Dragut: differenze tra le versioni

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Fu un comandante navale [[Ottomani|ottomano]] e il successore di [[Ariadeno Barbarossa|Khayr al-Din Barbarossa]].
Dragut fu un comandante navale [[Ottomani|ottomano]], successore di [[Ariadeno Barbarossa|Khayr al-Din Barbarossa]].
Viceré di [[Algeri]] e signore di [[Tripoli]] e [[Mahdia (governatorato)|al-Mahdiyya]] fu spesso lo spietato protagonista di credenze popolari, romanzi e film ed è ricordato per essere stato uno dei più grandi [[Grande ammiraglio|ammiragli]] (in [[Lingua turca|turco]] ''[[Kapudanpaşa]]'') di etnia [[Turchi|turca]] al servizio del [[sultano]].

Viceré di [[Algeri]], Signore di [[Tripoli]] e di [[Mahdia (governatorato)|al-Mahdiyya]], si fece chiamare ''Spada vendicatrice dell'[[Islam]]'' e fu spesso lo spietato protagonista di credenze popolari, romanzi e film.<br />
È ricordato anche per essere stato uno dei più grandi [[Grande ammiraglio|ammiragli]] (in [[Lingua turca|turco]] ''[[Kapudanpaşa]]'') di etnia [[Turchi|turca]] al servizio del [[sultano]].

Dragut fu padre di [[Amurat Dragut]].


== Biografia ==
== Biografia ==
Figlio di Kharabulak, nacque in una povera famiglia contadina. Fu notato da alcuni soldati d'artiglieria inviati dal [[sultano]] al [[il Cairo|Cairo]] e fu arruolato nell'esercito ottomano, entrando al servizio dell'abile e temuto [[Ariadeno Barbarossa|Khayr al-Din Barbarossa]]. Compì numerose scorrerie e saccheggi, specie sulle coste liguri, napoletane e siciliane.
Figlio di Kharabulak, nacque in una povera famiglia contadina. Fu notato da alcuni soldati d'artiglieria inviati dal [[sultano]] a [[Il Cairo]] e arruolato nell'[[esercito ottomano]], entrando al servizio dell'abile e temuto [[Ariadeno Barbarossa|Khayr al-Din Barbarossa]] al cui servizio compì numerose scorrerie e saccheggi, specie sulle coste liguri, napoletane e siciliane.


Prese parte alla [[Battaglia di Prevesa|battaglia navale di Prevesa]] ([[1538]]), contro [[Andrea Doria]] e al fianco di Barbarossa. Divenne talmente potente che [[Carlo V d'Asburgo|Carlo V]] in persona impartì l'ordine di catturarlo a tutti i costi ai genovesi [[Doria]].
Nel [[1538]] prese parte al fianco di Barbarossa alla [[Battaglia di Prevesa|battaglia navale di Prevesa]] contro [[Andrea Doria]] e divenne talmente temuto che [[Carlo V d'Asburgo|Carlo V]] in persona impartì ai [[Doria]] l'ordine di catturarlo a tutti i costi.
Nel [[1540]], di ritorno da una scorreria a [[Capraia Isola|Capraia]], fu accerchiato e sconfitto nella baia della Girolata in [[Corsica]] da [[Giannettino Doria (nipote di Andrea Doria)|Giannettino Doria]]. Dopo la cattura fu consegnato ad [[Andrea Doria]], che lo fece incatenare come galeotto ai remi della sua nave ammiraglia per quattro anni e successivamente venduto come schiavo. Venne liberato pochi anni dopo, probabilmente dietro il pagamento di un ingente riscatto da parte di Khayr al-Din Barbarossa, nel quale era inclusa la concessione data dal [[Bey (carica)|bey]] di [[Tunisi]] dell'isola di [[Tabarca]] alla famiglia genovese dei [[Lomellini (famiglia)|Lomellini]], legata ad [[Andrea Doria]].

Nel [[1540]] nella baia della Girolata in [[Corsica]], di ritorno da una scorreria a [[Capraia Isola|Capraia]], fu accerchiato e sconfitto con tutta la flotta da [[Giannettino Doria (nipote di Andrea Doria)|Giannettino Doria]]. Catturato, fu consegnato ad [[Andrea Doria]], che lo fece incatenare come galeotto ai remi della sua nave ammiraglia per quattro anni. Quindi, ritenuto ormai innocuo, fu venduto come schiavo e liberato pochi anni dopo (probabilmente dietro il pagamento di un ingente riscatto elargito da Khayr al-Din Barbarossa in persona, nel quale era inclusa la concessione data dal [[Bey (carica)|bey]] di [[Tunisi]] dell'isola di [[Tabarca]] alla famiglia genovese dei [[Lomellini (famiglia)|Lomellini]], legata ad [[Andrea Doria]]). Tornò così libero in [[Turchia]].

La sua grande occasione venne nel [[1544]], quando Khayr al-Din Barbarossa si ritirò, lasciando a lui il comando della flotta ottomana. Dagli ottomani fu allora chiamato ''Spada vendicatrice dell'Islam'', per la spietatezza delle sue azioni. Con una serie di alleanze, fra cui anche una discussa con i [[Francia|francesi]], nemici degli [[Spagna|spagnoli]], riuscì a diventare viceré di [[Algeri]], Signore di Tripoli e di al-[[Mahdiyya]] per conto di [[Solimano il Magnifico]].

Nel [[1545]] compie razzie di prigionieri alle [[Cinque Terre]]. Il 25 luglio 1546 sbarca a [[Laigueglia]] e cattura tutti gli abitanti caricandoli sulle sue navi. Successivamente gli stessi vengono liberati dal Capitano Berno che riesce ad impadronirsi della nave corsara sulla quale viaggiavano i laiguegliesi rapiti.
Continuò a imperversare nelle coste del [[Mediterraneo]]. Il 4 luglio [[1549]] assediò [[Rapallo]] in [[Liguria]], depredando la città e le chiese di oggetti sacri religiosi. Dopo tre giorni il [[corsaro]] ripartì dal borgo ruentino, portando via come schiave più di cento fanciulle rapallesi. Nello stesso anno Dragut, sbarcato a [[Palmi]] e attardatosi presso una fonte ombrosa, fu sorpreso e ributtato in mare dagli abitanti.<ref>Vedi G.VALENTE, ''Calabria, Calabresi e Turcheschi nei secoli della pirateria'', Ed. Frama's, 1973, pag.157.</ref>.

Nel 1552 ritornò a Palmi e si vendicò sanguinosamente dello smacco subito 3 anni prima. Assalì l'[[isola d'Elba]] nel [[1553]] e nel [[1555]], non riuscendo tuttavia ad espugnare la fortificata [[Portoferraio]] ma devastando i paesi di [[Grassera]], [[Capoliveri]], [[Marciana (Italia)|Marciana]] ed altri insediamenti dell'isola. Anche l'assedio di [[Piombino]] si risolse con un insuccesso da parte di Dragut. Attaccò e quasi distrusse la città portuale di Terranova (attuale [[Olbia]]) in Sardegna nel 1553.


[[File:Turgutreis Monument.JPG|thumb|left|Il monumento a Turgut Reis nella sua natia [[Bodrum]]]]
[[File:Turgutreis Monument.JPG|thumb|left|Il monumento a Turgut Reis nella sua natia [[Bodrum]]]]
Nel [[1544]] Khayr al-Din Barbarossa si ritirò dalla flotta ottomana, lasciando a lui il comando. Con una serie di alleanze, fra cui anche una discussa con i [[Francia|francesi]], nemici degli [[Spagna|spagnoli]], riuscì a diventare viceré di [[Algeri]], Signore di Tripoli e di al-[[Mahdiyya]] per conto di [[Solimano il Magnifico]]. Negli anni successivi compì diverse razzie lungo le coste del [[Mediterraneo]], soprattutto in [[Liguria]].
Nel luglio [[1551]], Dragut e Sinan Pascià, l'allora grande ammiraglio (''kapudan-i derya'') fratello del gran visir Rüstem Pascià, assalirono le isole maltesi, e dopo un assedio al castello di [[Gozo]] di tre giorni portò via circa 5000 degli abitanti come schiavi. Poi assalirono la fortezza di Tripoli, [[Libia]] e la presero dai [[cavalieri di Malta]]. Si dice che i discendenti degli schiavi maltesi si trovano ancora nel villaggio di [[Tarhuna]], sud-est di Tripoli.
Nel luglio [[1551]], Dragut e Sinan Pascià, l'allora grande ammiraglio (''kapudan-i derya'') fratello del [[gran visir]] Rüstem Pascià, assalirono le isole maltesi e, dopo un assedio di tre giorni al castello di [[Gozo]], portò via circa 5.000 abitanti come schiavi. Successivamente assalirono la fortezza di Tripoli prendendola ai [[cavalieri di Malta]].
Nel luglio del 1552 assalì la cittadella di [[Camerota]], fondata nel VI secolo a.C. all'epoca dei Focesi e fortificata nel 535-553 con un castello e mura di cinta; qui saccheggiò e uccise circa 400 vittime.
Nel luglio del 1552 assalì la cittadella di [[Camerota]] e nl 1553 attaccò e quasi distrusse la città portuale di Terranova (l'attuale [[Olbia]]).

Nel [[1553]] e nel [[1555]] assalì l'[[isola d'Elba]] senza riuscendo ad espugnare la fortificata [[Portoferraio]] ma devastando i paesi di [[Grassera]], [[Capoliveri]], [[Marciana (Italia)|Marciana]] ed altri insediamenti dell'isola. Anche l'assedio di [[Piombino]] si risolse con un insuccesso da parte di Dragut.
Nel luglio del 1554 assediò per una settimana circa la città di [[Vieste]], all'estrema punta del Gargano, incendiandola e devastandola. Decapitò circa 5000 persone sulla roccia ai piedi della Cattedrale detta "Chianca Amara" ancora oggi ben visibile e opportunamente conservata. Deportò giovani e donne da destinare al mercato degli schiavi.
Nel luglio del 1554 assediò per una settimana circa la città di [[Vieste]], all'estrema punta del [[Gargano]], incendiandola e decapitando circa 5.000 persone sulla roccia ai piedi della [[Cattedrale di Vieste|Cattedrale]] e deportando giovani e donne da destinare al [[mercato degli schiavi]]. Nel [[1555]] assediò le cittadine di [[Paola (Italia)|Paola]] e [[Scalea]].

Il 2 luglio [[1555]] assediò la cittadina di [[Paola (Italia)]], la saccheggiò e incendiò, fece strage tra la popolazione arrivando a depredare anche il Convento dei frati Minimi, fondato da [[San Francesco di Paola]]. Nello stesso periodo, le masnade di Dragut, saccheggiarono la città di [[Scalea]]. Fu depredata anche la [[chiesa di San Nicola in Plateis]] e profanato il monumento sepolcrale dell'ammiraglio angioino [[Ademaro Romano]].

Nel 1563 effettuò una memorabile impresa; partendo da [[Napoli]] doppiò [[Santa Maria di Leuca]] risalendo l'[[Adriatico]] fino ad [[Ancona]], facendo prigionieri migliaia di malcapitati

Nel 1564 lanciò ripetuti assalti e saccheggi al borgo di [[Civezza]], nell'attuale [[provincia di Imperia]]. L'eroica resistenza della popolazione del piccolo paesino passò alla storia.


Nel maggio del [[1565]] Dragut si rivolse contro [[Malta]]; assediò il forte di Sant'Elmo, cannoneggiandolo ripetutamente. Il forte tuttavia resistette e contrattaccò.
Nel maggio del [[1565]] Dragut si rivolse contro [[Malta]], assediando il [[forte Sant'Elmo]] e cannoneggiandolo ripetutamente. Proprio durante uno di questi scontri il 18 maggio Dragut morì, ferito alla fronte da una scheggia di pietra. Gli succedette quindi [[Uluch Alì]] (‘Ulūj ‘Alī, chiamato dai cristiani Occhialì o Luccialì) che vendicò Dragut conquistando il forte e uccidendo tutti i superstiti. Il corpo di Dragut fu traslato a Tripoli, ove fu sepolto nella [[moschea]] che venne chiamata Sarāy Dragut.
Durante uno di questi scontri il 18 maggio Dragut morì, ferito alla fronte da una scheggia di pietra. Gli succedette quindi [[Uluch Alì]] (‘Ulūj ‘Alī, chiamato dai cristiani Occhialì o Luccialì) che vendicò Dragut conquistando il forte e uccidendo tutti i superstiti.
<br>Il corpo di Dragut fu traslato a Tripoli, ove fu sepolto, nella [[moschea]] chiamata "Sarāy Dragut" [https://www.flickr.com/photos/37021845@N00/2320918907 (foto)]. La sua tomba si trova ancora là, accanto alla scuola coranica ([[madrasa]]) e ai bagni pubblici ([[hammam]]) che portano ancora il suo nome.


Si dice che Andrea Doria nutrisse tanto rispetto e forse affetto per Dragut da dare lo stesso nome al proprio gatto.
Si dice che Andrea Doria nutrisse tanto rispetto per Dragut da dare lo stesso nome al proprio gatto.


==Bibliografia - Opere letterarie ==
==Bibliografia - Opere letterarie ==

Versione delle 18:53, 16 mar 2019

Turghud Alì o Dragut, Turghut Reis, Darghout Rais, Turhud Rais, Dargut
Dragut in un ritratto popolare
SoprannomeSpada vendicatrice dell'Islam
NascitaBodrum, 1485
MorteGozo, 25 giugno 1565
Luogo di sepolturaTripoli
Etniaturco
ReligioneIslam
Dati militari
Paese servitoImpero ottomano
GradoKapudanpaşa
Battagliebattaglia di Prevesa, assedio di Malta
voci di militari presenti su Wikipedia

Dragut fu un comandante navale ottomano, successore di Khayr al-Din Barbarossa. Viceré di Algeri e signore di Tripoli e al-Mahdiyya fu spesso lo spietato protagonista di credenze popolari, romanzi e film ed è ricordato per essere stato uno dei più grandi ammiragli (in turco Kapudanpaşa) di etnia turca al servizio del sultano.

Biografia

Figlio di Kharabulak, nacque in una povera famiglia contadina. Fu notato da alcuni soldati d'artiglieria inviati dal sultano a Il Cairo e arruolato nell'esercito ottomano, entrando al servizio dell'abile e temuto Khayr al-Din Barbarossa al cui servizio compì numerose scorrerie e saccheggi, specie sulle coste liguri, napoletane e siciliane.

Nel 1538 prese parte al fianco di Barbarossa alla battaglia navale di Prevesa contro Andrea Doria e divenne talmente temuto che Carlo V in persona impartì ai Doria l'ordine di catturarlo a tutti i costi. Nel 1540, di ritorno da una scorreria a Capraia, fu accerchiato e sconfitto nella baia della Girolata in Corsica da Giannettino Doria. Dopo la cattura fu consegnato ad Andrea Doria, che lo fece incatenare come galeotto ai remi della sua nave ammiraglia per quattro anni e successivamente venduto come schiavo. Venne liberato pochi anni dopo, probabilmente dietro il pagamento di un ingente riscatto da parte di Khayr al-Din Barbarossa, nel quale era inclusa la concessione data dal bey di Tunisi dell'isola di Tabarca alla famiglia genovese dei Lomellini, legata ad Andrea Doria.

Il monumento a Turgut Reis nella sua natia Bodrum

Nel 1544 Khayr al-Din Barbarossa si ritirò dalla flotta ottomana, lasciando a lui il comando. Con una serie di alleanze, fra cui anche una discussa con i francesi, nemici degli spagnoli, riuscì a diventare viceré di Algeri, Signore di Tripoli e di al-Mahdiyya per conto di Solimano il Magnifico. Negli anni successivi compì diverse razzie lungo le coste del Mediterraneo, soprattutto in Liguria. Nel luglio 1551, Dragut e Sinan Pascià, l'allora grande ammiraglio (kapudan-i derya) fratello del gran visir Rüstem Pascià, assalirono le isole maltesi e, dopo un assedio di tre giorni al castello di Gozo, portò via circa 5.000 abitanti come schiavi. Successivamente assalirono la fortezza di Tripoli prendendola ai cavalieri di Malta. Nel luglio del 1552 assalì la cittadella di Camerota e nl 1553 attaccò e quasi distrusse la città portuale di Terranova (l'attuale Olbia). Nel 1553 e nel 1555 assalì l'isola d'Elba senza riuscendo ad espugnare la fortificata Portoferraio ma devastando i paesi di Grassera, Capoliveri, Marciana ed altri insediamenti dell'isola. Anche l'assedio di Piombino si risolse con un insuccesso da parte di Dragut. Nel luglio del 1554 assediò per una settimana circa la città di Vieste, all'estrema punta del Gargano, incendiandola e decapitando circa 5.000 persone sulla roccia ai piedi della Cattedrale e deportando giovani e donne da destinare al mercato degli schiavi. Nel 1555 assediò le cittadine di Paola e Scalea.

Nel maggio del 1565 Dragut si rivolse contro Malta, assediando il forte Sant'Elmo e cannoneggiandolo ripetutamente. Proprio durante uno di questi scontri il 18 maggio Dragut morì, ferito alla fronte da una scheggia di pietra. Gli succedette quindi Uluch Alì (‘Ulūj ‘Alī, chiamato dai cristiani Occhialì o Luccialì) che vendicò Dragut conquistando il forte e uccidendo tutti i superstiti. Il corpo di Dragut fu traslato a Tripoli, ove fu sepolto nella moschea che venne chiamata Sarāy Dragut.

Si dice che Andrea Doria nutrisse tanto rispetto per Dragut da dare lo stesso nome al proprio gatto.

Bibliografia - Opere letterarie

Alcune opere letterarie sono state scritte traendo spunto dalla vita di Dragut.

Note


Bibliografia

  • Alessio Bombaci, "Le fonti turche della battaglia delle Gerbe", in Rivista degli Studi Orientali (Roma), XIX (1946), pp. 193–218.
  • Philip Gosse, Storia della pirateria, Bologna, Odoya 2008, ISBN 978-88-6288-009-1
  • Ch. Monchicourt, Episodes de la carrière tunisienne de Dragut, Tunisi, 1918.
  • Ali Riza Sayfi, Turgut Reis, Istanbul, 1994 (ristampa in turco moderno d'un lavoro in turco ottomano del 1911).
  • Anna Celant Marino, "Laigueglia Vicende storiche, tradizioni, opere di interesse artistico, leggende e curiosità" (stampato luglio 1983 ad Albenga).
  • Arrigo Petacco, L'ultima crociata. Quando gli ottomani arrivarono alle porte dell'Europa , Milano, Mondadori 2007, ISBN 978-88-04-57261-9
  • G.Valente, Calabria, Calabresi e Turcheschi nei secoli della pirateria, Ed. Frama's, 1973.

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