Miracolo eucaristico di Lanciano: differenze tra le versioni

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[[File:1 miracolo.jpg|thumb|Le reliquie del miracolo eucaristico]]
[[File:1 miracolo.jpg|thumb|Le reliquie del miracolo eucaristico]]
Secondo la tradizione cattolica, il '''miracolo eucaristico di Lanciano''' è un evento che sarebbe accaduto nella città abruzzese di [[Lanciano]] nella prima metà dell'[[VIII secolo]]. Le prime documentazioni della vicenda compaiono però soltanto nel quindicesimo secolo{{Senza fonte}} e raccontano, senza produrre evidenze o altre fonti, di uno [[Ieromonaco]] che dubitava della [[Presenza reale]] di [[Cristo]] nell'[[Eucaristia]]; al momento di pronunciare le parole delle consacrazione, l'ostia e il vino si sarebbero trasformati in carne e sangue.
Secondo la tradizione cattolica, il '''miracolo eucaristico di Lanciano''' è un evento accaduto nella città abruzzese di [[Lanciano]] nella prima metà dell'[[VIII secolo]]. Le prime documentazioni della vicenda compaiono però soltanto nel quindicesimo secolo{{Senza fonte}} e raccontano di uno [[Ieromonaco]] che dubitava della [[Presenza reale]] di [[Cristo]] nell'[[Eucaristia]]; al momento di pronunciare le parole delle consacrazione, l'ostia e il vino si sarebbero trasformati in carne e sangue.


Le supposte reliquie del fenomeno, il più noto nel suo genere<ref name="edicolaweb">{{cita web|url=http://www.edicolaweb.net/am_1503a.htm|titolo=Il miracolo eucaristico di Lanciano, un rompicapo tra fede, ragione e scienza|accesso=4 giugno 2015|urlmorto=sì|urlarchivio=https://archive.today/20130413171828/http://www.edicolaweb.net/am_1503a.htm}}</ref>, sono conservate all'interno della [[Chiesa di San Francesco (Lanciano)|chiesa di San Francesco]], nello storico quartiere Borgo. Quello di Lanciano sarebbe il più antico miracolo eucaristico documentato, però soltanto 800 anni dopo il presunto avvenimento.
Le reliquie del fenomeno, il più noto nel suo genere<ref name="edicolaweb">{{cita web|url=http://www.edicolaweb.net/am_1503a.htm|titolo=Il miracolo eucaristico di Lanciano, un rompicapo tra fede, ragione e scienza|accesso=4 giugno 2015|urlmorto=sì|urlarchivio=https://archive.today/20130413171828/http://www.edicolaweb.net/am_1503a.htm}}</ref>, sono conservate all'interno della [[Chiesa di San Francesco (Lanciano)|chiesa di San Francesco]], nello storico quartiere Borgo. Quello di Lanciano sarebbe il più antico miracolo eucaristico documentato.


== Storia ==
== Storia ==
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Secondo le testimonianze, mentre un monaco stava celebrando la [[Celebrazione eucaristica|messa]] nella chiesa dei santi Legonziano e Domiziano sarebbe stato colto dal dubbio circa la reale presenza di [[Gesù]] nell'ostia e nel vino. Dopo che ebbe pronunciato le parole della consacrazione l'ostia si trasformò in un pezzo di carne sanguinante, mentre il vino si tramutò in sangue, successivamente coagulatosi in cinque grumi di diverse dimensioni. Il sacerdote diede allora notizia ai fedeli presenti in chiesa di ciò che era accaduto.<ref name=parrocchie/> In un documento del [[1631]] si dice del monaco in questione che era «non ben fermo nella fede, letterato nelle scienze del mondo, ma ignorante in quelle di Dio; andava di giorno in giorno dubitando se nell'ostia consacrata vi fosse il vero Corpo di Cristo e così nel vino vi fosse il vero Sangue».<ref name="miracolo">{{cita web|url=http://www.miracoloeucaristico.eu/miracolo.php|titolo=Il miracolo eucaristico di Lanciano|accesso=23 gennaio 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130613233332/http://www.miracoloeucaristico.eu/miracolo.php|urlmorto=sì}}</ref>
Secondo le testimonianze, mentre un monaco stava celebrando la [[Celebrazione eucaristica|messa]] nella chiesa dei santi Legonziano e Domiziano sarebbe stato colto dal dubbio circa la reale presenza di [[Gesù]] nell'ostia e nel vino. Dopo che ebbe pronunciato le parole della consacrazione l'ostia si trasformò in un pezzo di carne sanguinante, mentre il vino si tramutò in sangue, successivamente coagulatosi in cinque grumi di diverse dimensioni. Il sacerdote diede allora notizia ai fedeli presenti in chiesa di ciò che era accaduto.<ref name=parrocchie/> In un documento del [[1631]] si dice del monaco in questione che era «non ben fermo nella fede, letterato nelle scienze del mondo, ma ignorante in quelle di Dio; andava di giorno in giorno dubitando se nell'ostia consacrata vi fosse il vero Corpo di Cristo e così nel vino vi fosse il vero Sangue».<ref name="miracolo">{{cita web|url=http://www.miracoloeucaristico.eu/miracolo.php|titolo=Il miracolo eucaristico di Lanciano|accesso=23 gennaio 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130613233332/http://www.miracoloeucaristico.eu/miracolo.php|urlmorto=sì}}</ref>


Poiché non esistono fonti contemporanee non si conosce nulla di preciso, neppure riguardo all' identità deel protagonista della presunta vicenda, tuttavia nelle fonti, senza che venga affermato il motivo, si legge che si doveva trattare di un religioso di [[rito bizantino]] appartenente all'ordine dei basiliani.<ref name="parrocchie">{{cita web|url=http://www.parrocchie.it/calenzano/santamariadellegrazie/MIRACOLI%20LANCIANO.htm|titolo=Lanciano: il miracolo eucaristico|accesso=23 gennaio 2013}}</ref> Un'[[epigrafe]] realizzata nel [[1636]] descrive così l'evento:<ref>{{cita web|url=http://www.miracoloeucaristico.eu/images/Gallery/santuario/17.jpg|titolo=Il testo dell'epigrafe|accesso=23 gennaio 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131220233131/http://www.miracoloeucaristico.eu/images/Gallery/santuario/17.jpg|urlmorto=sì}}</ref>
Poiché non esistono fonti contemporanee non si conoscono i dettagli e neppure il nome del protagonista dei fatti, tuttavia nelle fonti si legge che si doveva trattare di un religioso di [[rito bizantino]] appartenente all'ordine dei basiliani.<ref name="parrocchie">{{cita web|url=http://www.parrocchie.it/calenzano/santamariadellegrazie/MIRACOLI%20LANCIANO.htm|titolo=Lanciano: il miracolo eucaristico|accesso=23 gennaio 2013}}</ref> Un'[[epigrafe]] realizzata nel [[1636]] descrive così l'evento:<ref>{{cita web|url=http://www.miracoloeucaristico.eu/images/Gallery/santuario/17.jpg|titolo=Il testo dell'epigrafe|accesso=23 gennaio 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131220233131/http://www.miracoloeucaristico.eu/images/Gallery/santuario/17.jpg|urlmorto=sì}}</ref>


{{Citazione|Circa gli anni del Signore settecento, in questa chiesa, allora sotto il titolo di San Loguntiano de' monaci di San Basilio, dubitò un monaco sacerdote se nell'hostia consecrata fusse veramente il corpo di Nostro Signore e nel vino il sangue. Celebrò messa, e, dette le parole della consecratione, vidde fatta carne l'hostia e sangue il vino. Fu mostrata ogni cosa a' circostanti et indi a tutto il popolo. La carne è ancora intiera et il sangue diviso in cinque parti dissuguali che tanto pesano tutte unite, quanto ciascuna separata. Si vede hoggi nello istesso modo in questa cappella, fatta da Gio. Francesco Valsecca a sue proprie spese l'anno del Signore MDCXXXVI.}}
{{Citazione|Circa gli anni del Signore settecento, in questa chiesa, allora sotto il titolo di San Loguntiano de' monaci di San Basilio, dubitò un monaco sacerdote se nell'hostia consecrata fusse veramente il corpo di Nostro Signore e nel vino il sangue. Celebrò messa, e, dette le parole della consecratione, vidde fatta carne l'hostia e sangue il vino. Fu mostrata ogni cosa a' circostanti et indi a tutto il popolo. La carne è ancora intiera et il sangue diviso in cinque parti dissuguali che tanto pesano tutte unite, quanto ciascuna separata. Si vede hoggi nello istesso modo in questa cappella, fatta da Gio. Francesco Valsecca a sue proprie spese l'anno del Signore MDCXXXVI.}}
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Nel novembre del [[1970]], dietro richiesta dell'arcivescovo di Lanciano, monsignor Pacifico Maria Luigi Perantoni, e del superiore provinciale dell'[[Ordine dei Frati Minori Conventuali]] della regione [[Abruzzo]], padre Bruno Luciani, i frati francescani di Lanciano, che custodivano le reliquie, decisero, con l'autorizzazione del [[Città del Vaticano|Vaticano]], di farle sottoporre ad analisi medico-scientifiche. Il compito venne affidato al dottor Odoardo Linoli, primario del laboratorio di analisi cliniche e di anatomia patologica dell'ospedale di [[Arezzo]] - ordinario di [[anatomia]], [[istologia]], [[chimica]] e microscopia clinica - e al dottor Ruggero Bertelli, ordinario di anatomia all'[[Università degli Studi di Siena]].<ref name=miracolo/>
Nel novembre del [[1970]], dietro richiesta dell'arcivescovo di Lanciano, monsignor Pacifico Maria Luigi Perantoni, e del superiore provinciale dell'[[Ordine dei Frati Minori Conventuali]] della regione [[Abruzzo]], padre Bruno Luciani, i frati francescani di Lanciano, che custodivano le reliquie, decisero, con l'autorizzazione del [[Città del Vaticano|Vaticano]], di farle sottoporre ad analisi medico-scientifiche. Il compito venne affidato al dottor Odoardo Linoli, primario del laboratorio di analisi cliniche e di anatomia patologica dell'ospedale di [[Arezzo]] - ordinario di [[anatomia]], [[istologia]], [[chimica]] e microscopia clinica - e al dottor Ruggero Bertelli, ordinario di anatomia all'[[Università degli Studi di Siena]].<ref name=miracolo/>


Il 4 marzo [[1971]] fu presentato uno studio dettagliato sulle analisi eseguite, dal titolo ''Ricerche istologiche, immunologiche e biochimiche sulla carne e sul sangue del Miracolo Eucaristico di Lanciano''<ref>{{cita|Linoli, 1971|pp. 661-674.|Linoli}}</ref>, nel quale il professor Linoli afferma, senza datare il reperto che:
Il 4 marzo [[1971]] fu presentato uno studio dettagliato sulle analisi eseguite, dal titolo ''Ricerche istologiche, immunologiche e biochimiche sulla carne e sul sangue del Miracolo Eucaristico di Lanciano''<ref>{{cita|Linoli, 1971|pp. 661-674.|Linoli}}</ref>, nel quale il professor Linoli afferma che:


# La carne «si dimostra appartenente al miocardio».<ref name="Linoli670">{{cita|Linoli, 1971|p. 670.|Linoli}}</ref>
# La carne «si dimostra appartenente al miocardio».<ref name="Linoli670">{{cita|Linoli, 1971|p. 670.|Linoli}}</ref>
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Il dottor Ruggero Bertelli, in una nota, confermò i risultati del professor Linoli<ref>{{cita web|url=https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Eucharistic_Miracle_of_Lanciano_-_public_documentation_-_Ruggero_Bertelli.JPG|titolo=Eucharistic Miracle of Lanciano - public documentation - Ruggero Bertelli|accesso=23 gennaio 2013}}</ref>, il quale dichiarò inoltre che il [[Elettroforesi delle sieroproteine|tracciato elettroforetico]] delle proteine del sangue di Lanciano «ha presentato aspetti sovrapponibili»<ref>{{cita|Linoli, 1971|p. 672.|Linoli}}</ref> ai tracciati delle proteine del siero fresco, e che le reliquie non presentano segni di [[imbalsamazione]] o tracce di sostanze conservanti.<ref name=miracolo/> Tuttavia, Linoli non escluse la possibilità che le reliquie potessero essersi conservate per qualche fortuita ragione chimico-fisica naturale, specificando che il suo studio «conferma la possibilità che, in tessuti di antica data, possano permanere materiali organici, come le proteine».<ref name="Linoli671">{{cita|Linoli, 1971|p. 671.|Linoli}}</ref>
Il dottor Ruggero Bertelli, in una nota, confermò i risultati del professor Linoli<ref>{{cita web|url=https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Eucharistic_Miracle_of_Lanciano_-_public_documentation_-_Ruggero_Bertelli.JPG|titolo=Eucharistic Miracle of Lanciano - public documentation - Ruggero Bertelli|accesso=23 gennaio 2013}}</ref>, il quale dichiarò inoltre che il [[Elettroforesi delle sieroproteine|tracciato elettroforetico]] delle proteine del sangue di Lanciano «ha presentato aspetti sovrapponibili»<ref>{{cita|Linoli, 1971|p. 672.|Linoli}}</ref> ai tracciati delle proteine del siero fresco, e che le reliquie non presentano segni di [[imbalsamazione]] o tracce di sostanze conservanti.<ref name=miracolo/> Tuttavia, Linoli non escluse la possibilità che le reliquie potessero essersi conservate per qualche fortuita ragione chimico-fisica naturale, specificando che il suo studio «conferma la possibilità che, in tessuti di antica data, possano permanere materiali organici, come le proteine».<ref name="Linoli671">{{cita|Linoli, 1971|p. 671.|Linoli}}</ref> Allo stesso tempo escluse che il sangue e la carne potessero essere un falso, in quanto «solo una mano esperta in dissezione anatomica avrebbe potuto, e non senza difficoltà, ottenere da un viscere cavo una "fetta" uniforme e continua».<ref name="Linoli671" />


Nel [[1981]] i francescani di Lanciano fecero eseguire una nuova analisi sulla carne.<ref name="linoli2">{{cita|Linoli, 1982|p. 5.|linoli2}}</ref> La relazione, stilata al termine degli esami e pubblicata nel [[1982]] con il titolo ''Studio anatomo-istologico sul "cuore" del Miracolo Eucaristico di Lanciano (VIII sec.)'',<ref name="linoli2" /> ribadì i risultati del [[1971]].<ref name="linoli2" /> La carne appare raggrinzita ma, anche idealmente distendendola, non sarebbe possibile colmare interamente lo spazio vuoto al centro dell'ostia: lo studio ritiene che lo spazio vuoto corrisponda a un ventricolo, probabilmente il sinistro, a giudicare dallo spessore del mantello miocardico.<ref name="osservatore" /> In nessuna sede sono state ritrovate tracce di sostanze conservanti.<ref name="osservatore">{{cita web|url=https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Eucharistic_Miracle_of_Lanciano_-_public_documentation_-_L%27Osservatore_Romano.JPG|titolo=Eucharistic Miracle of Lanciano - public documentation - L'Osservatore Romano|accesso=23 gennaio 2013}}</ref>
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Versione delle 19:14, 17 gen 2024

Le reliquie del miracolo eucaristico

Secondo la tradizione cattolica, il miracolo eucaristico di Lanciano è un evento accaduto nella città abruzzese di Lanciano nella prima metà dell'VIII secolo. Le prime documentazioni della vicenda compaiono però soltanto nel quindicesimo secolo[senza fonte] e raccontano di uno Ieromonaco che dubitava della Presenza reale di Cristo nell'Eucaristia; al momento di pronunciare le parole delle consacrazione, l'ostia e il vino si sarebbero trasformati in carne e sangue.

Le reliquie del fenomeno, il più noto nel suo genere[1], sono conservate all'interno della chiesa di San Francesco, nello storico quartiere Borgo. Quello di Lanciano sarebbe il più antico miracolo eucaristico documentato.

Storia

Le prime testimonianze sulla vicenda risalgono al 1574[1] e non specificano l'anno esatto nel quale sarebbe avvenuta, ma alcuni ritengono che determinate circostanze storiche permettano di collocarla cronologicamente ben otto secoli prima, fra il 730 e il 750.[2] L'imperatore bizantino Leone III Isaurico, sul trono dal 717 al 741, attuò una ferrea politica contro le immagini religiose promulgando nel 730 un editto che ne ordinava la totale distruzione.[3] Mosaici e affreschi furono distrutti a martellate, le icone gettate nel fuoco e diversi monaci greci vennero uccisi. Come conseguenza molti religiosi, fra cui numerosi monaci basiliani, si rifugiarono in Italia.[4]

Facciata della chiesa di San Francesco
Altare laterale di destra nella chiesa, dove si conservava il miracolo eucaristico prima della collocazione nell'altare maggiore
Tabernacolo del miracolo eucaristico, opera di Filippo Sargiacomo

Secondo le testimonianze, mentre un monaco stava celebrando la messa nella chiesa dei santi Legonziano e Domiziano sarebbe stato colto dal dubbio circa la reale presenza di Gesù nell'ostia e nel vino. Dopo che ebbe pronunciato le parole della consacrazione l'ostia si trasformò in un pezzo di carne sanguinante, mentre il vino si tramutò in sangue, successivamente coagulatosi in cinque grumi di diverse dimensioni. Il sacerdote diede allora notizia ai fedeli presenti in chiesa di ciò che era accaduto.[5] In un documento del 1631 si dice del monaco in questione che era «non ben fermo nella fede, letterato nelle scienze del mondo, ma ignorante in quelle di Dio; andava di giorno in giorno dubitando se nell'ostia consacrata vi fosse il vero Corpo di Cristo e così nel vino vi fosse il vero Sangue».[6]

Poiché non esistono fonti contemporanee non si conoscono i dettagli e neppure il nome del protagonista dei fatti, tuttavia nelle fonti si legge che si doveva trattare di un religioso di rito bizantino appartenente all'ordine dei basiliani.[5] Un'epigrafe realizzata nel 1636 descrive così l'evento:[7]

«Circa gli anni del Signore settecento, in questa chiesa, allora sotto il titolo di San Loguntiano de' monaci di San Basilio, dubitò un monaco sacerdote se nell'hostia consecrata fusse veramente il corpo di Nostro Signore e nel vino il sangue. Celebrò messa, e, dette le parole della consecratione, vidde fatta carne l'hostia e sangue il vino. Fu mostrata ogni cosa a' circostanti et indi a tutto il popolo. La carne è ancora intiera et il sangue diviso in cinque parti dissuguali che tanto pesano tutte unite, quanto ciascuna separata. Si vede hoggi nello istesso modo in questa cappella, fatta da Gio. Francesco Valsecca a sue proprie spese l'anno del Signore MDCXXXVI.»

Le reliquie vennero chiuse in una teca d'argento e avorio, posta in un tabernacolo alla destra dell'altare maggiore. Nel 1566, nel timore che i turchi potessero profanarle, vennero murate in una piccola cappella. Dal 1636 le reliquie furono protette da una grata in ferro battuto chiusa a chiave.[5] Nel 1713 vennero realizzati l'ostensorio e il calice in cristallo di scuola napoletana, all'interno dei quali l'ostia e il sangue sono tuttora conservati. Nel 1902 l'ostensorio fu posto all'interno di una struttura in marmo costruita sopra l'altare maggiore.[5]

Gli esami

L'ostia, costituita da una membrana di carne tondeggiante di colorito giallo-bruno-marrone, con ombreggiature di maggiore intensità,[1] presenta un ampio foro centrale: alcuni ritengono che si sarebbe formato quando la carne, seccandosi, si sarebbe ritirata lacerandosi nel mezzo, non potendosi restringere perché era stata inchiodata a una tavoletta (come testimoniato dai forellini dei chiodi, tuttora visibili). Il sangue, invece, si è coagulato in cinque grumi di colore marrone terreo, di diverse forme e dimensioni.[8] Nel corso dei secoli le reliquie furono più volte esaminate. Durante la prima ricognizione, effettuata nel 1574 dall'arcivescovo Gaspare Rodriguez, fu constatato che il peso di ogni singolo grumo di sangue era uguale al peso complessivo dei cinque grumi[6]. È stato osservato il significato teologico di questa singolarità: ogni goccia di vino consacrato contiene nella sua interezza la completa e indivisibile sostanza del sangue di Gesù[9]. Il fatto, tuttavia, non si verificò nuovamente in altre ricognizioni effettuate nel 1637, 1770 e 1886.[6][10]

Nel novembre del 1970, dietro richiesta dell'arcivescovo di Lanciano, monsignor Pacifico Maria Luigi Perantoni, e del superiore provinciale dell'Ordine dei Frati Minori Conventuali della regione Abruzzo, padre Bruno Luciani, i frati francescani di Lanciano, che custodivano le reliquie, decisero, con l'autorizzazione del Vaticano, di farle sottoporre ad analisi medico-scientifiche. Il compito venne affidato al dottor Odoardo Linoli, primario del laboratorio di analisi cliniche e di anatomia patologica dell'ospedale di Arezzo - ordinario di anatomia, istologia, chimica e microscopia clinica - e al dottor Ruggero Bertelli, ordinario di anatomia all'Università degli Studi di Siena.[6]

Il 4 marzo 1971 fu presentato uno studio dettagliato sulle analisi eseguite, dal titolo Ricerche istologiche, immunologiche e biochimiche sulla carne e sul sangue del Miracolo Eucaristico di Lanciano[11], nel quale il professor Linoli afferma che:

  1. La carne «si dimostra appartenente al miocardio».[12]
  2. Il sangue «è risultato veramente tale».[12]
  3. La carne e il sangue sono di natura umana e appartengono all'emogruppo AB.[12] lo stesso della Sacra sindone e del sacro sudario.
  4. «Nel liquido di eluizione del sangue sono state dimostrate le proteine, frazionate nei rapporti percentuali che si hanno nel quadro siero-proteico del sangue fresco normale».[12]
  5. «Il sangue ha dimostrato riduzioni quantitative dei cloruri, del fosforo, del magnesio, del potassio e del cloro, ma in misura non molto dissimile rispetto ai campioni di sangue umano normale, essiccati».[12]
  6. «Il calcio è risultato notevolmente aumentato [...] fatto correlato in fondata ipotesi a caduta nel calice di polvere muraria, ricca di sali di calcio».[12]

Il gruppo sanguigno AB è lo stesso della Sindone. Non ci sono tracce di alcun tipo di conservante, ne' sale ne' altro.

Valori quantitativi dei minerali nell'antico sangue di Lanciano e in dieci campioni di sangue umano intero normale essiccato:[13]

Campioni calcio
mg%
cloruri
mEq/l
fosforo
mg%
magnesio
mEq/l
potassio
mEq/l
sodio
mEq/l
Sangue di Lanciano
114,29
2,25
1,99
0,96
5,76
46,44
sangue n° 1
4,42
31,8
8,42
1,57
12,80
55,04
sangue n° 2
3,96
30,75
8,37
1,52
12,16
48,16
sangue n° 3
3,73
31,50
8,75
1,15
14,08
48,16
sangue n° 4
4,66
43,20
8,10
1,39
5,12
116,9
sangue n° 5
3,73
37,70
9,72
1,39
4,80
99,76
sangue n° 6
3,26
31,76
8,42
1,54
3,84
79,12
sangue n° 7
4,89
35,2
9,07
1,82
4,00
65,36
sangue n° 8
3,96
36,00
10,00
1,66
4,16
68,80
sangue n° 9
3,82
34,40
9,55
1,34
4,00
79,12
sangue n° 10
3,35
32,80
9,47
1,64
3,84
73,96
Media aritmetica dei dieci campioni
3,97
34,51
8,98
1,50
6,88
73,43
Valori normali nel sangue intero
9-11
77-90,6
28-48
1,7-3,4
43
85

Il dottor Ruggero Bertelli, in una nota, confermò i risultati del professor Linoli[14], il quale dichiarò inoltre che il tracciato elettroforetico delle proteine del sangue di Lanciano «ha presentato aspetti sovrapponibili»[15] ai tracciati delle proteine del siero fresco, e che le reliquie non presentano segni di imbalsamazione o tracce di sostanze conservanti.[6] Tuttavia, Linoli non escluse la possibilità che le reliquie potessero essersi conservate per qualche fortuita ragione chimico-fisica naturale, specificando che il suo studio «conferma la possibilità che, in tessuti di antica data, possano permanere materiali organici, come le proteine».[16] Allo stesso tempo escluse che il sangue e la carne potessero essere un falso, in quanto «solo una mano esperta in dissezione anatomica avrebbe potuto, e non senza difficoltà, ottenere da un viscere cavo una "fetta" uniforme e continua».[16]

Nel 1981 i francescani di Lanciano fecero eseguire una nuova analisi sulla carne.[17] La relazione, stilata al termine degli esami e pubblicata nel 1982 con il titolo Studio anatomo-istologico sul "cuore" del Miracolo Eucaristico di Lanciano (VIII sec.),[17] ribadì i risultati del 1971.[17] La carne appare raggrinzita ma, anche idealmente distendendola, non sarebbe possibile colmare interamente lo spazio vuoto al centro dell'ostia: lo studio ritiene che lo spazio vuoto corrisponda a un ventricolo, probabilmente il sinistro, a giudicare dallo spessore del mantello miocardico.[18] In nessuna sede sono state ritrovate tracce di sostanze conservanti.[18]

Dubbi

Nel 2006 il professor Silvano Fuso, membro del CICAP, sottolineava la stranezza del fatto che non vi fossero fonti più antiche del 1574 per un fatto dell'VIII secolo. Per quanto riguarda la presenza di proteine nelle mummie egizie, affermò che «la conservazione di proteine e di minerali osservati nella carne e nel sangue di Lanciano non è né impossibile né eccezionale». Lo stesso Fuso ammise però che «il caso di un corpo mummificato secondo i procedimenti conosciuti è molto differente da quello di un frammento di miocardio, lasciato allo stato naturale per secoli, esposto agli agenti fisici atmosferici e biochimici»[19] Infine sottolineò come "dal punto di vista scientifico è evidente che non si possono fare indagini sulla presunta trasformazione dell'ostia e del vino rispettivamente in carne e sangue. Il credere in una simile trasformazione rimane quindi un puro atto di fede".[20]

Museo del miracolo

All'interno del convento di San Francesco è stato costruito, nel 1996, un museo dedicato al miracolo. Esso è ospitato nel refettorio e contiene documenti antichi relativi alla vicenda, i vetrini della ricognizione scientifica del 1976 del prof. O. Linoli dell'Università di Siena, dei dipinti del XVII-XVIII secolo, le pianete e i paramenti liturgici di alcuni arciprete risalenti al XVIII-XIX sec; ceramiche e vasi di epoca tardo medievale rinvenuti negli scavi archeologici del 2000 presso il complesso monastico, e infine è stato realizzato un percorso archeologico conduce alle fondamenta dell'antico convento di san Legonziano (VIII-XVI sec), con l'oratorio antico, l'aula benedettina, la cappella della Madonna sei Raccomandati col ciclo di affreschi dell'Apocalisse di San Giovanni Evangelista e il Battesimo di Cristo datato 1515.

Il percorso prosegue nell'ex cappella del Santissimo Rosario con la cisterna Romana, e le gradinate che passano sotto la piazza Plebiscito, con lo scavo archeologico che si ricollega all'auditorium Diocleziano, ossia dentro il ponte del XVI secolo che rende il peso della Cattedrale della Madonna del Ponte.

I dipinti esposti sono una scena del "Miracolo dell'ostia profanata", una Immacolata Concezione del XIX secolo, il quadro di Donato Teodoro di Chieti del Miracolo eucaristico della metà del Settecento, che si trovava presso la cappella privilegiata della chiesa di San Francesco, un quadro di San Filippo Neri e il Miracolo. Le teche espongono anche una bolla pontificia del XIII secolo, dei Messali e un antifonario del XIV secolo.

Secondo miracolo eucaristico a Lanciano

Lo stesso argomento in dettaglio: Miracolo eucaristico di Offida.

A Lanciano nel 1273, si sarebbe verificato un secondo miracolo eucaristico: secondo quanto tramandato dalla tradizione, una donna, su invito di una fattucchiera a cui si era rivolta, gettò un'ostia consacrata nel fuoco, ma la particola si trasformò in carne, da cui sgorgò abbondante sangue.

Parte delle reliquie furono portate a Offida, dove sono ancora visibili nel santuario di Sant'Agostino; per questa ragione l'episodio è tradizionalmente ricordato come "miracolo eucaristico di Offida".[21]

Alcuni frammenti del presunto miracolo sono tuttavia conservati nella piccola Chiesa di Santa Croce, lungo Via dei Frentani a Lanciano, nel Quartiere Lancianovecchia.

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Note

  1. ^ a b c Il miracolo eucaristico di Lanciano, un rompicapo tra fede, ragione e scienza, su edicolaweb.net. URL consultato il 4 giugno 2015 (archiviato dall'url originale il 13 aprile 2013).
  2. ^ Di Giancroce e De Filippis Delfico.
  3. ^ Ostrogorsky, p. 150.
  4. ^ Cardini e Montesanto, p. 225.
  5. ^ a b c d Lanciano: il miracolo eucaristico, su parrocchie.it. URL consultato il 23 gennaio 2013.
  6. ^ a b c d e Il miracolo eucaristico di Lanciano, su miracoloeucaristico.eu. URL consultato il 23 gennaio 2013 (archiviato dall'url originale il 13 giugno 2013).
  7. ^ Il testo dell'epigrafe (JPG), su miracoloeucaristico.eu. URL consultato il 23 gennaio 2013 (archiviato dall'url originale il 20 dicembre 2013).
  8. ^ Miracolo eucaristico di Lanciano (PDF), su therealpresence.org. URL consultato il 23 gennaio 2013.
  9. ^ Franco Serafini, Un cardiologo visita Gesù. I miracoli eucaristici alla prova della scienza, Edizioni Studio Domenicano, 2018, p.35.
  10. ^ Linoli, 1971, p. 661.
  11. ^ Linoli, 1971, pp. 661-674.
  12. ^ a b c d e f Linoli, 1971, p. 670.
  13. ^ Linoli, 1971, p. 669.
  14. ^ Eucharistic Miracle of Lanciano - public documentation - Ruggero Bertelli (JPG), su commons.wikimedia.org. URL consultato il 23 gennaio 2013.
  15. ^ Linoli, 1971, p. 672.
  16. ^ a b Linoli, 1971, p. 671.
  17. ^ a b c Linoli, 1982, p. 5.
  18. ^ a b Eucharistic Miracle of Lanciano - public documentation - L'Osservatore Romano (JPG), su commons.wikimedia.org. URL consultato il 23 gennaio 2013.
  19. ^ Rubriche - Il Cicap risponde: Il miracolo eucaristico di Lanciano, su cicap.org. URL consultato il 23 gennaio 2013.
  20. ^ Il Miracolo eucaristico di Lanciano, su CICAP. URL consultato il 10 aprile 2021.
  21. ^ Miracolo eucaristico di Offida (PDF), su therealpresence.org. URL consultato il 28 settembre 2014.

Bibliografia

  • Franco Serafini, Un cardiologo visita Gesù. I miracoli eucaristici alla prova della scienza, Bologna, Edizioni Studio Domenicano, 2018, ISBN 88-70-94960-5.
  • Georg Ostrogorsky, Storia dell'Impero bizantino, Milano, Einaudi, 1968, ISBN 88-06-17362-6.
  • Franco Cardini, Marina Montesanto, Storia Medioevale, Firenze, Le Monnier, 2006, ISBN 88-00-20474-0.
  • Silvio Di Giancroce, Mauro De Filippis Delfico, Guida del Santuario del Miracolo Eucaristico di Lanciano, Lanciano, SMEL, 2006, ISBN 978-88-87316-08-7.
  • Odoardo Linoli, Ricerche istologiche, immunologiche e biochimiche sulla carne e sul sangue del Miracolo Eucaristico di Lanciano, in Quaderni Sclavo di Diagnostica, 7, n° 3, Siena, Grafiche Meini, 1971, pp. 661-674. (scaricabile qui, 90,5 MB)
  • Odoardo Linoli, Studio anatomo-istologico sul "cuore" del Miracolo Eucaristico di Lanciano (VIII sec.), in L'Osservatore Romano, Stato della Città del Vaticano, Tipografia Vaticana, 23 aprile 1982.
  • Vittorio Renzetti, La Chiesa di San Francesco - Santuario del Miracolo Eucaristico nel quartiere Borgo a Lanciano, Lanciano, Tabula S.r.l., 2003, ISBN 978-88-95639-24-6.
  • Vittorio Renzetti, Dai Segni al Disegno - Il cantiere del Miracolo Eucaristico di Lanciano, SMEL Lanciano, 1999, ISBN non esistente.

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