Ortygospiza atricollis
Astro quaglia | |
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Stato di conservazione | |
Rischio minimo[1] | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Phylum | Chordata |
Subphylum | Vertebrata |
Classe | Aves |
Sottoclasse | Neornithes |
Superordine | Neognathae |
Ordine | Passeriformes |
Sottordine | Oscines |
Infraordine | Passerida |
Superfamiglia | Passeroidea |
Famiglia | Estrildidae |
Genere | Ortygospiza Sundevall, 1850 |
Specie | O. atricollis |
Nomenclatura binomiale | |
Ortygospiza atricollis (Vieillot, 1817) |
L'astro quaglia (Ortygospiza atricollis (Vieillot, 1817)) è un uccello passeriforme della famiglia degli Estrildidi[2]. Rappresenta inoltre l'unica specie attualmente ascritta al genere Ortygospiza Sundevall, 1850.
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Dimensioni
[modifica | modifica wikitesto]Misura circa 9–10 cm di lunghezza, coda compresa.
Aspetto
[modifica | modifica wikitesto]Come intuibile dal nome comune, gli astri quaglia presentano una forte somiglianza nell'aspetto con delle quaglie in miniatura, avendo un aspetto robusto e arrotondato, corte ali arrotondate, forti zampe e coda molto corta e squadrata.
Testa, dorso e ali sono di colore grigio-brunastro, con tendenza a divenire più scuro sulle remiganti, mentre la coda è nera: anche la faccia è nera, con presenza di una bavetta biancastra e di un anello perioculare dello stesso colore. Bianchi sono anche i bordi delle penne del petto e dei fianchi, le quali invece sono per il resto nerastre, dimodoché questa zona ha un caratteristico aspetto a scaglie: il ventre ed il sottocoda sono invece di colore bruno-arancio. La femmina differisce dal maschio in quanto appare più gracile e tende ad avere colorazione nera facciale molto ridotta o addirittura assente: in ambedue i sessi il becco è di colore rosso-violaceo, le zampe sono di colore carnicino e gli occhi sono bruni, con cerchio perioculare carnicino-grigiastro.
Le varie sottospecie di astro quaglia presentano differenze anche consistenti nell'estensione del bianco e del nero facciali (in particolare nella sottospecie nominale il bianco facciale è quasi assente, da cui il nome scientifico della specie, atricollis, che deriva dal latino e significa "dal collo nero"), nella tonalità di colorazione del becco e nell'intensità delle striature di petto e fianchi.
Biologia
[modifica | modifica wikitesto]Anche nel comportamento gli astri quaglia presentano analogie con le quaglie vere e proprie: questi uccelli vivono infatti in coppie e passano la maggioranza della propria vita al suolo (pur essendo in grado di spiccare il volo), mostrando vari adattamenti ad uno stile di vita prettamente terricolo[3]: un esempio sono le forti zampe e la corta coda, che permettono a questi uccelli di procedere camminando, piuttosto che saltellando come avviene nella maggior parte degli estrildidi[4]. Si tratta di uccelli molto timidi, che al minimo segnale di pericolo si nascondono nel folto della vegetazione, dove rimangono accovacciati ed immobili: se la fonte di disturbo si avvicina troppo, anche inconsapevolmente, l'animale spicca il volo quasi verticalmente, per poi nascondersi nuovamente fra l'erba alta.
Alimentazione
[modifica | modifica wikitesto]L'astro quaglia è un uccello essenzialmente granivoro, che si nutre perlopiù di piccoli semi di graminacee reperiti al suolo: la sua dieta si compone inoltre di altri cibi sia di origine vegetale (bacche, frutta, germogli) che animali (insetti e altri invertebrati di piccole dimensioni).
Riproduzione
[modifica | modifica wikitesto]La stagione riproduttiva coincide generalmente con la fine della stagione delle piogge: ambedue i partner collaborano alla costruzione del nido, che ha forma sferica, viene edificato intrecciando piuttosto grossolanamente fili d'erba e fibre vegetali ed ubicato fra l'erba alta, a poca altezza oppure direttamente al suolo. Al suo interno la femmina depone 3-5 uova biancastre, che essa cova alternandosi col maschio per circa due settimane, al termine delle quali schiudono pulli ciechi ed implumi: le cure dei nidiacei sono anch'esse a carico di entrambi i sessi, ed essi generalmente si allontanano definitivamente dal nido attorno al mese di vita.
Gli astri quaglia subiscono parassitismo di cova da parte del combassù della Nigeria.
Distribuzione e habitat
[modifica | modifica wikitesto]L'astro quaglia abita una vasta porzione dell'Africa subsahariana dal Senegal all'Etiopia, e a sud fino alla Namibia e al Sudafrica orientale, mancando però dalle foreste pluviali equatoriali.
L'habitat di questi uccelli è rappresentato dalle aree aperte scarsamente alberate, anche rocciose o sabbiose, a copertura erbosa o cespugliosa e con presenza di una fonte d'acqua dolce permanente.
Tassonomia
[modifica | modifica wikitesto]Se ne riconoscono undici sottospecie[2]:
- Ortygospiza atricollis atricollis, la sottospecie nominale, diffusa dalla Mauritania al Camerun;
- Ortygospiza atricollis ansorgei Ogilvie-Grant, 1910, diffusa dalla Gambia al Togo;
- Ortygospiza atricollis digressa Clancey, 1958, diffusa nell'area fra Zimbabwe orientale, Mozambico meridionale e Sudafrica nord-orientale;
- Ortygospiza atricollis dorsostriata van Someren, 1921, diffusa nella zona del lago Alberto;
- Ortygospiza atricollis fuscata Sclater, 1932, diffusa in Angola, Katanga e Zambia;
- Ortygospiza atricollis fuscocrissa Heuglin, 1863, endemica del Corno d'Africa;
- Ortygospiza atricollis gabonensis Lynes, 1914, diffusa in Gabon e Congo occidentale;
- Ortygospiza atricollis muelleri Zedlitz, 1911, diffusa dall'Angola al Kenya e a sud fino a Namibia e Botswana;
- Ortygospiza atricollis pallida Roberts, 1932, diffusa nel Botswana settentrionale;
- Ortygospiza atricollis smithersi Benson, 1955, diffusa nello Zambia nord-orientale;
- Ortygospiza atricollis ugandae van Someren, 1921, diffusa in Sudan meridionale, Uganda e Kenya occidentale;
In passato veniva individuata una dodicesima sottospecie, Ortygospiza atricollis minuscula, attualmente accorpata e sinonimizzata con la sottospecie smithersi.
Tradizionalmente, le sottospecie gabonensis e fuscocrissa sono state classificate come specie a sé stanti, rispettivamente coi nomi di Ortygospiza gabonensis e Ortygospiza fuscocrissa[5]: tuttavia tale distinzione si basa principalmente su differenze di carattere morfologico (la colorazione dell'area facciale e pettorale), che costituiscono criterio di distinzione anche a livello di sottospecie, mentre a livello genetico non sono state trovate differenze tali da giustificare un'ulteriore separazione fra le tre specie, quanto piuttosto da giustificarne l'unione in un unico complesso-specie[6].
Secondo alcuni autori, del genere Ortygospiza farebbe parte anche l'astro quaglia ali rosse, col nome di Ortygospiza locustella[5], tuttavia attualmente la maggior parte degli studiosi sono d'accordo nel considerare corretta l'ascrizione di questi uccelli al genere Paludipasser, anch'esso monotipico[2].
Nell'ambito della famiglia degli estrildidi, l'astro quaglia appare piuttosto lontano e basale rispetto agli altri membri, formando un clade coi generi Amadina e Amandava, oltre che col già citato Paludipasser[5].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) BirdLife International 2012, Ortygospiza atricollis, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
- ^ a b c (EN) F. Gill e D. Donsker (a cura di), Family Estrildidae, in IOC World Bird Names (ver 9.2), International Ornithologists’ Union, 2019. URL consultato il 10 maggio 2014.
- ^ Clement P., Harris A., Davis J., Finches and Sparrows – An Identification Guide, Christopher Helm, 1993, ISBN 0-7136-8017-2.
- ^ Nicolai J., Steinbacher J., van den Elzen R., Hofmann G., Mettke-Hofmann C., Prachtfinken - Afrika, Serie Handbuch der Vogelpflege, Eugen Ulmer, 2007, p. 304, ISBN 978-3-8001-4964-3.
- ^ a b c John Boyd, TiF Checklist: Core Passeroidea I, su jboyd.net, 2013.
- ^ (EN) Payne, R. B. e Sorenson, M. D., Integrative systematics at the species level: plumage, songs and molecular phylogeny of quailfinches Ortygospiza (PDF), in Bulletin of the British Ornithologists' Club, vol. 127, n. 1, 2007, p. 4-26 (archiviato dall'url originale il 15 luglio 2007).
Altri progetti
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