Innico I d'Avalos: differenze tra le versioni
correz. data |
→Biografia: aggiungo riferimenti |
||
Riga 69: | Riga 69: | ||
== Biografia == |
== Biografia == |
||
Innico nacque probabilmente a Toledo intorno al 1414. Su padre era il connestabile di Castiglia [[Ruy López Dávalos]], caduto in disgrazia e costretto all'esilio per il suo appoggio a [[Enrico di Trastámara (1400-1445)|Enrico d'Aragona]] nelle lotte dinastiche lo avevano opposto a [[Giovanni II di Castiglia]]. La madre di Innico era invece la nobildonna Costanza de Tovar, figlia di [[Sancho Fernández de Tovar]], signore di [[Caracena]] e [[Cevico de la Torre]]. Ruy López si era rifugiato presso la corte valenciana di [[Alfonso V d'Aragona]]. Innico ed i suoi fratelli Alfonso e [[Rodrigo d'Avalos|Rodrigo]] furono paggi al servizio del monarca aragonese. Nel 1432 seguirono Alfonso, detto "il Magnanimo" (in seguito asceso al trono di Napoli nel [[1442]], come [[Alfonso I di Napoli]]) nelle sue campagne in Italia, in Sicilia e a Napoli.<ref>Luise, p. 29</ref> Innico era stato nel frattempo addobbato cavaliere. Nel 1435 venne fatto prigioniero in seguito alla [[Assedio di Gaeta e battaglia navale di Ponza|battaglia navale di Ponza]].<ref> |
Innico nacque probabilmente a Toledo intorno al 1414. Su padre era il connestabile di Castiglia [[Ruy López Dávalos]], caduto in disgrazia e costretto all'esilio per il suo appoggio a [[Enrico di Trastámara (1400-1445)|Enrico d'Aragona]] nelle lotte dinastiche lo avevano opposto a [[Giovanni II di Castiglia]]. La madre di Innico era invece la nobildonna Costanza de Tovar, figlia di [[Sancho Fernández de Tovar]], signore di [[Caracena]] e [[Cevico de la Torre]]. Ruy López si era rifugiato presso la corte valenciana di [[Alfonso V d'Aragona]]. Innico ed i suoi fratelli Alfonso e [[Rodrigo d'Avalos|Rodrigo]] furono paggi al servizio del monarca aragonese. Nel 1432 seguirono Alfonso, detto "il Magnanimo" (in seguito asceso al trono di Napoli nel [[1442]], come [[Alfonso I di Napoli]]) nelle sue campagne in Italia, in Sicilia e a Napoli.<ref>Luise, p. 29</ref> Innico era stato nel frattempo addobbato cavaliere. Nel 1435 venne fatto prigioniero in seguito alla [[Assedio di Gaeta e battaglia navale di Ponza|battaglia navale di Ponza]].<ref>Francisco Alesón, ''Tomo quarto de los Annales de Navarra'', Pamplona, 1709, p. 474.</ref> Innico, come anche diversi nobili e membri della famiglia reale (tra questi [[Alfonso V d'Aragona|Alfonso d'Aragona]], [[Enrico di Trastámara (1400-1445)|Enrico]] e [[Giovanni II d'Aragona|Giovanni]]), venne condotto a Milano, dove rimase prigioniero di [[Filippo Maria Visconti]].<ref> Federica Cengarle, Maria Nadia Covini (a cura di), ''Il ducato di Filippo Maria Visconti, 1412-1447. Economia, politica, cultura'', Firenze University Press, 2015, p. 121</ref> Anche in seguito al rilascio di Alfonso e dei suoi fratelli, avvenuto nel 1436, Innico rimase presso la corte milanese al servizio del Visconti, ricevendo varie gratifiche e incarichi.<ref>Oreste Ferrara, ''Il secolo XVI visto dagli ambasciatori veneziani'', A. Martello, 1960, p. 157</ref> Innico risulta infatti essere stato nominato camerario di Filippo Maria. Venne inoltre investito della titolarità dei feudi di [[Suardi (Italia)|Borgofranco]] e di [[Scaldasole]] nel 1436.<ref>Maria Nadia Covini,''In Lomellina nel Quattrocento: il declino delle stirpi locali e i "feudi accomprati"'', Reti Medievali Rivista, V - 2004/1 (gennaio-giugno), pp. 6-34</ref><ref>Pier Candido Decembrio, ''Vita Philippi Mariae tertij Ligurum ducis'' in ''Rerum Italicarum scriptores'', tomo XX, Bologna, Nicola Zanichelli, 1924, p. 403</ref> |
||
Al servizio dei Visconti, Innico partecipò tra il 1436 e il 1438, ai conflitti che videro opposto il Ducato di Milano alla Repubblica di Venezia nel contesto delle cosiddette [[Guerre di Lombardia]]. |
Al servizio dei Visconti, Innico partecipò tra il 1436 e il 1438, ai conflitti che videro opposto il Ducato di Milano alla Repubblica di Venezia nel contesto delle cosiddette [[Guerre di Lombardia]]. |
||
Innico d'Avalos è ritenuto essere uno dei possibili autori del poema epico-cavalleresco ''Curial e Güelfa'', redatto in catalano con diversi italianismi. |
Innico d'Avalos è ritenuto essere uno dei possibili autori del poema epico-cavalleresco ''Curial e Güelfa'', redatto in catalano con diversi italianismi.<ref>Abel Soler, ''La biblioteca de Enyego/Inico d'Ávalos, gran camarlengo del rey de Aragón en Nápoles'' in Camino Sánchez Oliveira, Alberto Gamarra Gonzalo, Manuel José Pedraza Gracia (a cura di), ''La fisonomía del libro medieval y moderno'', Prensas de la Universidad de Zaragoza, 2019</ref> |
||
Innico fece definitivamente ritorno a Napoli intorno al 1440. Già nel 1439 tuttavia era stato richiamato da re Alfonso, il quale aveva combinato per lui, al fine di ricompensarlo dei suoi servigi, il matrimonio con l'ereditiera Enrichetta Ruffo di Calabria. Tale progetto non era tuttavia andato a buon fine a causa dell'interposizione di [[Antonio Centelles]], il quale sebbene fosse stato originariamente incaricato dal re di fungere da intermediario nella trattativa matrimoniale, finì per sposare egli stesso Enrichetta. Il Centelles in seguito tentò anche di assassinare Innico. |
Innico fece definitivamente ritorno a Napoli intorno al 1440. Già nel 1439 tuttavia era stato richiamato da re Alfonso, il quale aveva combinato per lui, al fine di ricompensarlo dei suoi servigi, il matrimonio con l'ereditiera Enrichetta Ruffo di Calabria. Tale progetto non era tuttavia andato a buon fine a causa dell'interposizione di [[Antonio Centelles]], il quale sebbene fosse stato originariamente incaricato dal re di fungere da intermediario nella trattativa matrimoniale, finì per sposare egli stesso Enrichetta.<ref>Christine Shaw, ''Barons and Castellans: The Military Nobility of Renaissance Italy'', Brill, 2014, p. 187</ref> Il Centelles in seguito tentò anche di assassinare Innico. |
||
Tra il 1444 e il 1447 troviamo Innico in Lombardia, nel Monferrato e in Liguria in qualità di ambasciatore della corona aragonese. |
Tra il 1444 e il 1447 troviamo Innico in Lombardia, nel Monferrato e in Liguria in qualità di ambasciatore della corona aragonese. |
||
Nel 1449 venne nominato gran camerlengo (o camerario) del regno di Napoli, subentrando a Francesco d'Aquino (morto nel 1449). In precedenza Innico era stato luogotenente del d'Aquino presso la [[Regia Camera della Sommaria]]. |
Nel 1449 venne nominato gran camerlengo (o camerario) del regno di Napoli, subentrando a Francesco d'Aquino (morto nel 1449).<ref>Pietro Gentile, ''Lo stato napoletano sotto Alfonso d'Aragona'', in ''Archivio Storico per le Provincie Napoletane'', 23 (1937), p. 23</ref> In precedenza Innico era stato luogotenente del d'Aquino presso la [[Regia Camera della Sommaria]]. |
||
Nel 1452 Innico sposò [[Antonella d'Aquino]], nipote del summenzionato Francesco e contessa di Monteoderisio. |
Nel 1452 Innico sposò [[Antonella d'Aquino]], nipote del summenzionato Francesco e contessa di Monteoderisio. |
||
Troviamo in seguito Innico schierato al fianco di re [[Ferdinando I di Napoli|Ferrante d'Aragona]] nel conflitto che lo vide contrapposto al pretendente al trono napoletano [[Giovanni II di Lorena|Giovanni d'Angiò-Valois]] ([[Congiura dei baroni]]). Innico prese parte alla [[Battaglia di Troia]] del 1462, venendo insignito dell'[[Ordine dell'Ermellino (Napoli)|Ordine dell'Ermellino]]. |
Troviamo in seguito Innico schierato al fianco di re [[Ferdinando I di Napoli|Ferrante d'Aragona]] nel conflitto che lo vide contrapposto al pretendente al trono napoletano [[Giovanni II di Lorena|Giovanni d'Angiò-Valois]] ([[Congiura dei baroni]]). Innico venne fatto prigioniero nella [[battaglia di Sarno]] (1460) e prese parte alla [[Battaglia di Troia]] del 1462, venendo insignito dell'[[Ordine dell'Ermellino (Napoli)|Ordine dell'Ermellino]] nel 1463. |
||
Nel 1467 Innico venne insignito dell'[[Ordine della Giarrettiera]].<ref>Nicholas Harris Nicolas, ''History of the orders of knighthood of the British Empire'', Londra, 1842, p. 92</ref><ref>George Frederick Beltz, ''Memorials of the Order of the Garter'', Londra, 1841, pp. XXI-XXII</ref> |
|||
⚫ | |||
⚫ | Sempre durante il regno di Ferrante, Innico prese parte alla [[Battaglia di Otranto]] del 1480<ref>Cosimo Damiano Fonseca, ''Otranto 1480: atti del convegno internazionale di studio promosso in occasione del V centenario della caduta di Otranto ad opera dei Turchi'' (Otranto, 19-23 maggio 1980), Congedo, 1986, p. 203</ref> e alle operazioni militari in Puglia e Abruzzo contro lo Stato pontificio e la Repubblica di Venzia condotte nell'ambito della cosiddetta [[Guerra di Ferrara (1482-1484)|Guerra di Ferrara]]. |
||
== Famiglia e titoli == |
== Famiglia e titoli == |
Versione delle 00:27, 9 gen 2021
Innico I d'Avalos | |
---|---|
Ritratto del Marchese Innico I d'Avalos, (Opera del Pisanello) | |
Marchese di Pescara Conte di Monteodorisio | |
In carica | 1472 – 12 settembre 1484 |
Predecessore | Francesco Antonio d'Aquino |
Successore | Alfonso II d'Avalos |
Nome completo | Íñigo I d'Avalos |
Altri titoli |
|
Nascita | Toledo, ca. 1414 |
Morte | Napoli, 12 settembre 1484 |
Dinastia | D'Avalos |
Padre | Ruy López Dávalos |
Madre | Constanza de Tovar |
Consorte | Antonella d'Aquino |
Figli |
|
Religione | Cattolicesimo |
Firma |
Don Innico I d'Avalos, anche Inigo (in spagnolo Íñigo) (Toledo, 1414 – Napoli, 12 settembre 1484), fu un condottiero spagnolo appartenente alla nobile famiglia dei d'Avalos.
Biografia
Innico nacque probabilmente a Toledo intorno al 1414. Su padre era il connestabile di Castiglia Ruy López Dávalos, caduto in disgrazia e costretto all'esilio per il suo appoggio a Enrico d'Aragona nelle lotte dinastiche lo avevano opposto a Giovanni II di Castiglia. La madre di Innico era invece la nobildonna Costanza de Tovar, figlia di Sancho Fernández de Tovar, signore di Caracena e Cevico de la Torre. Ruy López si era rifugiato presso la corte valenciana di Alfonso V d'Aragona. Innico ed i suoi fratelli Alfonso e Rodrigo furono paggi al servizio del monarca aragonese. Nel 1432 seguirono Alfonso, detto "il Magnanimo" (in seguito asceso al trono di Napoli nel 1442, come Alfonso I di Napoli) nelle sue campagne in Italia, in Sicilia e a Napoli.[1] Innico era stato nel frattempo addobbato cavaliere. Nel 1435 venne fatto prigioniero in seguito alla battaglia navale di Ponza.[2] Innico, come anche diversi nobili e membri della famiglia reale (tra questi Alfonso d'Aragona, Enrico e Giovanni), venne condotto a Milano, dove rimase prigioniero di Filippo Maria Visconti.[3] Anche in seguito al rilascio di Alfonso e dei suoi fratelli, avvenuto nel 1436, Innico rimase presso la corte milanese al servizio del Visconti, ricevendo varie gratifiche e incarichi.[4] Innico risulta infatti essere stato nominato camerario di Filippo Maria. Venne inoltre investito della titolarità dei feudi di Borgofranco e di Scaldasole nel 1436.[5][6]
Al servizio dei Visconti, Innico partecipò tra il 1436 e il 1438, ai conflitti che videro opposto il Ducato di Milano alla Repubblica di Venezia nel contesto delle cosiddette Guerre di Lombardia.
Innico d'Avalos è ritenuto essere uno dei possibili autori del poema epico-cavalleresco Curial e Güelfa, redatto in catalano con diversi italianismi.[7]
Innico fece definitivamente ritorno a Napoli intorno al 1440. Già nel 1439 tuttavia era stato richiamato da re Alfonso, il quale aveva combinato per lui, al fine di ricompensarlo dei suoi servigi, il matrimonio con l'ereditiera Enrichetta Ruffo di Calabria. Tale progetto non era tuttavia andato a buon fine a causa dell'interposizione di Antonio Centelles, il quale sebbene fosse stato originariamente incaricato dal re di fungere da intermediario nella trattativa matrimoniale, finì per sposare egli stesso Enrichetta.[8] Il Centelles in seguito tentò anche di assassinare Innico.
Tra il 1444 e il 1447 troviamo Innico in Lombardia, nel Monferrato e in Liguria in qualità di ambasciatore della corona aragonese.
Nel 1449 venne nominato gran camerlengo (o camerario) del regno di Napoli, subentrando a Francesco d'Aquino (morto nel 1449).[9] In precedenza Innico era stato luogotenente del d'Aquino presso la Regia Camera della Sommaria.
Nel 1452 Innico sposò Antonella d'Aquino, nipote del summenzionato Francesco e contessa di Monteoderisio.
Troviamo in seguito Innico schierato al fianco di re Ferrante d'Aragona nel conflitto che lo vide contrapposto al pretendente al trono napoletano Giovanni d'Angiò-Valois (Congiura dei baroni). Innico venne fatto prigioniero nella battaglia di Sarno (1460) e prese parte alla Battaglia di Troia del 1462, venendo insignito dell'Ordine dell'Ermellino nel 1463.
Nel 1467 Innico venne insignito dell'Ordine della Giarrettiera.[10][11]
Sempre durante il regno di Ferrante, Innico prese parte alla Battaglia di Otranto del 1480[12] e alle operazioni militari in Puglia e Abruzzo contro lo Stato pontificio e la Repubblica di Venzia condotte nell'ambito della cosiddetta Guerra di Ferrara.
Famiglia e titoli
Fu il secondo figlio maschio di Ruy López Dávalos e della sua terza moglie Costanza de Tovar. Prima di cadere in disgrazia come sostenitore della parte perdente nelle contese dinastiche durante il regno di Giovanni II di Castiglia (1406-1454), cioè la famiglia reale del Regno di Aragona, il padre di Innico fu Connestabile di Castiglia.
Innico assunse la carica di Gran Camerlengo del Regno di Napoli nel 1449, a seguito della morte del titolare in carica, Francesco II d'Aquino e fu oggetto di una medaglia celebrativa di Pisanello. Nel 1452, sposò la nipote di Francesco, Antonella d'Aquino, grazie ad accordi intervenuti con il re Alfonso medesimo.
Dalla moglie, ottenne i feudi e i titoli di marchese di Pescara (terzo della serie creata dalla dinastia aragonese e primo della famiglia d'Avalos), conte di Loreto e di Satriano. Ottenne nel 1452 la contea di Monteodorisio.
Da Antonella, ultima discendente dei D'Aquino, ebbe numerosi figli, dei quali sette raggiunsero l'età adulta[13]:
- Martino (?-1484);
- Costanza d'Avalos (1460-1541), sposò Federico del Balzo;
- Alfonso II d'Avalos (1465-1495), dal 1484 quinto marchese di Pescara e secondo della famiglia d'Avalos, sposò Diana de Cardona;
- Ippolita d'Avalos (?-?), sposò Carlo d'Aragona;
- Innico II d'Avalos (1467-1504), primo marchese del Vasto, sposò Laura da Sanseverino;
- Rodrigo d'Avalos (?-Isola, 1496), conte di Monteodorisio;
- Beatrice d'Avalos (?-?), sposò Giangiacomo Trivulzio marchese di Vigevano.
Inigo e la sua famiglia sono sepolti nella cappella gentilizia della chiesa di Sant'Anna dei Lombardi a Napoli.
Note
- ^ Luise, p. 29
- ^ Francisco Alesón, Tomo quarto de los Annales de Navarra, Pamplona, 1709, p. 474.
- ^ Federica Cengarle, Maria Nadia Covini (a cura di), Il ducato di Filippo Maria Visconti, 1412-1447. Economia, politica, cultura, Firenze University Press, 2015, p. 121
- ^ Oreste Ferrara, Il secolo XVI visto dagli ambasciatori veneziani, A. Martello, 1960, p. 157
- ^ Maria Nadia Covini,In Lomellina nel Quattrocento: il declino delle stirpi locali e i "feudi accomprati", Reti Medievali Rivista, V - 2004/1 (gennaio-giugno), pp. 6-34
- ^ Pier Candido Decembrio, Vita Philippi Mariae tertij Ligurum ducis in Rerum Italicarum scriptores, tomo XX, Bologna, Nicola Zanichelli, 1924, p. 403
- ^ Abel Soler, La biblioteca de Enyego/Inico d'Ávalos, gran camarlengo del rey de Aragón en Nápoles in Camino Sánchez Oliveira, Alberto Gamarra Gonzalo, Manuel José Pedraza Gracia (a cura di), La fisonomía del libro medieval y moderno, Prensas de la Universidad de Zaragoza, 2019
- ^ Christine Shaw, Barons and Castellans: The Military Nobility of Renaissance Italy, Brill, 2014, p. 187
- ^ Pietro Gentile, Lo stato napoletano sotto Alfonso d'Aragona, in Archivio Storico per le Provincie Napoletane, 23 (1937), p. 23
- ^ Nicholas Harris Nicolas, History of the orders of knighthood of the British Empire, Londra, 1842, p. 92
- ^ George Frederick Beltz, Memorials of the Order of the Garter, Londra, 1841, pp. XXI-XXII
- ^ Cosimo Damiano Fonseca, Otranto 1480: atti del convegno internazionale di studio promosso in occasione del V centenario della caduta di Otranto ad opera dei Turchi (Otranto, 19-23 maggio 1980), Congedo, 1986, p. 203
- ^ Soler Salcedo, p. 582
Bibliografia
- Iñigo d'Avalos, conte di Monteodorisio, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 4, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1962.
- Raffaele Colapietra, Il Conte Camerlengo Innigo d'Avalos protagonista dell'umanesimo cortigiano aragonese, in «Napoli Nobilissima», I-II,(1988-1989).
- Domenico Di Spigna, Ferrante d'Avalos, La Rassegna d'Ischia, 1/2009, p. 17-22.
- Flavia Luise, I D'Avalos: una grande famiglia aristocratica napoletana nel Settecento, Napoli, 2006 ISBN 88-207-3978-X
- (ES) Juan Miguel Soler Salcedo, Nobleza Española Grandeza Inmemorial 1520, Vision Libros, 2020, ISBN 978-8417755621.
- (CA) Abel Soler Molina, Enyego d'Àvalos i el Nàpols alfonsí. (La cort napolitana d'Alfons el Magnànim: el context de Curial e Güelfa), Publicacions Universitat de València, 2017, ISBN 978-8491342168
Voci correlate
Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Inico d'Avalos
Collegamenti esterni
- Una pagina sui d'Avalos, su nobili-napoletani.it.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 6309149198265774940009 · CERL cnp01285444 · GND (DE) 144055759 · BNE (ES) XX5654184 (data) · WorldCat Identities (EN) viaf-6309149198265774940009 |
---|