Malatesta I Baglioni
Malatesta I Baglioni | |
---|---|
Signore di Cannara, Spello e Bettona | |
In carica | 1416-1437 |
Predecessore | Stato Pontificio |
Successore | Braccio I Baglioni |
Nascita | Perugia, 1390 |
Morte | Spello, gennaio 1437 |
Sepoltura | Chiesa di San Francesco al Prato, Perugia |
Dinastia | Baglioni |
Padre | Pandolfo I Baglioni |
Coniuge | Iacopa Fortebracci |
Figli | |
Religione | Cattolicesimo |
Malatesta I Baglioni | |
---|---|
Malatesta I Baglioni, nelle vesti di uno dei Magi (Adorazione dei Magi del Perugino, Galleria nazionale dell'Umbria, Perugia) | |
1390 – gennaio 1437 | |
Nato a | Perugia |
Morto a | Spello |
Cause della morte | morte improvvisa |
Dati militari | |
Paese servito | Regno di Napoli, Stato Pontificio |
Grado | capitano |
Battaglie | assedio di Perugia (battaglia di Sant'Egidio, 12 luglio 1416); assedio de L'Aquila (1424) |
voci di militari presenti su Wikipedia | |
Malatesta I Baglioni (Perugia, 1390 – Spello, gennaio 1437) è stato un condottiero italiano esponente della nobile famiglia perugina dei Baglioni e signore di Cannara, Spello e Bettona.
Biografia[modifica | modifica wikitesto]
Primogenito di Pandolfo I Baglioni, discendente da Oddo Ludovico e Baglione, progenitori della casata, ebbe dalla moglie Iacopa Fortebracci, figlia di Braccio da Montone, cinque maschi, tra cui Braccio I e Carlo I il Barciglia. Suo fratello minore Nello fu l'avo di Atalanta, madre di Grifonetto.[1]
Malatesta aveva solo tre anni quando suo padre Pandolfo, con quattro cugini, fu assassinato nel 1393 ad opera di alcuni esiliati, tra cui emergeva Biordo Michelotti: il papa Bonifacio IX, che soggiornava a Perugia, inorridito da tanta ferocia, abbandonò la città rifugiandosi ad Assisi. Biordo prese il potere, cacciò i nobili di parte avversa, confiscò i loro patrimoni e ordinò la demolizione del palazzo di Pandolfo. I Baglioni dovettero attendere ventitré anni prima di poter ritornare a Perugia per ristabilire un'effettiva signoria che durò due secoli.[2]
Nell'attesa i Baglioni non restarono inattivi ma si posero al servizio degli Stati vicini dimostrando coraggio e capacità. Intanto nel 1398 moriva Biordo Michelotti, ucciso da Braccio Fortebracci che inaugurò la seconda signoria di Perugia.[3]
Braccio, in seguito, fece sposare a Malatesta la figlia Iacopa: il Baglioni lo accompagnò nelle sue vittoriose imprese al servizio del re di Napoli Ladislao I d'Angiò-Durazzo. Il conte di Montone, però, rivoltò le armi contro il sovrano napoletano per sostenere l'antipapa Giovanni XXIII nella conquista di Bologna. Nel luglio del 1416 Braccio e Malatesta rientrarono in Perugia e l'assediarono cacciando il signore di Rimini Carlo Malatesta e i due fratelli del Michelotti,[4]
Il 2 giugno 1424 morì in battaglia Braccio Fortebracci, dopo aver fatto vivere ai perugini un periodo economicamente prospero, ricco di cultura (potenziamento dello Studium) e di arte, i cui benefici si percepirono anche dopo la sua dipartita, come nel caso della costruzione dell'oratorio di San Bernardino (1454), decorato da Agostino di Duccio. In seguito a tale luttuoso evento, al comando di Niccolò Piccinino e di Malatesta, Perugia e il territorio di Assisi ritornarono sotto il dominio del grifone baglionesco.[5]
Il Baglioni ora sognava la costituzione di un vero e vasto Stato che avrebbe voluto esteso da Bologna a Napoli, ad Ancona: il suo ambizioso progetto, tuttavia, non coincideva con i progetti del Papa che gli concesse soltanto il vicariato apostolico su Cannara, Spello e Bettona.[6]
Le lotte intestine e le fazioni si riaccesero a Perugia, nonostante le prediche di Bernardino da Siena. I Baglioni, comunque, ebbero l'astuzia e la fortuna di non farsi coinvolgere nei disordini seguiti alla fine della signoria braccesca. Malatesta poté salvare beni e castelli e pacificare dignitosamente la città. Malatesta, nondimeno, non poté diventare signore di Perugia (lo sarà suo figlio Braccio I) perché morì improvvisamente nella rocca di Spello. I perugini lo salutarono come padre della patria per aver gettato le basi del dominio della sua famiglia che durerà nella città, con i discendenti, fino al 1540, con Rodolfo II, e, nella contea, con Malatesta V deceduto nel 1648.[7]
Malatesta I fu tumulato nella cripta della cappella Baglioni nella chiesa di San Francesco al Prato a Perugia (in cui vi erano anche le tombe di Braccio da Montone e di Biordo Michelotti), dove saranno sepolti altri membri della casata.[8]
Di Malatesta si ricorda, altresì, il seguente singolare episodio: nel 1431 fece impiccare il proprietario dell'osteria che sorgeva proprio accanto al nuovo ponte sul fiume Chiascio a Torgiano, perché reo di avere derubato di sei fiorini un viandante che aveva alloggiato nella locanda.[9]
Conseguita non facilmente una posizione di predominio sulla città e sicuro del sostegno del papa Eugenio IV, Malatesta acquisì l'ambito ruolo del personaggio perugino più autorevole e dotato di sicuro intuito politico, tanto da meritarsi la signoria. Unitasi anche Bastia ai territori da lui controllati, il menzionato pontefice lo dispensò dal pagamento dei tributi feudali e così fino alla terza generazione della sua posterità.[10]
Malatesta venne rappresentato ne l'Adorazione dei Magi, prestigioso dipinto del Perugino, insieme al figlio Braccio e al nipote Grifone Baglioni, padre di Grifonetto.[11]
Note[modifica | modifica wikitesto]
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Astorre Baglioni, I Baglioni, Olschki, Firenze 1964.
- Mimmo Coletti (a cura di), Le Grandi Famiglie Umbre, La Nazione-Banca Toscana, Bologna 1991.
- Ottorino Gurrieri, I Baglioni, Nemi, Firenze 1938.
- Malatesta I Baglioni, in Dizionario biografico degli italiani, V, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1963.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Malatesta Baglioni
Controllo di autorità | VIAF (EN) 49056994 · ISNI (EN) 0000 0000 6137 3178 |
---|