel aperto nella vicina ex residenza di Goering)
- Don't Mention the War, The Sydney Morning Herald, Gary A Warner, 18 agosto, 2006.
- - in Francese, su anac-fr.com. URL consultato il 4 novembre 2007 (archiviato dall'url originale il 24 ottobre 2007).
- - in Francese, su gastoneve.org.uk.
- Kehlsteinhaus su Google Maps, su maps.google.es.