Splendori e miserie di Madame Royale

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Splendori e miserie di Madame Royale
Paese di produzioneItalia, Francia
Anno1970
Durata103 min
Generedrammatico, commedia
RegiaVittorio Caprioli
SoggettoVittorio Caprioli
SceneggiaturaVittorio Caprioli, Enrico Medioli, Bernardino Zapponi
Casa di produzioneMega Film, Société Nouvelle de Cinématographie
FotografiaGiuseppe Rotunno
MontaggioRuggero Mastroianni
MusicheFiorenzo Carpi (dirette da Bruno Nicolai)
ScenografiaPier Luigi Pizzi
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Splendori e miserie di Madame Royale è un film del 1970 diretto da Vittorio Caprioli.

Pellicola di produzione italo-francese, di cui Caprioli è regista, interprete, nonché autore di soggetto e sceneggiatura (insieme a Enrico Medioli, Bernardino Zapponi).

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Alessio è un ballerino omosessuale che ha abbandonato il mondo dello spettacolo per prendersi cura di Mimmina, figlia di un suo vecchio amante e mantenuto. Mimmina si caccia ripetutamente nei guai e viene arrestata dopo aver avuto un malore a seguito di un aborto clandestino (all'epoca in cui fu girato il film la pratica dell'aborto era ancora illegale).

Alessio, che per vivere fa il corniciaio, nelle vesti di "Madame Royale", tiene periodicamente degli intrattenimenti en travesti con gli amici della comunità omosessuale, tra cui "Bambola di Pekino". Viene preso di mira dal commissario di polizia che ha arrestato Mimmina e, con la promessa di evitare a Mimmina la condanna penale a seguito dell'aborto, lo convincerà a fare l'informatore per la questura.

Grazie alle sue delazioni, la polizia riesce a scoprire alcuni trafficanti di droga e falsari di quadri. Ma le voci delle sue confidenze all'ambiguo commissario, da cui Alessio è attratto, girano velocemente e l'uomo viene abbandonato da tutti gli amici.

Solo e senza protezioni, Alessio decide di lasciare la città. Ma, prima di poter partire, verrà ucciso dalla malavita.

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

Il film è una co-produzione italo francese, della Mega Film e della Société Nouvelle de Cinématographie (SNC).

Tra gli interpreti del film, Felice Musazzi, fondatore e componente della celebrata compagnia teatrale dialettale celebre negli anni sessanta I Legnanesi. Insieme a lui, nel film, compaiono altri attori della medesima compagnia, a cominciare da Tony Barlocco che interpreta un travestito nel salotto di Madame Royale; altri attori della compagnia I Legnanesi che presero parte al film furono Renato Lombardi, Giuseppe Parini, Giampiero Colombo, Gianni Ariodanti, Luigi Zoni e Piergiorgio Colombo.

Secondo la recensione de La Stampa il film "colpisce un vizio, quello degli omosessuali che usano travestirsi, mostrando alcuni di costoro che tengono sconcertanti sedute domenicali camuffati in maniera carnevalesca".[1] Intervistato da Nadia Madeo dello stesso quotidiano, tuttavia, Vittorio Caprioli mette le mani avanti quando ancora le riprese non sono finite. "Il film" spiega, "è una storia d'amore e di solitudine. Un amore puro e autentico di un uomo per una ragazzina. Solo che la dedizione che lui nutre per lei è di tipo materno, e tutto ciò che desidera, alla fine, è essere chiamato mamma". Caprioli si augura, inoltre, che il pubblico capisca "il mio intendimento, che è quello di non prendere posizione, di non formulare giudizi, bensì di sostenere che per amore si può arrivare a tutto, come avviene al mio Alessio". L'idea del film, spiega infine Caprioli, nasce "dalle confidenze che una sera, con grande malinconia, mi fece a Parigi un vecchio signore, costretto dall'età ad abbandonare il locale di Madame Arthur[2] Aveva cercato lavoro e aveva ottenuto un posto da spazzino ma proprio nel suo quartiere, e non si sentiva la forza di affrontare il lavoro in tuta da netturbino proprio nelle strade dove aveva sempre girato in gonna e tacchi alti".[3]

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

Il film uscì nelle sale francesi il 27 agosto 1980. Venne distribuito anche con i titoli: Madame Royale in Grecia e Spagna; O kyrios itan... kyria! in Grecia (titolo della riedizione); Que fais-tu grande folle? in Francia.

Critica[modifica | modifica wikitesto]

«Vittorio Caprioli persegue con alterna fortuna una sua ricerca nei campo della commedia di costume, continuando il discorso iniziato in teatro negli anni cinquanta con i Gobbi. [...] è un peccato che dopo aver azzeccato in pieno i toni grotteschi della prima parte l'autore non riesca a mantenere la stessa leggerezza fino in fondo: il risvolto della vicenda si fa infatti cupamente drammatico, l'intrigo svela qualche forzatura (non è chiaro l'episodio dell'ultima spiata) e le risate si spengono. Rimane l'impressione di un'operetta, densa di notazioni raffinate e di collaborazioni qualificatissime: come quella di Fiorenzo Carpi per l'ottimo commento musicale.»

«Opera certamente archetipica e innovatrice nel presentare un mondo inedito non solo nel cinema ma anche nella consapevolezza dell'italiano medio di allora (il salotto con le drag queen, il battuage notturno al Colosseo [...]. Il tutto in chiave non caricaturale - macchiettistica, ma fortemente empatica: il punto di vista è dall'interno [...], privo di qualunque bandiera di rivendicazione, petulanza militante, nobilitazione per via di melodramma. La tragedia si consuma innanzitutto in quanto Alessio è un perdente, un marginale, un ingenuo, un generoso: l'omosessualità viene dopo o a fianco, o è qualcosa in più, non è il motore unico»

Colonna sonora[modifica | modifica wikitesto]

Musiche composte da Fiorenzo Carpi e dirette da Bruno Nicolai. Il testo della canzone Vecchio mio, eseguita da Ugo Tognazzi è di Vittorio Caprioli.


Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ La Stampa, 31 ottobre 1970
  2. ^ un famoso cabaret di drag queen di Parigi
  3. ^ Stampa Sera, 16 giugno 1970
  4. ^ Tullio Kezich, 1977.
  5. ^ Alberto Pezzotta, p. 25.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Tullio Kezich, Il millefilm. Dieci anni al cinema 1967-1977, Edizioni Il Formichiere, 1977.
  • Alberto Pezzotta, Nocturno Dossier. Quei bravi ragazzi. Guida ai film gay più belli del mondo, n. 16.
  • Andrea Meroni e Luca Locati Luciani, Quelle come me. La storia di “Splendori e miserie di Madame Royale”, PM edizioni, 2020.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]