Probabilmente anche a seguito del suo ostentato scetticismo riguardante il presunto affondamento di due corazzateamericane da parte del comandante Enzo Grossi al comando del sommergibile Barbarigo,[9] che gli avevano valso due Medaglie d'oro al valor militare e la promozione di grado, il 29 dicembre 1942[10] egli venne sostituito al comando di "BETASOM" dallo stesso Grossi[11], per essere destinato nel gennaio del 1943 a Palermo come Comandante della Base logistica. Partecipò attivamente alla campagna di Tunisia, organizzando i convogli di rifornimenti per le truppe italiane impegnate in quel settore, venendo decorato con la Medaglia d'argento al valor militare per l'impegno profuso.
Destinato in seguito a Livorno[5] come Comandante della Base Navale, all'arrivo dei tedeschi riuscì a mettere in salvo il personale dipendente della base, dopodiché si rifugiò in casa di amici a Castiglioncello per qualche tempo e successivamente raggiunse la sua famiglia a Venezia nel gennaio 1944. Nel maggio dello stesso anno, al fine di evitare la deportazione in Germania, prestò formale giuramento alla Repubblica Sociale Italiana, ma nel contempo iniziò a collaborare clandestinamente con il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia.[5]
L'8 agosto fu arrestato dai fascisti e incarcerato a Venezia con varie accuse[12] che in seguito si rivelarono infondate. Rimase in carcere per cinque mesi, dopodiché con l'intercessione del CardinaleGiovanni Urbani, futuro Patriarca di Venezia e zio di sua cognata, fu liberato con l'obbligo di firma in Questura tutte le sere.[5]
Alla fine della guerra in Italia, con la caduta del fascismo, il 6 maggio 1945 assunse il comando dei servizi della Marina di Venezia, ma fu collocato a riposo il 20 febbraio 1946, venendo promosso ammiraglio di divisione il 5 maggio dello stesso anno.[5]
Il 19 febbraio 1950, avendo contratto grave malattia ai polmoni durante il periodo trascorso in prigionia, fu costretto a lasciare il servizio per motivi di salute e fu collocato in congedo assoluto e iscritto al Ruolo d'Onore della Marina Militare, promosso ammiraglio di squadra il 27 giugno 1958.
Si ritirò quindi a vivere al Lido di Venezia, dove morì nel 1968.
«Iniziatesi le ostilità contro la Grecia, al Comando di un gruppo di unità destinate a proteggere il traffico con l'Albania, assolse l'arduo compito con assoluta dedizione ed elevato senso di responsabilità, superando con tenacia e perizia non comuni le ingenti difficoltà derivanti dall'intensità del traffico, dalla esiguità dei mezzi, dall'insidia nemica e dell'avversità della stagione eccezionalmente sfavorevole. Successivamente, come Capo di Stato Maggiore del Comando Superiore delle Forze Italiane Subacquee in Atlantico prima, e poi come Capo Gruppo dei sommergibili dislocati in quella base, "concorse con la sua azione ad affermare contro il nemico il prestigio delle armi italiane.» — Basso Adriatico - Oceano Atlantico, 28 ottobre 1940 - novembre 1941) (R.D. n. 265 del 2 marzo 1942
«Comandante di Marina di importante base logistica marittima avanzata e sottoposta a persistente violenta offesa aerea che nel porto e nel retroterra provocava distruzioni ingentissime e dolorose perdite, intervenendo in ogni luogo mentre ancora si svolgeva l’offesa aerea e superando pericoli di ogni genere, assicurava nel miglior modo l’efficienza dei servizi. In occasione dell’incendio ed esplosione di nave petroliera e dell’esplosione di munizioni di altra motonave, seppe dar prova di ammirevole calma, sereno coraggio e sprezzo della vita, esempio e sprone ai dipendenti che ebbero in lui sicura guida e soprattutto nelle più critiche e sconfortanti emergenze.» — Palermo, Gennaio - Maggio 1943
«Comandante di unità rimasta isolata e fatta segno di violenti e insistenti attacchi aerei, malgrado le menomate condizioni della nave, reagiva efficacemente col fuoco e con la manovra, riuscendo a sventare l’offesa nemica.» — Mare Ionio, 9 luglio 1940
Paolo Alberini, Franco Prosperini, Uomini della Marina, 1861-1946. Dizionario biografico, Roma, Ufficio Storico dello Stato Maggiore della Marina Militare, 2015, ISBN978-88-98485-95-6.
Elio Andò, BETASOM. I sommergibili italiani negli oceani, Campobasso, Italia Editrice, 1997.
Giorgio Giorgerini, La guerra italiana sul mare, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 2002, ISBN978-88-04-50150-3.
Giorgio Giorgerini, Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini a oggi, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 2002, ISBN978-88-04-50537-2.
Erminio Bagnasco, Maurizio Brescia, I sommergibili italiani 1940-1943. Parte 1ª-Mediterraneo, in Storia Militare Dossier, n. 11, Parma, Ermanno Albertelli Editore, novembre-dicembre 2013.
Erminio Bagnasco, Maurizio Brescia, I sommergibili italiani 1940-1943. Parte 2ª-Oceani, in Storia Militare Dossier, n. 11, Parma, Ermanno Albertelli Editore, gennaio-febbraio 2014.