Smithsonite

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Smithsonite
Classificazione Strunz5.AB.05
Formula chimicaZnCO3[1][2][3][4]
Proprietà cristallografiche
Gruppo cristallinoDimetrico
Sistema cristallinoTrigonale[1][2][3]
Parametri di cellaa=4,6526(7) Å, c=15,0257(22) Å[1], a:c = 1:3.22974, a=4,653, c=15,028, Z=6, V=281,77[2]
Gruppo puntuale3 2/m[1][2]
Gruppo spazialeR 3c[1][2]
Proprietà fisiche
Densitàcirca 4,43[5] g/cm³
Densità calcolata4,43[1] g/cm³
Durezza (Mohs)4-4,5[1][4], 4,5[2]; 5[3]
SfaldaturaBuona secondo {1011}[1] Perfetta[3] secondo {1011}[2] secondo le facce del romboedro[4]
FratturaIrregolare, subconcoide[1], fragile[2], concoide[3]
ColoreAllocromatico
LucentezzaDa vitrea[1][2][3] a perlacea[1][3] vitrea semigrassa[4]
OpacitàDa sottotrasparente[2] a translucida[1][2][4]
StriscioBianco[1][2][3]
Diffusionediffuso[6]
Si invita a seguire lo schema di Modello di voce – Minerale

La smithsonite è un minerale, carbonato di zinco, appartenente alla classe mineralogica dei Carbonati, nello specifico al gruppo della calcite, utilizzato per l'estrazione appunto dello zinco, come pietra ornamentale ed anche molto ricercata dai collezionisti di minerali.

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Prende il nome da James Smithson, fondatore dello Smithsonian Institution[2] che per primo studiò questo minerale. In passato questo minerale era denominato calamina

Abito cristallino[modifica | modifica wikitesto]

Il suo abito cristallino è variabile, la forma tipica è botroidale, altrimenti i cristalli sono generalmente romboedrici. Può avere anche aspetto reniforme, stallattitico, di incrostazione (drusa), granulare, massivo[1].

Origine e giacitura[modifica | modifica wikitesto]

Nei giacimenti di ossidazione dei minerali dello zinco.[2]

Forma in cui si presenta in natura[modifica | modifica wikitesto]

Botroidale[1][2][4], terroso[1][2], reniforme[1][2][4] con struttura zonata[4]. Si presenta anche in forme concrezionate, stalattitiche, massive, granulari, di drusa, con struttura zonata.[1][4]

In talune di queste forme il minerale può essere confuso con l'emimorfite, difatti i minatori chiamano entrambi i minerali, associati ad idrozincite, calamina.[4]

Proprietà chimico fisiche[modifica | modifica wikitesto]

Indici di rifrazione:

  • nw = 1,850
  • ne = 1,625
  • È birifrangente.

Il minerale, se è esposto a luce ultravioletta, mostra fluorescenza rosa.[3] Il minerale risulta solubile facilmente in acidi producendo effervescenza.[4]

Impurezze: Il cadmio tinge di giallo i cristalli, mentre il rame li tinge di verde. Altri elementi chimici presenti come impurezze sono[4]:

Utilizzi[modifica | modifica wikitesto]

Per l'estrazione dello zinco, come pietra ornamentale e come minerale da collezione.[4]

Località di ritrovamento[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Storia mineraria della Sardegna.
dei campioni interessanti provengono dall'Iglesiente, in particolar modo dalle miniere di Masua che fornisce dei campioni del minerale contenenti cadmio con concrezioni e stalattitici con colore che spazia dal verde al bruno, altre miniere nella zona si trovano presso Montevecchio che forniscono campioni concrezionati e campioni minuti scalenoedrici di colore bruno;[3] altre località sarde utili per l'estrazione del minerale sono: Monteponi, Campo Pisano[4];

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r Scheda del minerale su Mindat
  2. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q Scheda del minerale su Webmineral
  3. ^ a b c d e f g h i j k l m Autori Vari, scheda smithsoninte in "Il magico mondo di minerali & gemme", De Agostini (1993-1996), Novara
  4. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p Autori Vari, Come collezionare i minerali dalla A alla Z vol.II, pagg.434-436, Peruzzo editore, Milano
  5. ^ Media dei valori trovati sulla scheda del minerale su mindat, webmineral, Autori vari in "Come collezionare i minerali dalla A alla Z vol.II" pagg. 434-436 e Autori Vari scheda smithsonite in "Il magico mondo di minerali & gemme"
  6. ^ Annibale Mottana, Rodolfo Crespi, Giuseppe Liborio, "Minerali e rocce", Mondadori Editore, 1977"

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Webmin, su webmineral.com.
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