Coordinate: 41°54′08″N 12°09′26″E

Passoscuro

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Passoscuro
frazione
Passoscuro – Veduta
Passoscuro – Veduta
Campagna romana, duna costiera e, sullo sfondo, il mar Tirreno a nord di Passo Oscuro
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Lazio
Città metropolitana Roma
Comune Fiumicino
Territorio
Coordinate41°54′08″N 12°09′26″E
Altitudinem s.l.m.
Abitanti
Altre informazioni
Cod. postale00054
Prefisso0666
Fuso orarioUTC+1
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Passoscuro
Passoscuro

Passoscuro[1] (talvolta indicato come Passo Oscuro) è un piccolo abitato sulla costa tirrenica del Lazio. È ubicato sul tratto del litorale romano a settentrione di Roma, a nord di Fregene, da cui dista 5 km.

Da un punto di vista amministrativo, è una frazione del comune di Fiumicino, ricadente nella ex quarantasettesima zona di Roma, nell'Agro Romano, indicata con Z.XLVII.

L'abitato, di storia urbanistica recente, risale al Novecento e sorge nelle immediate adiacenze della costa sabbiosa del litorale laziale.

Storia

Torre di Palidoro, con la targa commemorativa dedicata a Salvo d'Acquisto

L'area in cui sorge l'abitato era sicuramente frequentata fin dall'età romana: in località Torre di Palidoro, a ridosso della duna costiera, sono emersi alcuni resti in opus reticolatum appartenenti a una villa romana[2].

Il toponimo viene fatto derivare da un passaggio costiero frequentato dai cacciatori, menzionato, nel 1724, in una nota di papa Benedetto XIII.

Nella porzione più settentrionale rispetto all'abitato novecentesco, presso la foce del Fosso delle cadute[3], ricadente in un'area di proprietà privata, sorge una torre di guardia costiera, detta Torre di Palidoro, nei cui pressi giacciono le già citate vestigia della villa romana[3]. La torre fu eretta nell'XI secolo, in funzione difensiva, quale presidio della costa contro le minacce della scorrerie saracene[4]. Cessata la sua ragione difensiva, la torre cadde in rovina e fu ricostruita molto più tardi, nel XVI secolo[4].

L'area fu poi donata all'ospedale Pio Istituto del Santo Spirito di Roma dalla famiglia Peretti, tenutaria del vicino Castello di Torre In Pietra.

Sviluppo urbanistico novecentesco

L'abitato moderno iniziò a popolarsi durante gli anni venti del Novecento, quando l'area era frequentata principalmente da pescatori. Lo sviluppo urbano proseguì, in maniera disordinata e "irrazionale"[5], dopo la seconda guerra mondiale. Intorno agli anni quaranta-cinquanta, dopo che l'area era stata integralmente bonificata, vi vivevano poco più di 200 famiglie, sistemate in baracche precarie[6], e "tucul" realizzati in legno, argilla, frasche e canne palustri[5]. Emarginati dalle aree urbanizzate, questi primi abitanti di Passo Oscuro "vivevano di rane, pesci d'acqua dolce e d'acqua salata, caccia di frodo, raccolta nel bosco"[5].

L'organicità informale e irrazionale di questa architettura di emergenza è andata via via offuscandosi sotto la spinta dell'abusivismo edilizio degli ultimi decenni del Novecento, con l'edificazione di piccole abitazioni in muratura, anche su terreni non di proprietà, occupati abusivamente, a volte per evoluzione e trasformazione di precedenti baracche[6]. Spesso la tipologia costruttiva ricadeva nel campo dell'autocostruzione[6]. A questo fenomeno si aggiunse la proliferazione del fenomeno delle seconde case illegali. Questo processo di crescita disordinata ha dato vita a una congerie di architetture che conferisce all'abitato, all'inizio degli anni 2000, un'apparenza organica e metafisica[7].

L'abitato si presenta come un agglomerato di case piccole e basse (in genere di uno o due piani[7]) attraversato interamente da una strada maestra che corre all'interno, parallela alla costa[7]. Le abitazioni si spingono fin oltre il limitare della spiaggia, dove una volta doveva ergersi la duna. Per questo motivo, l'abitato non dispone di un lungomare: dalla strada tortuosa che corre più vicina alla linea di costa il mare si vede solo a sprazzi, negli spazi di soluzione del continuum edilizio.

L'area più a settentrione, in località Torre di Palidoro, fu teatro dell'esecuzione di Salvo d'Acquisto il 23 settembre 1943.

Appena più a nord della torre, in prossimità della duna costiera, in un'area anch'essa disabitata, sorge un polo pediatrico nel quale sono stati delocalizzati alcuni padiglioni e specialità mediche facenti parte dell'complesso ospedaliero del Bambino Gesù, la cui struttura principale è ubicata nel centro storico di Roma.

Nei due decenni a cavallo tra XX e XXI secolo, l'abitato ha attratto molti stranieri soggiornanti in Italia, soprattutto rumeni, che l'hanno scelta come luogo di residenza[7].

Confini

L'area circostante Passo Oscuro confina a nord con i comuni di Ladispoli e Cerveteri, a ovest con il mar Tirreno, a sud con la zona Z.XLIII Maccarese Nord, a sud-est con la zona Z.XLVI Torrimpietra e a est con la zona Z.XLIX Santa Maria di Galeria.

Turismo balneare

L'abitato sorge in prossimità dell'ampia spiaggia sabbiosa che caratterizza il litorale laziale a nord di Fiumicino.

È la più settentrionale delle aree balneari di Fiumicino e riveste un certo interesse turistico quando, d'estate, diventa meta giornaliera di bagnanti pendolari provenienti soprattutto dalla vicina capitale o da campeggi e strutture ricettive della zona.

Per la sua posizione, lievemente decentrata, meno battuta dalle rotte del turismo residenziale e pendolare, il litorale di Passo Oscuro offre coste più intatte, con la presenza di dune costiere ancora conservate, rispetto alle spiagge più meridionali, più intensamente frequentate.

Odonomastica

Le vie di Passoscuro sono dedicate in gran parte a località della Sardegna.

Cinema

Paola (Valeria Ciangottini) sulla spiaggia di Passo Oscuro, nella scena finale del film La dolce vita.

Sulle spiagge di Passoscuro fu girata la scena finale del film La dolce vita di Federico Fellini.

Dopo la curiosità, l'eccitazione, e le grida della comitiva di Marcello Rubini (Marcello Mastroianni) per il rinvenimento del mostro marino putrescente (una manta (zoologia), morta da giorni, finita nelle reti dei pescatori), il protagonista si accovaccia sulla sabbia, reduce, come gli altri, da una festa di vip. Mentre spunta l'alba, avviene allora l'"apparizione" della fanciulla Paola (Valeria Ciangottini), da lui conosciuta in un momento precedente del film. Sarà l'ultimo incontro tra i due, separati dal Fosso delle cadute: disturbata dal forte rumore del mare e del vento, la ragazza tenta invano di rievocare, mimando le movenze di una danza, le circostanze del loro primo incontro nella trattoria in cui lei lavorava[8].

In una trattoria di Passoscuro era stata girata anche la scena del primo approccio tra i due personaggi[9].

Note

  1. ^ (EN) Passoscuro, su GeoNames. URL consultato il 6 gennaio 2016.
  2. ^ AA.VV., Via Aurelia: da Porta S. Pancrazio a Civitavecchia, vol. 9 di Percorsi archeologici, Provincia di Roma. Assessorato allo sport e al turismo, Editore Bonsignori, 1996 (p. 39)
  3. ^ a b AA.VV., Via Aurelia: da Porta S. Pancrazio a Civitavecchia, vol. 9 di Percorsi archeologici, Provincia di Roma. Assessorato allo sport e al turismo, Editore Bonsignori, 1996 (p. 38)
  4. ^ a b AA.VV., Via Aurelia: da Porta S. Pancrazio a Civitavecchia, vol. 9 di Percorsi archeologici, Provincia di Roma. Assessorato sport e turismo, Editore Bonsignori, 1996 (p. 37)
  5. ^ a b c Mario Sanfilippo, «L'Agro romano: storia d'un nome e di tante realtà diverse», in Cosimo Damiano Fonseca e Vito Sivo (curatori), Studi in onore di Giosuè Musca, Edizioni Dedalo, 2000 (p. 453)
  6. ^ a b c Alberto Clementi, Francesco Perego (a cura di), La Metropoli "spontanea": il caso di Roma, 1925-1981: sviluppo residenziale di una città dentro e fuori dal piano, (p. 293)
  7. ^ a b c d Laura Masielli, Nero... ma non troppo. Il fenomeno della mendicità infantile, Armando editore, 2007 (p. 63)
  8. ^ Tullio Kezich, 1960, pag. 119
  9. ^ Tullio Kezich, 1960, pag. 120

Bibliografia

  • AA.VV., Via Aurelia: da Porta S. Pancrazio a Civitavecchia, vol. 9 di Percorsi archeologici, Provincia di Roma. Assessorato allo sport e al turismo, Editore Bonsignori, 1996 (p. 39)
  • Cosimo Damiano Fonseca e Vito Sivo (curatori), Studi in onore di Giosuè Musca, Edizioni Dedalo, 2000 (p. 453)
  • Alberto Clementi, Francesco Perego (a cura di), La Metropoli "spontanea": il caso di Roma, 1925-1981: sviluppo residenziale di una città dentro e fuori dal piano, (p. 293)
  • Laura Masielli, Nero... ma non troppo. Il fenomeno della mendicità infantile, Armando editore, 2007 (p. 63)
  • Tullio Kezich, La dolce vita di Federico Fellini, Cappelli Editore, gennaio 1960.

Voci correlate

Collegamenti esterni

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