Niki (azienda)

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Niki
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StatoBandiera dell'Austria Austria
Forma societariaGesellschaft mit beschränkter Haftung
Fondazione2003 a Vienna
Fondata daNiki Lauda (CEO)
Chiusura2017 (fallimento)
Sede principaleSchwechat
GruppoAir Berlin
SettoreTrasporto
Prodotticompagnia aerea
Dipendenti1000 (2017)
Slogan«The Passenger Comes First»
Sito webwww.flyniki.com
Compagnia aerea a basso costo
Codice IATAHG
Codice ICAONLY
Indicativo di chiamataNIKI
Primo volo28 novembre 2003
Ultimo volo14 dicembre 2017
HubVienna
Frequent flyerTopbonus
AlleanzaOneworld
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Niki, anche conosciuta come FlyNiki, era una compagnia aerea semi-lowcost con sede all'Aeroporto di Vienna-Schwechat, in Austria, attiva dal 2003 al 2017. Serviva principalmente destinazioni d'affari e di vacanze, ma operava anche voli charter verso destinazioni europee ed egiziane da Vienna e Linz. Nel 2017 Lauda ha fondato Laudamotion usando gli aerei della ex compagnia e dell'Airberlin.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2003 Niki Lauda, ex-pilota di Formula 1, acquisì il vettore Aero Lloyd Austria. Dopo l'acquisto, la nuova compagnia diede inizio alle operazioni il 28 novembre 2003 con un nome temporaneo: FlyNiki. Il 9 gennaio 2004, Niki annunciò l'inizio della cooperazione con Air Berlin. I due vettori definirono la loro cooperazione come "la prima alleanza europea tra compagnie aeree a basso costo". Anche il vettore russo S7 Airlines si unì a quest'alleanza. Le tre compagnie fecero parte di oneworld (S7 Airlines a fine 2010, Airberlin nel 2012 e Niki insieme a quest'ultima). L'annuncio definitivo fu fatto il 27 luglio 2010. Il vettore è stato parzialmente posseduto dalla stessa Airberlin (49,9%) e nel 2010 aveva 770 dipendenti.

A seguito del fallimento di Air Berlin, la compagnia in un primo tempo venne interamente acquisita da Lufthansa, insieme ai 53 aerei di AB e all'operatore regionale Walter[1]; nel dicembre 2017, però, la compagnia tedesca si ritirò dall'accordo, con il conseguente blocco dei voli e la richiesta, da parte dei vertici di Niki, di aprire una procedura di insolvenza[2].

Airbus A321-200
Airbus A320

Nel gennaio 2018 si parlò di un'acquisizione da parte di International Airlines Group grazie ad un’operazione del valore di circa 36,5 milioni di euro; l’acquisizione si sarebbe conclusa con l’acquisto di circa 15 Airbus A320 e il mantenimento di circa 740 dipendenti. Successivamente, però, l'accordo non venne confermato, e la compagnia venne invece riacquistata da Niki Lauda, attraverso la sua società Laudamotion GmbH (fermo restando l'acquisto di 15 nuovi aeromobili e il mantenimento dei 740 dipendenti, uniti ad una partnership con la compagnia tedesca Condor). La Niki assumerà quindi la nuova denominazione di Laudamotion[3][4].

La livrea della Niki è caratterizzata da uno sfondo argentato, con una mosca stilizzata nella parte anteriore della carlinga.

Servizi offerti[modifica | modifica wikitesto]

Programma fedeltà[modifica | modifica wikitesto]

Topbonus, il programma di fidelizzazione Niki, era gestito in collaborazione con Air Berlin.

Servizio di bordo[modifica | modifica wikitesto]

Nei voli di corto raggio Niki offre sandwich gratuiti e bevande analcoliche. Inoltre offre un servizio pasto buy on board. Nei voli charter e in qualche destinazione business sono serviti anche pasti caldi.

Curiosità[modifica | modifica wikitesto]

  • I velivoli Niki hanno come nome un tipo di danza. Per esempio, l'Embraer 190 OE-IHB si chiama "Lambada" e l'Airbus A321-200 OE-LES si chiama "Boogie Woogie".[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Lufthansa acquista Air Berlin, su adnkronos.com. URL consultato il 14 dicembre 2017.
  2. ^ Leonard Berberi, Lufthansa si ritira, Niki: stop ai voli per 800 mila passeggeri, in Corriere della Sera. URL consultato il 14 dicembre 2017.
  3. ^ Niki Lauda recupera la compagnia aerea in bancarotta da lui stesso fondata - News Formula 1, su f1grandprix.motorionline.com. URL consultato il 25 gennaio 2018.
  4. ^ Niki Lauda alla cloche della sua storica compagnia aerea, in Repubblica.it, 23 gennaio 2018. URL consultato il 25 gennaio 2018.
  5. ^ (EN) planespotters.net, Niki fleet details, su planespotters.net. URL consultato il 28 maggio 2012.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]