Olivetti Programma 101: differenze tra le versioni

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Se avete domande o dubbi su come funziona la Programma 101 scrivetimi in quanto so come si programma questa e l' Elea 9003 , computer del tempo. Non ha nulla a che vedere con una calcolatrice. Non insistete perfavore a mettere notizie forvianti e visioni personale.
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L''''Olivetti Programma 101''' (sigla '''P101''') è considerato il primo Personal Computer (o Desktop Computer) al mondo in quanto dispponeva di tutte le principali funzioni dei grandi computer mainframe dell'epoca migliorandone anche alcune funzioni, disponeva però di una minore memoria, questa macchina era però destinata per la prima volta ad un utente singolo e non esperto.<ref>{{Cita web|url=http://www.museotecnologicamente.it/programma-101/|titolo=Programma 101 - Museo Tecnologicamente|sito=www.museotecnologicamente.it|accesso=2021-05-31}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.70-80.it/1965-olivetti-programma-101-il-primo-personal-computer-della-storia-prima-rifiutato-dagli-americani-poi-li-aiuto-ad-andare-sulla-luna/|titolo=1965. Olivetti Programma 101, il primo personal computer della storia. Prima rifiutato dagli americani, poi li aiutò ad andare sulla Luna|autore=Enzo Mauri|sito=70-80.it - NBC|data=2020-12-01|lingua=it-IT|accesso=2021-05-31}}</ref>
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Sviluppata dalla ditta italiana [[Olivetti]] negli anni tra il [[1962]] e il [[1964]] e prodotta tra il 1965 e il 1971. Presentata per la prima volta alla grande esposizione dei prodotti per ufficio BEMA di New York nell'ottobre 1965, fu progettata dall'[[ingegnere]] [[Pier Giorgio Perotto]] (in omaggio al quale assunse il soprannome di '''Perottina''') insieme a [[Giovanni De Sandre]] e [[Gastone Garziera]].<ref>{{Cita|Perotto (1995)|p. 41}}.</ref> Il designer [[Mario Bellini]] gli conferì un [[Disegno industriale|disegno]] avveniristico per l'epoca.<ref group="AP">Il calcolatore fa parte della collezione del [[Museum of Modern Art]] di New York: se ne vedono le foto sul [https://www.moma.org/collection/works/3607 sito ufficiale] del museo.</ref>
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Programma 101
computer
Esemplare di Programma 101 esposto al Museo nazionale della scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci di Milano
TipoCalcolatrice da tavolo
Paese d'origineBandiera dell'Italia Italia
ProduttoreOlivetti
Presentazioneottobre 1965[1][2]
Inizio vendita1966
Fine vendita1971
Esemplari prodotti44 000
Esemplari venduti44 000
Prezzo di lancio3 200 $
RAM di serienessuna[AP 1]
RAM massimanessuna
Tastiera incorporatasì (numerica)
Drive incorporatilettore/registratore di schede magnetiche 240x70 mm
Periferiche di seriestampante (integrata)
Consumo0,35 kW
Peso35,5 kg
Dimensioni (A x L x P)27,5 x 46,5 x 61 cm
Sito webwww.olivetti.it

L'Olivetti Programma 101 (sigla P101) è considerato INTERNAZIONALMENTE[3] il primo Personal Computer (o Desktop Computer) al mondo in quanto dispponeva di tutte le principali funzioni dei grandi computer mainframe dell'epoca migliorandone anche alcune funzioni, disponeva però di una minore memoria, questa macchina era però destinata per la prima volta ad un utente singolo e non esperto.[4][5]

Sviluppata dalla ditta italiana Olivetti negli anni tra il 1962 e il 1964 e prodotta tra il 1965 e il 1971. Presentata per la prima volta alla grande esposizione dei prodotti per ufficio BEMA di New York nell'ottobre 1965, fu progettata dall'ingegnere Pier Giorgio Perotto (in omaggio al quale assunse il soprannome di Perottina) insieme a Giovanni De Sandre e Gastone Garziera.[6] Il designer Mario Bellini gli conferì un disegno avveniristico per l'epoca.[AP 2]

La P101 era dotata operazioni logiche (salti condizionati), istruzioni di output, registri e possibilità di salvare dati e programmi su un supporto magnetico esterno. Operava su registri numerici, mentre si l'imput di programmazione che l'output erano alfanumerici.[7]

Le unità vendute della P101 furono circa 44 000, un numero molto elevato considerando il livello informatico dell'epoca, che porta la P101 ad essere considerato anche il primo computer di massa al mondo.

Storia

Il gruppo della P101 (eccetto Giuliano Gaiti). Seduti: Perotto (a sx) e De Sandre. Dietro: Garziera (a sx) e Giancarlo Toppi

L'idea all'origine della progettazione della Programma 101, secondo il racconto di Perotto[8], muoveva dalla considerazione che all'epoca della sua uscita (presentazione nel 1965 come prototipo[1][2][9]) si era completamente estranei al concetto di informatica distribuita, che comportava capacità di elaborazione e di immagazzinamento dati su un unico computer a disposizione dell'operatore[9].
L'azienda Olivetti, che dopo la morte di Adriano Olivetti aveva puntato più sui sistemi di calcolo meccanici che su quelli elettronici[10], aveva presentato quindi la Programma 101 in tono minore[10]; tuttavia, quando la mostra newyorkese aprì i battenti, la nuova macchina richiamò l'attenzione dei visitatori[10], i quali finirono per trascurare tutti gli altri prodotti esposti dall'Olivetti nello stand[10]. In aggiunta a ciò, la contemporanea Logos 27-A, calcolatrice elettromeccanica, anch'essa presente a New York e in cui Olivetti aveva investito i maggiori sforzi, cominciò a presentare problemi di produzione[11] e un'accoglienza di mercato inferiore alle aspettative, mentre la Programma 101 riscuoteva successo anche a Mosca (URSS) e successivamente, nel 1966, alla fiera campionaria di Milano[11]; questo spinse Roberto Olivetti, erede della dinastia ai vertici dell'azienda, a farsi propugnatore di un tentativo di orientare la strategia aziendale in direzione dell'elettronica[11], obiettivo solo parzialmente perseguito e mai pienamente consolidato[12]. Per il lancio fu deciso il mercato statunitense, nonostante le perplessità circa i problemi eventuali di manutenzione dovuti alla mancanza di tecnici elettronici dell'Olivetti negli Stati Uniti[11].

Essendo l'Olivetti completamente digiuna della fabbricazione in serie di apparecchiature elettroniche, il direttore di produzione dell'epoca pretese specifiche dettagliate di assemblaggio, senza tuttavia impegnarsi a collaudare alcun manufatto completato dalla sua linea di montaggio[13]; Perotto, con due suoi collaboratori, in ragione di ciò si recò in fabbrica quando furono pronti gli imballaggi con i primi esemplari assemblati e li aprì a uno a uno per collaudarli personalmente ed eventualmente correggere errori[13]; fu così possibile far partire per il Nordamerica un lotto di macchine senza problemi di funzionamento[13]. La produzione ebbe un notevole impulso quando la General Electric, che da qualche anno era in joint-venture con la divisione elettronica Olivetti, in una nuova società chiamata OGE (della quale gli statunitensi detenevano il 75% del capitale sociale), manifestò la sua intenzione di uscire dal mercato dell'"office", essendo interessata solo ai computer; questo spinse molti progettisti e ingegneri, che erano rimasti con tutta la loro struttura "office" nella nuova società, a rientrare nella Olivetti, e che, dopo l'impennata degli ordini della Programma 101, si stava avviando a essere il ramo vincente dell'azienda[13].

Le vendite ebbero talmente successo che alla fine del 1966 la Underwood, ditta statunitense controllata dalla Olivetti, chiese di poter fabbricare le macchine sul suolo degli Stati Uniti al fine di poter rifornire anche gli uffici delle amministrazioni federali di quel Paese[AP 3]. Nel frattempo, già dal marzo 1965, era stato depositato presso il competente ufficio statunitense il brevetto sulle soluzioni tecniche adottate del calcolatore[14][15]; la manovra si rivelò essere opportuna perché la società concorrente Hewlett-Packard produsse, sull'idea costituiva della P101, un analogo dispositivo di largo consumo, l'HP 9100A[15]; successivamente, quando le fu contestata la violazione di brevetto, la compagnia statunitense addivenne a un accomodamento extragiudiziale, riconoscendo a Olivetti un compenso a titolo di royalty di 900 000 dollari[15][16].

Furono venduti circa 44 000 esemplari, il 90 per cento dei quali sul mercato nordamericano[17] Alcune[18] Programma 101 furono vendute alla NASA e utilizzate per pianificare lo sbarco dell'Apollo 11 sulla Luna[18].
La Programma 101 fece parte del sistema di calcolo balistico dell'aeronautica statunitense per i bombardamenti con i B-52 durante la guerra del Vietnam.[19]
Olivetti promosse anche l'utilizzo della calcolatrice nelle scuole italiane[20].

Un esemplare del Programma 101 esposto al Museo della storia del Computer di Mountain View

Descrizione sintetica

Un esemplare esposto al Museo degli strumenti per il calcolo di Pisa

La Programma 101 dispone di una Unità aritmetica e logica che lavora su una memoria interna in grado di contenere 240 "slot" di cui i primi 120 sono porgrammabili con un istruzione alfanumerica per "slot" e i restanti 120 sono i registri che possono contenere solo dati numerici.

L'immissione dei programmi avviene tramite un codice simbolico (solitamente simbolo e lettera), i dati sono di tipo numerico decimale positivo e negativo con virgola mobile (a differenza dei grandi computer dell'epoca che spesso lavoravano di base su numeri interi e positivi, come l'Elea9003).

Vi sono inoltre una periferica di output (una piccola stampante alfanumerica) e un sistema di salvataggio per dati e programmi su cartolina magnetica in grado di salvare 120 istruzioni per ogni lato, vi è comunque la possibilità di salvare programmi di oltre 240 istruzioni o dati utilizzando più cartoline, mentre funzioni specifiche nella programmazione permettono di caricare in una parte della memoria ulteriori istruzioni e dati, dando la possibilità di avere programmi con lunghezza illimitata. [21][22]

Il programma viene caricato automaticamente in memoria inserendo la cartolina magnetica ed avviata utilizzando uno dei quattro tasti di riferimento di salto principale, vi è inoltre un tasto di reset.

La P101 dispone di due luci di stato, verde fissa quando la macchina è pronta ad elaborare e lampeggiante durante le fasi di elaborazione, mentre la luce rosso indica gli stati in cui va in errore.

Design

Il progetto dello châssis fu affidato inizialmente a Marco Zanuso e in seguito a Mario Bellini, all'epoca giovane architetto, in quanto Perotto si era accorto che la soluzione iniziale progettata da Zanuso prevedeva un ingombro inaccettabile e incompatibile con le esigenze di uno strumento da scrivania[23]. Bellini ideò una struttura in alluminio profilato, al fine di evitare interferenze con altre apparecchiature elettriche,[17], e il peso finale di tutto l'apparato fu di circa 35 chilogrammi. Alcuni esemplari di P101 sono tuttora esposti in musei come esempi di design innovativo (ad esempio, il MoMA di New York)[17].

Caratteristiche tecniche

  • Dimensione: 275 mm (A) x 465 mm (L) x 610 mm (P)
  • Peso: 35,5 kg
  • Consumo: 0,35 kW
  • Dispositivo di output: stampante a 30 colonne su carta di 9 cm
  • Precisione: 22 cifre e fino a 15 decimali
  • Operazioni: somma, sottrazione, moltiplicazione, divisione, radice quadrata e valore assoluto
  • Memoria complessiva: 240 byte nella ALU (stimata)[AP 4]
  • Tastiera: a 36 tasti.
  • Archivio: lettore di schede magnetiche

Architettura

Generalità

La Programma 101 opera su tipi di dati numerici come gran parte dei computer dell'epoca e precedenti come le applicazioni pratiche che spaziavano dalla contabilità alle simulazioni scientifiche e finanziarie.
Il linguaggio di programmazione è di tipo Assembler. Le istruzioni predefinite sono:

  • le quattro operazioni matematiche fondamentali (somma, sottrazione, moltiplicazione e divisione);[24]
  • la radice quadrata;[24]
  • il valore assoluto;[24]
  • operazioni con i registri: azzeramento, spostamento di dati tra di essi, lettura dall'utente;[24]
  • definizioni di etichette di riga, salti condizionati e incondizionati;
  • stampa del valore di un registro.

Organizzazione della unità centrale

I registri di memoria dell'unità centrale sono realizzati a linea di ritardo magnetostrittiva[AP 5]. L'elettronica era realizzata in componentistica discreta: transistor in package TO-18 e diodi montati su basette in bachelite.

L'unità centrale dispone di dieci registri, tre dei quali di calcolo (A, M, R), due di memoria dati (B, C), altri tre di memoria dati e/o memoria di programma (D, E, F, ripartibili a seconda dell'esigenza) e due (chiamati 1 e 2) riservati alla memorizzazione del programma.[25] Uno dei tre registri di calcolo, quello identificato dalla lettera "M" immagazzina i dati ricevuti dalla tastiera e scambia informazioni con gli altri registri. Ogni registro della P101 può contenere 24 istruzioni composte ognuna da un carattere e un simbolo oppure un numero fino a 22 cifre o due numeri fino a 11 cifre (con segno e virgola).

Periferiche di output

Cartolina magnetica del Programma 101

La stampa dell'output su un nastro di carta, come su quasi tutti i computer del tempo.

I programmi e dei dati vengono memorizzati su schede delle dimensioni di 7 centimetri di larghezza per 24 di lunghezza[26], che ospitano due piste magnetiche. Tali piste sono leggibili inserendo la scheda nell'apposito lettore prima in un senso e poi nell'altro.[AP 6][26][27]

Modello di calcolo

Il codice di un programma poteva usare fino a 120 istruzioni (memorizzandolo su una delle due piste della cartolina magnetica). Sono possibili programmi composti da più di 120 istruzioni utilizzando o entrambe le piste di una cartolina magnetica, o addirittura più cartoline magnetiche, sia riscrivendo tutta la memoria o solo una parte di essa[AP 7][26] (programmazione "ad overlay")[28][29].

Sono possibili subroutine[30], richiamabili sia manualmente (usando i tasti V,W, Y e Z)[31] che automaticamente da programma. Si possono quindi sviluppare programmi completamente automatici che possono fermarsi per ricevere input da parte dell'utente, proseguire nel calcolo ed emettere dati di output durante le varie fasi, modificare la memoria, terminare se richiesto o attendere l'inserimento di altre cartoline contenenti nuove istruzioni o dati.

Sistemi derivati

Una Programma 102

I primi derivati diretti della Programma 101 furono la Programma 102 e la Programma 203: la prima, praticamente identica alla P101, aggiungeva la capacità di scambiare dati con dispositivi esterni attraverso una connessione proprietaria; la Programma 203 integrava una macchina da scrivere elettronica completa.

Evoluzioni della P101 sono l'Olivetti P602 e P652, con funzioni matematiche migliorate, l'inserimento di alcuni programmi in ROM e registri più capienti.

Note

Approfondimenti

  1. ^ La calcolatrice è priva di memoria indirizzabile, quindi non ha senso parlare di memoria RAM. Esistono solamente dei registri di memoria nella ALU, la cui capacità totale si può stimare in 240 byte.
  2. ^ Il calcolatore fa parte della collezione del Museum of Modern Art di New York: se ne vedono le foto sul sito ufficiale del museo.
  3. ^ Perotto (1995), pag. 34. Il Buy American Act (1933) infatti impone al governo statunitense di preferire prodotti di produzione nazionale.
  4. ^ Olivetti non fornì mai cifre in bit o byte (che del resto nel 1964 erano più comunemente a 6 (sextet) che a 8 bit (octet). La stima si basa sulla supposizione che ognuno dei 10 registri possa teoricamente contenere 24 comandi, ciascuno, secondo il brevetto della macchina, composto da un byte di 8 bit.
  5. ^ Perotto (1995), p. 42 presenta la memoria "magnetostrittiva" quasi come se fosse un'idea del suo gruppo. In realtà la memoria a linea di ritardo era stata ampiamente usata prima dell'avvento della memoria a nuclei di ferrite (non solo in "alcuni progetti speciali" come dice Perotto) ed era stata brevettata da Eckert e Mauchly nel 1947 (vedi brevetto US2629827). Nel 1965 il brevetto era ancora in vigore, come si scopre da Google Patents
  6. ^ Accontentandosi di numeri con 11 cifre. Utilizzando 22 cifre si scende addirittura a tre.
  7. ^ I registri M, R, A, B e C non vengono sovrascritti dalle operazioni di lettura della scheda.

Citazioni

  1. ^ a b (EN) 'Desk-top' computer is typewriter size, in The Business Week, 23 ottobre 1965.
  2. ^ a b (EN) Desk-Top Size Computer Is Being Sold by Olivetti For First Time in US, in The Wall Street Journal, 15 ottobre 1965 (archiviato dall'originale).
  3. ^ La Olivetti Programma 101, un computer futuristico., su Historybit. URL consultato il 1º giugno 2021.
  4. ^ Programma 101 - Museo Tecnologicamente, su www.museotecnologicamente.it. URL consultato il 31 maggio 2021.
  5. ^ Enzo Mauri, 1965. Olivetti Programma 101, il primo personal computer della storia. Prima rifiutato dagli americani, poi li aiutò ad andare sulla Luna, su 70-80.it - NBC, 1º dicembre 2020. URL consultato il 31 maggio 2021.
  6. ^ Perotto (1995), p. 41.
  7. ^ (EN) ItalianCulture, Microstoria del progetto della Programma 101 – Italian Culture, su italianculturepodcast.com. URL consultato il 31 maggio 2021.
  8. ^ Perotto (1995), p. 39-40.
  9. ^ a b Perotto (1995), pag. 28.
  10. ^ a b c d Perotto (1995), pag. 30.
  11. ^ a b c d Perotto (1995), pag. 31.
  12. ^ Perotto (1995), pag. 36.
  13. ^ a b c d Perotto (1995), pag. 33.
  14. ^ (EN) Patent No 3,495,222 - Program Controlled Electronic Computer, su patft.uspto.gov, US Patent and Trade Marks Office, 10 febbraio 1970. URL consultato il 29 ottobre 2013.
  15. ^ a b c Perotto (1995), pag. 35.
  16. ^ Graziano Izzo, Adriano Olivetti e Piergiorgio Perotto. La continuità in 7 passi (PDF), in Adriano Olivetti, Napoli, SICSI - Scuola Interuniversitaria Campana di Specializzazione all'Insegnamento, 14 marzo 2008. URL consultato il 29 ottobre 2013.
  17. ^ a b c (EN) Olivetti Programma 101 computer, 1965 - 1971, su powerhousemuseum.com, Powerhouse Museum Collection, 2008. URL consultato il 29 ottobre 2013 (archiviato dall'url originale il 13 novembre 2016).
  18. ^ a b (EN) NASA Johnson Space Center Oral History Project - Oral History Transcript - David W.Whittle - interwieved by Sandra Johnson (PDF), su historycollection.jsc.nasa.gov, 16 febbraio 2006.
  19. ^ Shawcross, Bombing Cambodia: A Critique, in Andrew Rotter (a cura di), Light at the end of the tunnel: A Vietnam War Anthology, New York, 1991, p. 280, ISBN 0-312-04529-8.
  20. ^ Un calcolatore, dei ragazzi, in Archivio nazionale cinema d'impresa, 1969.
  21. ^ Calcolatore programmabile da tavolo Olivetti Programma 101, su Museo nazionale della scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci.
  22. ^ Rai Storia - Quando Olivetti inventò il PC, su raistoria.rai.it.
  23. ^ Perotto (1995), pag. 25.
  24. ^ a b c d Penserini (1973), p. 27.
  25. ^ Penserini (1973), p. 3.
  26. ^ a b c Penserini (1973), p. 4.
  27. ^ Perotto (1995), p. 101.
  28. ^ Overlay - Il Sabatini-Coletti, su dizionari.corriere.it.
  29. ^ Bell e Newell (1971), p. 242.
  30. ^ Penserini (1973), p. 47.
  31. ^ Bell e Newell (1971), p. 239.

Bibliografia

La Programma 101 nelle parole del suo inventore

La Programma 101 vista da altri

Manuali d'uso e opuscoli

Testi di carattere generale

Filmografia

  • Alessandro Bernard e Paolo Ceretto, Quando Olivetti inventò il PC, History, 26 giugno 2011. Documentario televisivo.

Voci correlate

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Collegamenti esterni