Pessola

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Pessola
frazione
Pessola – Veduta
Pessola – Veduta
Chiesa di Santa Maria Immacolata
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Emilia-Romagna
Provincia Parma
Comune Varsi
Territorio
Coordinate44°37′42.2″N 9°52′08″E / 44.62839°N 9.86889°E44.62839; 9.86889 (Pessola)
Altitudine784 m s.l.m.
Abitanti47[2]
Altre informazioni
Cod. postale43049
Prefisso0525
Fuso orarioUTC+1
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Pessola
Pessola

Pessola è una frazione del comune di Varsi, in provincia di Parma.

La località dista 4,28 km dal capoluogo.[1]

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

La frazione sorge alla quota di 784 m s.l.m.,[1] sul versante sinistro della val Pessola, ai piedi del monte Dosso;[3] l'abitato è affiancato a est dal rio del Merlo e a ovest dal rio della Gottea, entrambi affluenti del torrente Pessola.[4]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La più antica testimonianza della presenza dell'uomo nella zona di Pessola è databile all'età del rame; risale infatti a quell'epoca un'ascia in diorite verde, rinvenuta nel XIX secolo nei pressi della chiesa[5] e successivamente collocata nei musei civici del palazzo Farnese di Piacenza.[6]

In epoca medievale nel piccolo borgo fu edificato un castello a difesa della vallata, probabilmente per volere di Armando da Pessola,[7] che fu costretto ad alienarlo nel 1271 al Comune di Piacenza.[8]

In seguito il feudo passò ai marchesi Pallavicino di Pellegrino,[7] unitamente a Carpadasco, alla val Mozzola, alla val Cenedola e alla valle dello Stirone.[9]

Nel 1428 il castello di Pellegrino fu assaltato dalle truppe del duca di Milano Filippo Maria Visconti, guidate dal capitano di ventura Niccolò Piccinino; il marchese Manfredo Pallavicino fu arrestato e costretto sotto tortura a confessare di aver congiurato contro il Duca, che lo condannò a morte e incamerò tutti i suoi beni.[10] Nel 1438 il Visconti investì del feudo e di tutte le terre annesse il Piccinino, al quale succedettero nel 1444 i figli Francesco e Jacopo.[11]

Nel 1472 il duca Galeazzo Maria Sforza assegnò Pellegrino e le pertinenze di Pessola, Carpadasco, Rubbiano, Mariano, Mercato, Careno, Ceriato, Metti, Pozzolo, Rigollo, Besozzola, Montesacco, Iggio, Aione, Borla, Varone, Val Mozzola e Gusaliggio al cugino Lodovico Fogliani,[12] al quale concesse la facoltà di aggiungere al proprio il cognome Sforza.[11]

L'ultimo marchese Giovanni Fogliani Sforza d'Aragona, dal 1755 viceré di Sicilia, nel 1759 rinunciò ai propri feudi in favore di Federico Meli Lupi di Soragna, figlio di sua sorella; il figlio Carlo alla sua morte ereditò i diritti e li mantenne fino alla loro abolizione sancita nel 1805 dai decreti napoleonici.[11]

In seguito Pessola divenne frazione del nuovo comune (o mairie) di Varsi.[3]

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di Santa Maria Immacolata[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di Santa Maria Immacolata
Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa di Santa Maria Immacolata (Varsi).

Menzionata per la prima volta nel 1352, la chiesa originaria fu ricostruita nel corso del XVII secolo; danneggiata pesantemente da una frana nel 1856, fu in seguito abbattuta e completamente riedificata in forme neoclassiche tra il 1859 e il 1860; restaurata nel 1957, fu risistemata nella zona del presbiterio nel 1976. Il luogo di culto, caratterizzato dalla facciata a salienti decorata con lesene ioniche e grandi statue in cemento, è ornata internamente con paraste doriche e affreschi.[13]

Castello[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Castello di Pessola.

Edificato probabilmente intorno alla metà del XIII secolo da Armando da Pessola, il castello fu da questi alienato nel 1271 al Comune di Piacenza; acquisito successivamente dai marchesi Pallavicino di Pellegrino, fu assegnato nel 1348 a Niccolò Piccinino; concesso in feudo nel 1472 a Ludovico Sforza Fogliani, fu ereditato nel 1759 da Federico Meli Lupi di Soragna; abbandonato da tempo, cadde in completa rovina fino alla sua completa scomparsa tra il XIX e il XX secolo.[14]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c La Frazione di Pessola, su italia.indettaglio.it. URL consultato il 28 dicembre 2018.
  2. ^ [1]
  3. ^ a b Molossi, p. 360.
  4. ^ Boccia, p. 115.
  5. ^ Pallastrelli, p. 63.
  6. ^ Castignoli, p. 698.
  7. ^ a b Castello di Pessola o dell'Agnellina (Varsi), su castellidellavalceno.it. URL consultato il 29 dicembre 2018.
  8. ^ Poggiali, 1758, p. 331.
  9. ^ Fallini, p. 55.
  10. ^ Fatti, misfatti e misteri di un millenario Castello (PDF), su comune.pellegrino-parmense.pr.it. URL consultato il 29 dicembre 2018.
  11. ^ a b c Molossi, p. 357.
  12. ^ Poggiali, 1760, p. 9.
  13. ^ Chiesa di Santa Maria Immacolata "Pessola, Varsi", su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 28 dicembre 2018.
  14. ^ Solignano, su geo.regione.emilia-romagna.it. URL consultato il 29 dicembre 2018 (archiviato dall'url originale il 30 dicembre 2018).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Antonio Boccia, Viaggio ai monti di Parma (1804), Parma, Libreria Aurea Parma, 1970.
  • Piero Castignoli, Storia di Piacenza: Dalle origini all'anno mille, Piacenza, Tip.Le.Company, 1990.
  • Marco Fallini, Monasteri: alle radici della città e del territorio di Parma nel Medioevo, Parma, MUP, 2007.
  • Lorenzo Molossi, Vocabolario topografico dei Ducati di Parma, Piacenza e Guastalla, Parma, Tipografia Ducale, 1832-1834.
  • Bernardo Pallastrelli, La Città d'Umbria nell'Appennino Piacentino, Piacenza, Tip. A. del Majno, 1864.
  • Cristoforo Poggiali, Memorie storiche della città di Piacenza compilate dal proposto Cristoforo Poggiali, Tomo V, Piacenza, per Filippo G. Giacopazzi, 1758.
  • Cristoforo Poggiali, Memorie storiche della città di Piacenza compilate dal proposto Cristoforo Poggiali, Tomo VIII, Piacenza, per Filippo G. Giacopazzi, 1760.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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