Yamaha Raptor 700

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Yamaha Raptor 700
Raptor 700R
CostruttoreBandiera del Giappone Yamaha Motor
TipoQuad-bike
Produzionedal 2006
Sostituisce laYamaha Raptor 660

Il Yamaha Raptor 700 è uno quad-bike prodotto dalla casa motociclistica giapponese Yamaha Motor dal 2006.

Ampiamente utilizzato in varie competizioni motoristiche, ha vinto dal 2009 al 2023 per quindici edizioni consecutive il Rally Dakar.

Il Raptor 700, che va a sostituire il Raptor 660, è alimentato da un motore quattro tempi a benzina monocilindrico da 686 cm³ con alimentazione ad iniezione elettronica di carburante e distribuzione monoalbero a camme in testa a quattro valvole, con avviamento elettrico e raffreddamento a liquido, a cui è abbinato ad un cambio manuale a cinque marce con retromarcia.[1]

Caratteristiche tecniche[modifica | modifica wikitesto]

Caratteristiche tecniche - Yamaha Raptor 700
Dimensioni e pesi
Meccanica
Tipo motore: quattro tempi monocilindrico Raffreddamento: a liquido
Cilindrata 686 cm³ (Alesaggio 102 × Corsa 84 mm)
Distribuzione: SOHC a quattro valvole Alimentazione: Iniezione Yamaha, corpo farfallato da 45 mm
Potenza: Coppia: Rapporto di compressione: 10.0:1
Frizione: a bagno d'olio multidisco Cambio: sequenziale a cinque marce con retromarcia
Accensione elettronica con ECU a 32 bit
Trasmissione a catena
Avviamento elettrico
Ciclistica
Telaio tubolare
Sospensioni Anteriore: Doppio braccio oscillante indipendente / Posteriore: Forcellone in alluminio pressofuso
Freni Anteriore: Doppio disco idraulico ventilato a doppio pistoncino
Pneumatici anteriori: Maxxis AT22 x 7-10 radiale - posteriori Maxxis AT20 x 10-9 radiale
Fonte dei dati: [senza fonte]

Palmarès[modifica | modifica wikitesto]

  • al Rally Dakar nelle edizioni 2009, 2010, 2011, 2012, 2013, 2014, 2015, 2016, 2017 2018, 2019, 2020, 2021, 2022, 2023

Note[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Sito ufficiale, su yamahamotorsports.com:80 (archiviato dall'url originale il 9 dicembre 2015). Modifica su Wikidata