Salvatore Garau

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Salvatore Garau (Santa Giusta, 1953) è un pittore e artista italiano.

Le sue opere spesso riguardano argomenti come la protezione dell'ambiente e l'etica sociale.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Formatosi presso l'Accademia di belle arti di Firenze, dove consegue il diploma nel 1974, entra tre anni dopo nel gruppo rock degli Stormy Six, come batterista.[1][2]

Nel 1984 esordisce come pittore presso lo Studio Cannaviello di Milano,[3] dedicandosi all'arte figurativa e ponendosi all'attenzione di Luciano Caramel[4][5] e Enrico Crispolti[6].

Nel 2005 come provocazione per la tutela dell'ambiente dipinge un quadro di 200 mq su una pubblicità riciclata in PVC di una casa automobilistica, e la espone avvolgendo un palazzo del centro di Milano.[7]

Nel 2003 Garau viene acquisito nella collezione permanente di uno dei più importanti musei per l'arte contemporanea, il Museo d'arte moderna di Saint-Étienne in Francia[8].

Nel 2009 Salvatore Garau e Michelangelo Pistoletto espongono insieme nella mostra "Di tanto mare. Salvatore Garau - Michelangelo Pistoletto".[9][10]

Nel 2012 esordisce come scrittore con il romanzo Crudele amore mio, pubblicato da Newton & Compton nel formato ebook[11] e ottiene buon successo di pubblico;[12] l'anno successivo partecipa alla reunion degli Stormy Six, dalla quale nasce Benvenuti nel ghetto, in collaborazione con Moni Ovadia.[2]

Stile pittorico[modifica | modifica wikitesto]

Dopo un inizio accademico e figurativo, alla fine degli anni ottanta mette a punto un linguaggio evocativo, passionale e romantico, costruito su uno stile «liquido» dove dighe, piloni e condotti disegnati a grafite sono spesso protagonisti della composizione, dedicandosi in principio a opere solo in bianco e nero.[13]

Principali esposizioni[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1974 alcune sue opere furono scelte per le decorazioni del nuovo Convitto Nazionale di Sassari.

Nel 1989 vince la 41ª edizione del Premio Michetti dal titolo Radici del Sud, dal Sud[14][15].

Nel 1999 partecipa alla Biennale di Venezia.[16] L'adesione al gruppo «Italian Factory» lo porta ad esporre nel 2003 all'omonimo evento collaterale della Biennale di Venezia a cura di Francesco Bonami[17] e al Parlamento europeo a Strasburgo.[18]

Dello stesso anno è una personale a Londra,[17] mentre nel 2009 espone al Museo d'arte moderna di Saint-Étienne.[19]

Nel 2009 una dei maggiori critici d'Europa, Lóránd Hegyi, decide di curare una grande esposizione di Garau e Schifano presso il Museo d'arte moderna di Saint-Étienne[20].

È di nuovo presente alla Biennale di Venezia nel 2011 a cura di Bice Curiger, presentato da Gavino Sanna,[21] mentre l'anno successivo espone al Museo delle belle arti Emilio Caraffa di Cordoba, in Argentina.[22]

Nel 2020 Salvatore Garau entra nella "Collezione Farnesina", Collezione Museale del Ministero Italiano degli Affari Esteri[23][24], e nelle Ambasciate Italiane del Brasile e della Sud Corea.

Nel 2021 espone una installazione immateriale davanti alla Borsa di New York titolata Afrodite che piange, come provocazione per la protezione dell'ambiente e critica all'utilizzo degli NFT[25] nelle opere d'arte, con il patrocinio dell'Istituto di cultura del Ministero degli Esteri Italiano,[26] a cui segue la vendita all'asta della prima opera inesistente Io sono (I am) battuta per €14,820[27][28][29] e la vendita all'asta dell'opera Davanti a te (In front of you) battuta per €27,120 nel 2021.

Opere nei musei[modifica | modifica wikitesto]

Opere di Garau sono conservate da alcuni musei:

Installazioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Nel 2006 realizza in Sardegna l'installazione Ichthys Sacro Stagno, che prevedeva l'allagamento di tre chiese consacrate con l'inserimento di pesci degli stagni circostanti, poi rinseriti nel loro ambiente naturale[41].
  • L'anguilla di Marte, scultura[42]
  • Nel 2008 realizza Scultura nel cielo, un'installazione di grandi dimensioni in Corso Magenta a Milano[43].
  • Nel 2023 con autorizzazione del Vaticano crea una pala d'altare contemporanea in una basilica consacrata del 1200 a lato di un'opera immateriale riconosciuta dall'Arcivescovo della diocesi.

Pubblicazioni[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Martina Corgnati, Salvatore Garau dagli Stormy Six alla pittura, in La Repubblica, 18 aprile 2002. URL consultato il 22 luglio 2014.
  2. ^ a b Stormy Six, la leggendaria band è tornata, in La Nuova Sardegna, 25 ottobre 2013. URL consultato il 22 luglio 2014.
  3. ^ Salvatore Garau, su artistidisardegna.it. URL consultato il 22 luglio 2014 (archiviato dall'url originale il 29 luglio 2014).
  4. ^ Caramel
  5. ^ Arrigo Benedetti, Salvatore Garau, in L'europeo, vol. 46, Domus, 1990, p. 115. URL consultato il 12 dicembre 2014.
  6. ^ Crispolti
  7. ^ Rosella Ghezzi, Ecco come nasce un quadro di 200 mq, in Corriere della Sera, 8 aprile 2005, p. 59 (archiviato dall'url originale il 31 maggio 2014)..
  8. ^ Collezione permanente, Condotta, 2003, su mamc.saint-etienne.fr. URL consultato il 27 giugno 2021.
  9. ^ Salvatore Garau / Michelangelo Pistoletto, Oristano, Ex Asilo Sant'Antonio, 25 luglio - 16 agosto, "Di tanto mare. Salvatore Garau - Michelangelo Pistoletto", from 25 July to 16 August 2009
  10. ^ Londra, Christie's: World Record per Angeli e Pistoletto, su Collezione da Tiffany, 6 ottobre 2017. URL consultato il 9 ottobre 2021.
  11. ^ «Crudele amore mio», l'esordio di Salvatore Garau, in La Nuova Sardegna, 17 giugno 2013. URL consultato il 21 ottobre 2014.
  12. ^ Classifiche settimanali. 21 gennaio, su ebookplanet.it/, 21 gennaio 2013. URL consultato il 29 agosto 2020 (archiviato dall'url originale il 7 ottobre 2017).
  13. ^ Crispolti, p. 243.
  14. ^ Crispolti, p. 223.
  15. ^ Premi Fondazione Michetti, su fondazionemichetti.it. URL consultato l'11 settembre 2014 (archiviato dall'url originale l'11 settembre 2014).
  16. ^ Gli artisti partecipanti al Premio Marche 1999, su italica.rai.it/. URL consultato il 22 luglio 2014 (archiviato dall'url originale il 31 maggio 2014).
  17. ^ a b Paolo Manazza, I giovani fanno il botto, in Corriere della Sera, 16 giugno 2003. URL consultato il 21 ottobre 2014 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2016).
  18. ^ Bruxelles. Una Biennale d'arte per il semestre italiano, su patrimoniosos.it/. URL consultato il 22 luglio 2014.
  19. ^ Mostre. In Francia le opere di Mario Schifano e Salvatore Garau, su adnkronos.com/. URL consultato il 22 luglio 2014.
  20. ^ Lóránd Hegyi (2009). Salvatore Garau: Photogrammes avec horizon (exhibition catalogue, in French). Milano: Electa. ISBN 9788837069995
  21. ^ L'arte non è cosa nostra. Lista artisti Arsenale (PDF), su labiennale.org. URL consultato il 20 luglio 2014 (archiviato dall'url originale il 14 ottobre 2013).
  22. ^ Visitá edificios históricos y culturales en Semana Santa, su prensa.cba.gov.ar. URL consultato il 22 luglio 2014 (archiviato dall'url originale l'8 agosto 2014).
  23. ^ Collezione Farnesina, mappa delle opere, Ministero degli Affari Esteri, pag. 124, G, su collezionefarnesina.esteri.it. URL consultato il 27 giugno 2021 (archiviato dall'url originale il 27 giugno 2021).
  24. ^ Salvatore Garau entra nella "Collezione Farnesina" del Ministero degli Affari Esteri, su artslife.com. URL consultato il 27 giugno 2021.
  25. ^ Laura Naka Antonelli, "Tesla, Musk e Bitcoin: il post su Twitter, fine di un amore? E intanto in barba a NTF statua invisibile Garau venduta a 15.000 euro", 4.06.2021
  26. ^ [1], dal 29 maggio "Afrodite piange" di Salvatore Garau. Stanze Italiane, Istituto Italiano della cultura di New Yorkm Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale
  27. ^ Salis, S., "Opere d'arte invisibili per case e spazi pubblici", Il Sole 24 ore, June 6, 2021.
  28. ^ Sara Santora, "Italian Artist Sells Invisible Sculpture for More Than $18,000", Newsweek, 1 giugno 2021.
  29. ^ https://www.lemonde.fr/signataires/robin-richardot/, "En Italie, une sculpture invisible achetée près de 15 000 euros, Un carré de vide de 150 × 150 centimètres « environ », baptisé « Io sono » (« je suis ») par l'artiste italien Salvatore Garau, a èté vendu aux enchères", Le Monde, 11 giugno 2021.
  30. ^ Mappa delle opere, su progettocultura.prod.h-art.it. URL consultato il 24 agosto 2016 (archiviato dall'url originale il 24 agosto 2016).
  31. ^ Collezione permanente, Condotta, 2003, su mamc.saint-etienne.fr/. URL consultato il 27 giugno 2021.
  32. ^ Collezione Farnesina , mappa delle opere, Ministero degli Affari Esteri, pag. 124, G (PDF), su collezionefarnesina.esteri.it. URL consultato il 27 giugno 2021 (archiviato dall'url originale il 9 maggio 2021).
  33. ^ Brasile - Ambasciata e Istituto Italiano a Brasilia organizzano la Personale di Salvatore Garau, su esteri.it. URL consultato il 27 giugno 2021.
  34. ^ Matino-Mascheroni, p. 383.
  35. ^ Salvatore Garau: Rosso Wagner [collegamento interrotto], su cittametropolitana.mi.it. URL consultato il 22 luglio 2014.
  36. ^ Collezione permanente, su stelline.it/. URL consultato il 22 luglio 2014.
  37. ^ Mappa delle opere (PDF), su macam.org/. URL consultato il 22 luglio 2014.
  38. ^ Battistini-Deggiovanni, pp. 16, 134, 218.
  39. ^ Anche a Sassari aperte al pubblico le collezioni d'arte degli istituti, su La Nuova Sardegna. URL consultato il 23 luglio 2014.
  40. ^ Salvatore Garau, su ars.fondazionedisardegna.it. URL consultato il 1º maggio 2022.
  41. ^ Ichthys Sacro Stagno (PDF), su sardegnacultura.it/. URL consultato il 22 luglio 2014.
  42. ^ L'anguilla di Marte di Salvatore Garau, su monumentiaperti.com. URL consultato il 20 luglio 2014 (archiviato dall'url originale il 27 maggio 2014).
  43. ^ Rosella Ghezzi, «Ecco come nasce un quadro di 200 mq», in Corriere della Sera, 8 aprile 2005. URL consultato il 22 luglio 2014 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2016).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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