Utente:Centoventisei/Sandbox/Editoriale Metro

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Editoriale Metro
StatoBandiera dell'Italia Italia
Forma societariaSocietà a responsabilità limitata
Fondazione1952 a Milano
Fondata daRenato Bianconi
Chiusura2000 (fallimento)
Sede principaleMilano
Persone chiave
  • Renato Bianconi
  • Rosalia Guccione
  • Lia Guccione
  • Alessandro Bianconi
SettoreEditoria
ProdottiFumetti per Bambini
Sito webN/D

http://www.lfb.it/fff/fumetto/test/testate.htm

L'Editoriale Metro - EM è stata una casa editrice italiana specializzata in fumetti per bambini.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Renato Bianconi, dopo aver lavorato presso le Edizioni Alpe (casa editrice fondata a Milano nel 1940 da Giuseppe Caregaro), iniziò l'attività di editore in proprio nel 1952 realizzando una piccola redazione presso la propria abitazione, con il nome Il Ponte. Nel tempo l'Azienda ha subito alcuni cambi di denominazione: da Edizioni Bianconi nel 1962 al definitivo Editoriale Metro nel 1975. Ha utilizzato anche le etichette S.B.G. e Alhambra (nelle quali il Direttore Responsabile era sempre la moglie di Bianconi, Rosalia Guccione, e la stampa era della tipografia Grafica Gibiemme con sede a Segrate, di sua proprietà). Alla fine degli anni ottanta ha iniziato a lavorare in azienda anche il figlio Alessandro, che compariva come Direttore Editoriale.

Renato, il fondatore, vero deux ex machina della casa editrice, era dotato di uno spirito imprenditoriale unico: era una persona d'altri tempi, dotata di una capacità non comune di adattarsi al mercato con intelligenza e velocità. Egli propose le sue produzioni in un mercato dove forte era il predominio delle pubblicazioni Disney, proponendo personaggi americani quali Braccio di Ferro, Felix e Tom & Jerry dei quali aveva acquisito i diritti di pubblicazione per realizzarne nuove storie che gli autori italiani personalizzarono rendendoli molto diversi dagli originali americani, accompagnati da una miriade di personaggi italiani come Soldino[1]. Con Bianconi lavorarono inizialmente grandi autori come Giorgio Rebuffi, che nel 1952 realizzò il personaggio di Trottolino, e Giovan Battista Carpi che creò personaggi di successo come Nonna Abelarda e Geppo.

I personaggi originari americani furono pertanto caratterizzati da una profonda rivisitazione del personaggio originario modificandone i contenuti per potersi rivolgere a un pubblico molto giovane, nonchè adattati al mercato italiano.[2] e a pubblico molto giovane.[3]; le storie, peraltro, non potevano rispettare gli schemi originali americani, nei quali tanti personaggi interagiscono assieme, per cui si decise di far vivere a ciascun personaggio delle avventure in proprio, accentuando e talvolta modificando il loro carattere. Inoltre, vengono introdotti nuovi personaggi, mentre altri, solitamente di secondo piano, nelle storie italiane assumono ruoli più importanti: da una quasi dimenticata avventura di Ralph Stein e Bela Zaboly vengono rispolverati i Ming, stirpe di gnomi malvagi che mirano alla conquista del mondo[4], ma compare anche Eugenio il Gip che però non mantiene le sue qualità "magiche" e assurge più a semplice animale da compagnia. La strega del mare viene ribattezzata Bacheca e le si dona un figlio, Timoteo, assente nel fumetto originale ma che è parte del successo della pubblicazione Italiana. Il papà di Braccio di Ferro viene tramutato in un vecchietto alla perenne ricerca di Italico barbera e quindi viene ribattezzato Trinchetto e anche il gigante Grissino (mutuato da vecchie strisce) qui vive brevi avventure da protagonista. Autore della quasi totalità delle storie è Alberico Motta che abbandona il disegno per dedicarsi al mestiere di sceneggiatore, anche se, anni dopo, riprenderà i pennelli per Edizioni If Disney Italia.

Le modifiche ai personaggi portarono alla realizzazione di storie inedite realizzate in Italia[5]. Soprattutto fra gli anni settanta e ottanta le serie a fumetti pubblicate (principalmente nel tipico formato a libretto 13,5 × 18,5 cm, con periodicità prevalentemente quattordicinale, quindicinale e mensile e storie che variavano da 8 a 24 pagine), godranno di un importante successo non solo in Italia, che le porterà a essere vendute in centinaia di migliaia di copie (si pensi che il solo Braccio di Ferro arrivava anche a 150.000 copie mensili, mentre Geppo 40.000)[6][1], e ristampate numerose volte fino alla fine degli anni novanta, ma anche a edizioni estere pubblicate da editori stranieri[7]. Il successo fu tale che ci fu un periodo in cui a Braccio di Ferro vennero dedicate ben sei pubblicazioni contemporaneamente "cannibalizzando", forse, la testata principale; tuttavia le stesse storie vennero pubblicate per anni all'estero: in Francia ma anche in America stessa, segno della validità delle storie che venivano pubblicate. Molto diffuse ed apprezzate erano le "Storie Minime" della lunghezza di appena due pagine.

Braccio di Ferro Story, spesso indicata anche solo Braccio Story, fu la prima collana di Braccio di Ferro pubblicata interamente dall'Editoriale Metro con questo nome, svolta aziendale del 1975 che non fu solo nominativa ma che coincise con un nuovo approccio al mercato, che si fece molto più aggressivo e spregiudicato, attraverso la proposta di un numero sempre crescente di testate e ristampe, tese ad "aggredire" le edicole sfruttando il più possibile l'apprezzamento del pubblico, che premiava i prodotti attraverso vendite consistenti. Anche in questo senso, fino al 1974 le pubblicazioni seguono una numerazione annuale, ricominciando ogni anno con il n. 1. Dal 1975, in concomitanza con il cambio di denominazione dell'Azienda, che diviene Editoriale Metro, la numerazione diviene progressiva.

La casa editrice divenne ben presto nota per la piena libertà che concedeva ai suoi autori che, pur sottoposti a ritmi di produzioni intensi, lavoravano in un clima di libertà creativa difficilmente riscontrabile altrove. Il modo di lavorare era pertanto funzionale alla sua vasta produzione: i disegnatori non stavano mai con le mani in mano e se un collega era in ritardo con la consegna ce n'era sicuramente uno pronto con una storia sostitutiva. In pratica non veniva preso in considerazione il singolo autore bensì la sua produzione. Bianconi, peraltro, fu il primo a riconoscere ai suoi autori i diritti di ristampa. Presso la Redazione hanno lavorato autori come Giovan Battista Carpi, Pierluigi Sangalli, Giulio Chierchini, Luciano Gatto, Sandro Dossi.[8][9]

Nel dicembre del 1973 nelle edicole compare un nuovo mensile, "Pinocchio", poichè all'epoca chiunque poteva sfruttare il personaggio di Collodi essendo passati più di cinquant'anni dalla sua creazione, e le storie ebbero successo anche grazie al lavoro di Sangalli, assieme ai collaudati Motta, Dossi e Colantuoni. Sangalli è prolifico anche nel disegnare storie di Geppo, il diavolo buono creato da Chierchini e perfezionato da Carpi, ma ben presto le consegne dei fumetti del collerico marinaio lo pressano e gran parte del lavoro diventa esclusiva dell'eclettico Sandro Dossi, già collaboratore alle chine (che, con la chiusura delle Edizioni Bianconi, saprà essere a suo agio anche con i personaggi Disney, Warner Bros e Hanna & Barbera).

Crisi e chiusura[modifica | modifica wikitesto]

Verso la fine degli anni ottanta Renato Bianconi, ammalatosi, fu costretto a delegare ogni attività alla moglie, venendo poi a mancare nel 1993. La sua assenza si fece sentire fin da subito, tanto che già negli anni ottanta, insieme al calare delle tirature, iniziarono a sorgere le prime difficoltà economiche, al punto che i grandi uffici dell'Azienda furono venduti a Rete Quattro, che vi portò la propria sede[1]. La vedova cercò di proseguire l'attività ma nè lei nè il figlio Alessandro avevano le capacità imprenditoriali del fondatore. Provarono a mantenere in vita una testata a nome Braccio di Ferro operando un restyling grafico dei personaggi, rendendoli più moderni, ma il tentativo non sortì gli effetti sperati.

Pier Luigi Sangalli fu l'ultimo degli autori, poco dopo Sandro Dossi, a lasciare la casa editrice ormai piena di debiti, visto che i vari personaggi "di contorno" non vendevano più, e anche Braccio di Ferro aveva subito una consistente emorragia di vendite. La Signora Rosalia, prima del definitivo tracollo (si racconta che nell'ultimo periodo non vennero nemmeno pagati gli ultimi lavori degli autori), aveva persino chiesto allo stesso Sangalli di diventare socio, il quale però declinò la proposta considerato che non se la sentiva di accollarsi parte dei debiti.

Negli ultimi anni la Direzione, per il rilancio, aveva in progetto l’edizione a fumetti del Gabibbo, il celeberrimo personaggio di “Striscia la Notizia”. Ma sia stampatore che distributore impedirono alla vedova Bianconi di mandare in porto il progetto malgrado gli accordi presi con Publitalia, l’agenzia pubblicitaria che gestiva il personaggio[1]. Assieme al restyling di Soldino sulla falsariga del "Nuovo Geppo", furono questi gli ultimi, disperati tentativi di risollevare le vendite, ma ormai alla fine degli anni novanta l'indebitamento dell'Azienda fu tale che le ultime pubblicazioni uscirono nel 2000, e nello stesso anno chiuse definitivamente i battenti.

Sedi Principali[modifica | modifica wikitesto]

  • Il Ponte (1952) - Viale Fabio Testi 1, Milano
  • Edizioni Bianconi (1962) - Via Monte Nevoso 17, Milano - Via Guido Gozzano 3, Milano
  • Editoriale Metro (1975) - Via Carlo Pisacane 16, Milano - Via Grazia Deledda 2, Milano
  • Edizioni Alhambra - Corso Monforte 27, Milano

Organigramma[modifica | modifica wikitesto]

  • Direttori Responsabili: Lia Guccione, Renato Bianconi, Rosaria Guccione
  • Direttori Editoriali: Alessandro Bianconi

Personaggi e Testate[modifica | modifica wikitesto]

Fra i molti personaggi e le relative testate si ricordano Braccio di ferro, Soldino, Nonna Abelarda ma poi ci sono tantissimi personaggi secondari come Adam, Aiace il fantasma, Aladino, Attila, Birillo Bill e molti altri[8] Braccio di Ferro:

  • Braccio di Ferro (Bianconi/Metro, Dicembre 1963 - Gennaio 1994): 817 Albi
  • Nuovo Braccio di Ferro (1994-2000):furono pubblicati 55 numeri tra il 1996 ed il 2000. E’ la prosecuzione della serie originale , il canto del cigno delle serie dedicata a Braccio di Ferro, conteneva storie nuove e ristampe
  • Super Braccio di Ferro (Bianconi/Metro) almeno 435 numeri pubblicati dal 1964 al 1994. E’ la prima serie di ristampe (all’inizio raccolte dei numeri precedenti)
  • Braccio di Ferro Oro - Albo Gigante (Bianconi) , uno speciale del 1965 in grande formato che conteneva anche storie inedite
  • POPEYE (S.B.G/Bianconi/Metro) 268 numeri dal 1970 al 1991. E’ la seconda serie di ristampe, prima in formato che inizia in formato pocket e usa il nome originale per il personaggio principale. Contiene anche storie nuove, ad esempio quelle disegnate da Motta furono pubblicate per la prima volta sulla testata nel periodo Bianconi.
  • BRACCIO DI FERRO STORY/ BRACCIO STORY (Metro) Terza serie di ristampe con vignette rimontate presente ininterrottamente in edicola dal 1975 al 1994, per un totale di 195 numeri.
  • BRACCIO DI FERRO GIGANTE (Metro) 42 numeri dal 1977 al 1980. Ristampe in formato grande
  • GRAN BRACCIO DI FERRO (Metro) almeno 196 numeri dal 1979 al 2000. Raccolta bimestrale
  • TUTTO BRACCIO(Metro) 144 numeri tra il 1981 e il 1996. Raccolta di rese
  • BRACCIO E SPINACI(Metro) sono usciti almeno due numeri pubblicati nel 1982. Raccolta di rese
  • GRAN POPEYE (Metro) 36 numeri tra il 1982 ed il 1990. Raccolta di rese
  • OKEY BRACCIO(Metro) escono almeno 36 numeri tra il 1983 e il 1990. Raccolta di rese
  • COLLANA R.A.F (Metro), testata con vari personaggi e generi durata 55 numeri tra il 1983 ed il 1991. Pubblica avventure di Braccio di Ferro nei numeri tra il 35 e 55
  • BRACCIO DI FERRO MESE (Metro), 79 numeri dal 1985 al 1991. Ristampa
  • BRACCIOPIÙ/BRACCIO DI FERRO PIÙ (Metro) 19 numeri dal 1987 al 1993. Testata che proponeva ristampe e storie d’altri personaggi Bianconi nonché storie originali di Bud Sagendorf rimontate e con ritocchi di Mario Sbattella
  • BRACCIO DI FERRO SERIE ORO (Metro) almeno 42 numeri tra il 1990 ed il 1995. Ristampe
  • COMICS BRACCIO DI FERRO (Metro) almeno 35 numeri tra il 1991 ed il 1997 . Raccolta di rese
  • FORZA BRACCIO (Metro) 8 numeri tutti a colori (cosa che in casa Bianconi era una rarità) usciti tra il 1993 e il 1994. Ristampe

Geppo Soldino/Pipo (luglio 1957 - dicembre 1961 Il Ponte, gennaio 1962 - dicembre 1974, Edizioni Bianconi, gennaio 1975 - settembre 1992 Metro 193): Albi Trottolino Timoteo Provolino

Nonna Abelarda:

Volpetto Pinocchio Tarzanetto Felix Polibio Chico Bongo Mago Merlotto Tom & Jerry Astor (ispirato alla serie televisiva USA, The Monsters) Saruzzo Baldo (il sergente delle giubbe rosse creato da Luciano Bottaro) Big Robot Bongo (nato dalla matita di Tiberio Colantuoni) Devy Croc Il Gigante Grissino Pepito (creato da Luciano Bottaro) Poldo

• SUPER COMICONE (Metro) almeno 25 numeri tra il 1989 ed il 1991. Super raccoltona con albi a sorpresa, nel senso che all’interno erano messi a caso albi di varie testata, perlopiù Geppo e Braccio di Ferro

• FESTIVAL (Metro) serie contenitore di 14 numeri tra il 1991 e il 1995. Raccolte di rese di varie testate dell’Editoriale Metro in alcuni numeri ci sono recuperi degli albi di Braccio di Ferro (1,2, 3, 4, 5, 10, 12) • FANTASTICO (Metro) , testata contenitore di almeno 10 numeri pubblicata nel 1992. Raccolte di rese di varie testate dell’Editoriale Metro in alcuni numeri ci sono recuperi degli albi di Braccio di Ferro (numeri 1,4,6) • CAROSELLO (Metro) 11 numeri pubblicata tra il 1992 ed il 1995. Raccolte di rese di varie testate dell’Editoriale Metro in alcuni numeri ci sono recuperi degli albi di Braccio di Ferro.

Autori[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d [1]
  2. ^ Il primo Linus - uBC Fumetti, su www.ubcfumetti.com. URL consultato il 17 maggio 2017.
  3. ^ FFF - FELIX, su www.lfb.it. URL consultato il 18 maggio 2017.
  4. ^ Braccio di Ferro - L'irresistibile fumetto Popeye di Segar, su www.slumberland.it. URL consultato il 17 maggio 2017.
  5. ^ Braccio di Ferro, su www.guidafumettoitaliano.com. URL consultato il 2 febbraio 2017.
  6. ^ [2]
  7. ^ FFF - Popeye (Braccio di ferro), su www.lfb.it. URL consultato il 22 maggio 2017.
  8. ^ a b Nico Vassallo, Il fumetto umoristico italiano dimenticato - afnews.info, in afnews.info, 7 gennaio 2015. URL consultato il 18 maggio 2017.
  9. ^ La storia degli albi Bianconi in un volume antologico, su Sbam! Comics. URL consultato il 19 aprile 2016.

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