Processo di famiglia

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Processo di famiglia è un dramma scritto da Diego Fabbri, mandato in scena per la prima volta nel 1953.

Processo di famiglia
Dramma in due tempi
Ezio Gaggiotti, Enrico Maria Salerno, Laura Rizzoli, Lilla Brignone, Memo Benassi, Loredana Savelli e Glauco Mauri in una scena del secondo atto
AutoreDiego Fabbri
Lingua originaleItaliano
Generedramma
Prima assoluta11 dicembre 1953
Teatro Carignano, Torino
Personaggi
  • Eugenio
  • Isolina
  • Libero
  • Bice
  • Rolando
  • Vanna
  • Abele
  • Cameriera
 

Appartiene alla serie dei "drammi della coscienza".

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Abele, bambino adottato da Eugenio e Isolina, viene rivendicato da Bice, la vera madre; morirà accidentalmente cadendo nella tromba di un ascensore.

Rappresentazioni[modifica | modifica wikitesto]

La prima è andata in scena l'11 dicembre 1953 al Teatro Carignano di Torino dalla «Compagnia del Teatro di via Manzoni di Milano», per la regia di Alessandro Brissoni; con Memo Benassi (Eugenio), Lilla Brignone (Isolina), Glauco Mauri (Libero), Laura Rizzoli (Bice), Enrico Maria Salerno (Rolando), Loredana Savelli (Vanna), Ezio Gaggiotti (Abele), Adriana Asti (la cameriera).

Questa versione è stata trasmessa dal Secondo canale della radio il 17 maggio 1954[1] e più volte replicata.

Adattamenti[modifica | modifica wikitesto]

Il primo adattamento per la televisione è stato trasmesso il 20 febbraio 1959, per la regia di Vittorio Cottafavi, con Gianni Santuccio (Eugenio), Evi Maltagliati (Giovanna), Nando Gazzolo (Libero), Valeria Valeri (Bice), Enrico Maria Salerno (Rolando), Mila Vannucci (Vanna), Massimo Giuliani (Abele), Grazia Cappabianca (la cameriera).[2]

La Rai mandò in onda nel 1992 il film TV in 2 puntate tratto dall'opera teatrale, per la regia di Nanni Fabbri, figlio di Diego, con partitura musicale di Piero Montanari; nel cast: Renzo Montagnani, Alessandra Martines, Maurizio Donadoni, Angiola Baggi, Lorenzo Majnoni, Cinzia De Ponti. Le riprese si sono svolte a Chieti.[3]

La critica[modifica | modifica wikitesto]

Secondo Francesco Bernardelli: «Fabbri si è affidato con molta bravura e con onestà di ragionamenti a un tipo di dialogo che ricordava Pirandello, e che è pur spedito e piacevole».[4]

Secondo Orio Vergani: «Il dramma, quando è "centrato" su di lei [Isolina], non ha una sola battuta falsa: e alla sua lucida, acciaiata determinazione fa riscontro con un giusto tono dolente il carattere del marito».[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Processo di famiglia, Radiocorriere, n. 20, 1954, p. 20.
  2. ^ Processo di famiglia, Radiocorriere TV, n. 7, 1959, p. 43.
  3. ^ Lucilla Casucci, Processo di famiglia, Radiocorriere TV, n. 3, 1992, pp. 16-19.
  4. ^ f.b., «Processo di famiglia» di Fabbri al Carignano, su La Stampa, 12 dicembre 1953, p. 5.
  5. ^ O.V., "Processo di famiglia" di Diego Fabbri, su Corriere della Sera, 24 marzo 1954, p. 3.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Carlo Terron, Processo di famiglia, Radiocorriere TV, n. 7, 1959, pp. 10-11 e 43