Metal Machine Music: differenze tra le versioni

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'''''Metal Machine Music''''' (sottotitolo: '''''The Amine β Ring - An Electronic Instrumental Composition''''') è un album di [[Lou Reed]] pubblicato nel [[1975]].<ref name=allmusic/> Il disco venne originariamente pubblicato come doppio album dalla [[RCA Records]]. In seguito è stato ripubblicato su compact disc dalla [[BMG]] nel [[1997]] ed ancora dalla [[Buddah Records]] nel [[2000]].
'''''Metal Machine Music''''' (sottotitolo: '''''The Amine β Ring - An Electronic Instrumental Composition''''') è un album di [[Lou Reed]] pubblicato nel [[1975]].<ref name=allmusic/> Il disco venne originariamente pubblicato come doppio album dalla [[RCA Records]]. In seguito è stato ripubblicato su compact disc dalla [[BMG]] nel [[1997]] ed ancora dalla [[Buddah Records]] nel [[2000]].


Trattandosi di un disco prettamente rumoristico, fatto di ininterrotti [[Effetto Larsen|feedback]] chitarristici, ''Metal Machine Music'' segna una radicale deviazione dal resto della produzione discografica di Reed e viene spesso considerato come poco più di uno scherzo,<ref name=PZ>{{cita web|url=http://pitchfork.com/reviews/albums/19662-zeitkratzer-metal-machine-music/|titolo=Zeitkratzer - Metal Machine Music|accesso=4 maggio 2016|lingua=en}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.theguardian.com/music/2010/apr/11/morley-lou-reed-metal-machine|titolo=Paul Morley on music: Lou Reed's Metal Machine Music|accesso=4 maggio 2016|lingua=en}}</ref><ref>{{cita web|url=http://thequietus.com/articles/04037-lou-reed-interview-metal-machine-music|titolo=Lou Reed Interview: Metal Machine Music Revisited|accesso=4 maggio 20016|lingua=en}}</ref> {{senza fonte|una sorta di vendetta perpetrata ai danni dell'[[etichetta discografica]] [[RCA Records]], che lo aveva costretto a pubblicare il commerciale ''[[Sally Can't Dance]]''}}. L'album segna inoltre un ritorno alle sperimentazioni sonore, attualizzate, compiute da Reed con i [[Velvet Underground]] negli anni sessanta
Trattandosi di un disco prettamente rumoristico, fatto di ininterrotti [[Effetto Larsen|feedback]] chitarristici, ''Metal Machine Music'' segna una radicale deviazione dal resto della produzione discografica di Reed e viene spesso considerato come poco più di uno scherzo,<ref name=PZ>{{cita web|url=http://pitchfork.com/reviews/albums/19662-zeitkratzer-metal-machine-music/|titolo=Zeitkratzer - Metal Machine Music|accesso=4 maggio 2016|lingua=en}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.theguardian.com/music/2010/apr/11/morley-lou-reed-metal-machine|titolo=Paul Morley on music: Lou Reed's Metal Machine Music|accesso=4 maggio 2016|lingua=en}}</ref><ref>{{cita web|url=http://thequietus.com/articles/04037-lou-reed-interview-metal-machine-music|titolo=Lou Reed Interview: Metal Machine Music Revisited|accesso=4 maggio 2016|lingua=en}}</ref> {{senza fonte|una sorta di vendetta perpetrata ai danni dell'[[etichetta discografica]] [[RCA Records]], che lo aveva costretto a pubblicare il commerciale ''[[Sally Can't Dance]]''}}. L'album segna inoltre un ritorno alle sperimentazioni sonore, attualizzate, compiute da Reed con i [[Velvet Underground]] negli anni sessanta


Nelle note di copertina dell'album, scritte dallo stesso Reed, egli affermò di avere inventato il genere [[heavy metal]] e asserì che ''Metal Machine Music'' era anche la fine del suddetto genere musicale. Dopo non ci sarebbe potuto essere più nulla. In aggiunta, sempre nelle note descrittive del disco, aggiunse che chi fosse riuscito ad ascoltarlo per intero, poteva considerarsi più pazzo di lui.<ref>Victor Bockris, ''Transformer - la vita di Lou Reed'', Arcana Editrice, Roma, 1999, pag. 262 - ISBN 978-88-7966-434-9</ref>
Nelle note di copertina dell'album, scritte dallo stesso Reed, egli affermò di avere inventato il genere [[heavy metal]] e asserì che ''Metal Machine Music'' era anche la fine del suddetto genere musicale. Dopo non ci sarebbe potuto essere più nulla. In aggiunta, sempre nelle note descrittive del disco, aggiunse che chi fosse riuscito ad ascoltarlo per intero, poteva considerarsi più pazzo di lui.<ref>Victor Bockris, ''Transformer - la vita di Lou Reed'', Arcana Editrice, Roma, 1999, pag. 262 - ISBN 978-88-7966-434-9</ref>

Versione delle 11:34, 2 ott 2017

«Le mie intenzioni erano serie. Ma ero anche molto, molto fuori di testa.[1]»

«Non chiederò scusa a nessuno per Metal Machine Music, e non penso che bisognerebbe mettere nessuna avvertenza sulla copertina. Solo perché qualche ragazzino ha tirato fuori 7,98 dollari per averlo - non mi importa se ne ha pagati 59,98 o 75, dovrebbero essermi GRATI per aver pubblicato quella cazzo di roba, e se non gli piace possono mangiare merda di topo. Io faccio dischi per me stesso.[2]»

Metal Machine Music
album in studio
ArtistaLou Reed
Pubblicazione1975[3]
Durata64 min : 11 s[3]
Dischi2
Tracce4
GenereNoise rock[3]
Proto-punk[3]
Rock sperimentale[3]
Musica sperimentale[3]
Industrial
Drone music
EtichettaRCA Victor Records[3]
ProduttoreLou Reed[3]
Rob Santos[3](Ristampa)
Registrazione1975
Lou Reed - cronologia
Album precedente
(1974)
Album successivo
(1976)

Metal Machine Music (sottotitolo: The Amine β Ring - An Electronic Instrumental Composition) è un album di Lou Reed pubblicato nel 1975.[3] Il disco venne originariamente pubblicato come doppio album dalla RCA Records. In seguito è stato ripubblicato su compact disc dalla BMG nel 1997 ed ancora dalla Buddah Records nel 2000.

Trattandosi di un disco prettamente rumoristico, fatto di ininterrotti feedback chitarristici, Metal Machine Music segna una radicale deviazione dal resto della produzione discografica di Reed e viene spesso considerato come poco più di uno scherzo,[4][5][6] una sorta di vendetta perpetrata ai danni dell'etichetta discografica RCA Records, che lo aveva costretto a pubblicare il commerciale Sally Can't Dance[senza fonte]. L'album segna inoltre un ritorno alle sperimentazioni sonore, attualizzate, compiute da Reed con i Velvet Underground negli anni sessanta

Nelle note di copertina dell'album, scritte dallo stesso Reed, egli affermò di avere inventato il genere heavy metal e asserì che Metal Machine Music era anche la fine del suddetto genere musicale. Dopo non ci sarebbe potuto essere più nulla. In aggiunta, sempre nelle note descrittive del disco, aggiunse che chi fosse riuscito ad ascoltarlo per intero, poteva considerarsi più pazzo di lui.[7]

Il disco

L'album è interamente costituito da distorsioni e rumori chitarristici suonati a differenti velocità e senza la benché minima concessione melodica o alla forma canzone classica. Una cacofonia sonora che va avanti per più di un'ora senza ritmo, melodia o qualsiasi struttura formale, con solamente pochi secondi di pausa tra una parte e l'altra. Le chitarre sono accordate in maniera inusuale e suonate su diversi livelli di riverbero fino a renderle irriconoscibili. Quindi appoggiate contro gli amplificatori e "letteralmente" lasciate suonare da sole. Reed registrò l'album su un registratore a quattro piste nel suo appartamento di New York, mixando le quattro tracce in stereo.

Nella sua forma originaria, ogni traccia occupava una intera facciata d'album e durava esattamente sedici minuti e un secondo.

Con un espediente tecnico, nel formato su vinile (in CD non poteva essere replicato), l'LP continua a suonare all'infinito quando arriva sull'ultimo solco, costringendo l'ascoltatore a togliere la puntina manualmente per far terminare l'album.

Influenze

Una grossa influenza sul lavoro di Reed, e una fonte importante per capire la serietà degli intenti profusi dall'artista nel disco, furono le sperimentazioni sonore di metà anni sessanta compiute dal Theater of Eternal Music di La Monte Young (i cui membri includevano John Cale, Tony Conrad, Angus MacLise e Marian Zazeela).[8] Sia Cale che MacLise furono membri anche dei The Velvet Underground (MacLise lasciò prima che il gruppo incidesse il suo primo LP). Le discordanti note sostenute e l'alta amplificazione delle composizioni del Theater of Eternal Music avrebbero influenzato i futuri contributi di Cale al primo sound dei Velvet Underground. La recente ristampa di lavori di Cale e Conrad risalenti alla metà degli anni sessanta, come la serie Inside the Dream Syndicate di Cale testimoniano la forte influenza che questi lavori sperimentali ebbero sull'opera di Reed dieci anni dopo, e che sfociarono nel caos apparentemente disorganizzato di Metal Machine Music.

Presunte influenze "classiche"

In una intervista con il giornalista musicale Lester Bangs, Reed affermò di avere intenzionalmente piazzato nel disco citazioni e rimandi a composizioni di musica classica quali la sinfonia Eroica e la sinfonia Pastorale di Ludwig Van Beethoven, e che aveva cercato di far uscire l'album per l'etichetta Red Seal della RCA, riservata esclusivamente alla pubblicazione di dischi di musica classica; comunque, non è ben chiaro se Reed fosse serio o meno nel fare queste affermazioni, nonostante abbia ribadito gli stessi concetti durante una intervista del 2007.[9]

Parimenti, è anche vero che il musicista stesso definì l'album "un gigantesco vaffanculo" ai propri fan che venivano ai concerti solo per ascoltare Vicious o Walk on the Wild Side, una specie di suicidio commerciale consapevolmente attuato.[10]

Copertina

La copertina dell'album fu studiata dalla casa discografica in modo da far sembrare che l'album avesse qualche legame con il precedente tour di Lou, che aveva riscosso grande successo di pubblico, e con la sua immagine da "Rock 'n' Roll Animal". Poco dopo l'uscita dell'album, molti lo restituirono ai negozianti denunciando la "truffa". L'etichetta ripubblicò l'album con una copertina diversa in molti paesi e in altri vi applicò su un adesivo con la scritta: "Non è un album cantato".

Critica

Recensioni professionali
RecensioneGiudizio
AllMusic[11]
Classic Rock[12]5/10
Chicago Tribune[13]
Piero Scaruffi[14]7.5/10
Ondarock[15]Senza voto
Robert Christgau[16]C+
Rolling Stone[17]

Il disco ricevette recensioni molto discordanti. Secondo la rivista Rolling Stone, la musica di Metal Machine Music "sembra il rumore di un frigorifero intergalattico rotto e il suo ascolto è come una notte passata al capolinea dei pullman".[18] Altrettanto negativi furono i critici rock Billy Altman, secondo cui Metal Machine Music sarebbe "ottimo per fare sparire da una stanza qualsiasi essere umano in tempo record" e John Rockwell, che disse:

«Fa piacere vedere le rockstar arrischiarsi a estendere la propria creatività artistica in modi che possono alienare loro l'affetto dei fan, ma non si può fare a meno di temere che in questo caso il signor Reed sia andato più in là di quanto il suo pubblico sia disposto a spingersi.[10]»

L'album è stato inoltre inserito in alcune classifiche dedicate ai peggiori album di tutti i tempi, piazzandosi al secondo posto in quella stilata nel libro del 1991 The Worst Rock 'n' Roll Records of All Time scritto da Jimmy Guterman e Owen O'Donnell[19] e in quella della rivista Q Magazine che, nel 2005, ha incluso il disco nella lista dei "10 peggiori dischi mai registrati da grandi artisti". Sempre Q Magazine ha classificato Metal Machine Music al 50º posto nella classifica dei peggiori album di tutti i tempi.

Fuori dal coro delle critiche, si posizionarono Lester Bangs che, in un articolo apparso sulla rivista Creem nel 1976, definì Metal Machine Music come "the greatest record ever made in the history of the human eardrum" (traducibile in: il più grande disco mai fatto nella storia dell'orecchio umano).[20] e Victor Bockris, che lo definì "l'album concettuale punk per eccellenza e il progenitore del punk rock di New York". Inoltre, il primo numero della fanzine Punk, piazzò Lou Reed e il suo album in copertina nel 1976, presagendo la venuta del Punk e della scena No Wave newyorkese.

Lascito artistico

L'album è stato precursore dello sviluppo della musica industriale, genere che si affacciò sulla scena musicale poco tempo dopo l'uscita del disco di Reed.

A questo LP si sono ispirati gruppi di rock alternative come i Sonic Youth.[3]

Inoltre, la sua struttura complessa lo rende uno dei primi esempi di "puro rumorismo" nella storia del rock.[4]

Citazioni in ambito musicale

«La musica della festa è un regalo di compleanno per Lou. Trent Reznor remixa Metal Machine Music come regalo per lui»

  • Sul loro album del 1985 Bad Moon Rising, i Sonic Youth utilizzarono degli spezzoni campionati del disco nelle canzoni Brave Men Run (In My Family) e Society Is A Hole.
  • La band tedesca di rock industriale Die Krupps pubblicò l'antologia Metall Maschinen Musik nel 1991 e il singolo Metal Machine Music nel 1992. Il cantante del gruppo, Jürgen Engler, affermò che il termine "metal music" fu inventato da Lou Reed per Metal Machine Music. Engler ha inoltre citato Reed come una delle sue influenze primarie.Shout! Online :: Exclusive interview with Jürgen Engler / Die Krupps (November 2005)
  • L'artista noise giapponese Merzbow è pesantemente ossessionato da questo album, intitolò persino la sua prima incisione pubblicata Metal Acoustic Music in omaggio al disco di Reed.
  • Il gruppo tedesco Zeitkratzer ha suonato l'intero Metal Machine Music in concerto nel 2002, con la partecipazione di Lou Reed, utilizzando strumenti tradizionali classici da concerto.[21]
  • La band di musica d'avanguardia svedese The Great Learning Orchestra eseguì integralmente Metal Machine Music in concerto nel 2006, con 31 musicisti e Ulrich Krieger come direttore d'orchestra ospite.[22]
  • Nel 2002 Ulrich Maiss (in arte Cellectric) ha presentato una versione per solo violoncello di Metal Machine Music intitolata CelloMachine.
  • Il brano dei The Killers Tranquilize, pubblicato nell'ottobre 2007 con la partecipazione di Lou Reed stesso, inizia in una maniera molto simile a Metal Machine Music.
  • I Sunroof! di Matthew Bower hanno realizzato un album "tributo" a Metal Machine Music intitolato Panzer Division Lou Reed. la musica dei Sunroof! e di altri progetti di Bower quali Skullflower e Hototogitsu è composta in larga parte di chitarre processate e muri di feedback.
  • Ispirandosi a Metal Machine Music, nel 2008 Lou Reed, Ulrich Krieger e Sarth Calhoun diedero vita al Metal Machine Trio, un gruppo di musica d'avanguardia che si esibì sporadicamente nel 2008 e nel 2009 proponendo un misto di ambient, industrial, noise, free jazz, ed elettronica.

Tracce

Musiche di Lou Reed.

  1. Metal Machine Music, Pt. 1 – 16:10
  2. Metal Machine Music, Pt. 2 – 15:53
  3. Metal Machine Music, Pt. 3 – 16:13
  4. Metal Machine Music, Pt. 4 – 15:55

Formazione

Note

  1. ^ http://www.thestranger.com/seattle/Content?oid=11801 | The Stranger intervista con Lou Reed
  2. ^ Lou Reed: ciò che disse in vita, e ciò che dissero di lui
  3. ^ a b c d e f g h i j k (EN) Mark Deming, Metal Machine Music, su AllMusic, All Media Network. URL consultato il 21 marzo 2013.
  4. ^ a b (EN) Zeitkratzer - Metal Machine Music, su pitchfork.com. URL consultato il 4 maggio 2016.
  5. ^ (EN) Paul Morley on music: Lou Reed's Metal Machine Music, su theguardian.com. URL consultato il 4 maggio 2016.
  6. ^ (EN) Lou Reed Interview: Metal Machine Music Revisited, su thequietus.com. URL consultato il 4 maggio 2016.
  7. ^ Victor Bockris, Transformer - la vita di Lou Reed, Arcana Editrice, Roma, 1999, pag. 262 - ISBN 978-88-7966-434-9
  8. ^ text copy, image copy (reissue).
  9. ^ http://www.pitchforkmedia.com/article/feature/45431-interview-lou-reed
  10. ^ a b Victor Bockris, Transformer - la vita di Lou Reed, Arcana Editrice, Roma, 1999, pag. 261 - ISBN 978-88-7966-434-9
  11. ^ (EN) Mark Deming, Metal Machine Music, su AllMusic, All Media Network. URL consultato il 24 maggio 2017.
  12. ^ Ian Fortnam, Lou Reed Metal Machine Music, in Classic Rock, June 2010, p. 93.
  13. ^ Greg Kot, Guide to Lou Reed's recordings, in Chicago Tribune, 12 gennaio 1992. URL consultato il 4 marzo 2015.
  14. ^ Piero Scaruffi, The History of Rock Music. Lou Reed: biography, discography, reviews, links, su scaruffi.com. URL consultato il 24 maggio 2017.
  15. ^ Stefania Zonarelli, Lou Reed - biografia, recensioni, streaming, discografia, foto, su OndaRock. URL consultato il 24 maggio 2017.
  16. ^ Consumer Guide Album, su robertchristgau.com. URL consultato il 17 agosto 2011.
  17. ^ Anthony DeCurtis, James Henke e Holly George-Warren (a cura di), The Rolling Stone Album Guide, 3rd, Random House, 1992, p. 582, ISBN 0-679-73729-4.
  18. ^ Wolcott, James. Rolling Stone Review]. 1975-08-14.
  19. ^ Rocklist.net...Steve Parker...Slipped Discs
  20. ^ Matt Carmichael
  21. ^ zeitkratzer
  22. ^ The Great Learning Orchestra

Collegamenti esterni