Il caso Moro: differenze tra le versioni

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* [[Bruno Corazzari]]: Segretario della [[Democrazia Cristiana|DC]]
* [[Bruno Corazzari]]: Segretario della [[Democrazia Cristiana|DC]]
* [[Dante Biagioni]]: Presidente del Senato
* [[Dante Biagioni]]: Presidente del Senato
* [[Mario Pastore]]: sé stesso
|doppiatoriitaliani = * [[Silvio Anselmo]]: generale della [[Guardia di Finanza|finanza]]
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|fotografo = [[Camillo Bazzoni]]
|fotografo = [[Camillo Bazzoni]]

Versione delle 15:45, 22 ago 2016

Disambiguazione – Se stai cercando le vicende che videro coinvolto il politico Aldo Moro, vedi Caso Moro.
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Titoli di testa
Paese di produzioneItalia
Durata110 min
Generestorico
RegiaGiuseppe Ferrara
SoggettoRobert Katz
SceneggiaturaArmenia Balducci, Giuseppe Ferrara, Robert Katz
ProduttoreMauro Berardi
FotografiaCamillo Bazzoni
MontaggioRoberto Perpignani
MusichePino Donaggio
ScenografiaFrancesco Frigeri
Interpreti e personaggi

Il caso Moro è un film del 1986 diretto da Giuseppe Ferrara, tratto dal libro del 1982 I giorni dell'ira. Il caso Moro senza censure di Robert Katz, coautore anche della sceneggiatura. Fu il primo film a narrare l'intera vicenda del rapimento di Aldo Moro, con l'interpretazione di Aldo Moro affidata a Gian Maria Volonté. Il film è assolutamente neutrale, gli stati d'animo del presidente sono quelli che si evincono dalle lettere scritte da lui stesso.

Le scene del blitz delle forze dell'ordine che sarebbe avvenuto nel paesino di Gradoli (dove secondo indicazioni fornite da Romano Prodi in una seduta spiritica era emerso che fosse detenuto l'onorevole Aldo Moro) furono girate a Campagnano di Roma.

Trama

Il film ripercorre cronologicamente i 55 giorni del rapimento di Aldo Moro: dalla strage di via Fani fino al rinvenimento del corpo del presidente della Democrazia Cristiana in via Caetani. La pellicola mostra gli eventi che hanno caratterizzato quei giorni; mancano i riferimenti complottisti a ipotesi che sono emerse solo negli anni successivi, come per esempio la presenza di un ufficiale del Sismi nei pressi di via Fani la mattina dell'agguato e i contatti tra Stato e organizzazioni criminali (camorra, banda della Magliana, questa per altro ancora in auge nel 1986) per l'individuazione della prigione di Moro. Vi sono anche alcune scelte artistiche in contrasto con la realtà storica accertata, come il mancato uso di passamontagna da parte dei brigatisti e la figura di Don Stefani che entra nel covo della BR, fatti mai accaduti.

Galleria d'immagini

Curiosità

Note

  1. ^ a b pag.8 de l'Unità del 9/5/1988, vd. sito Archivio Storico Unità.

Collegamenti esterni

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