Maestro del sacro palazzo apostolico

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Maestro del sacro palazzo apostolico (in lingua latina: Magister sacri palatii apostolici) era l'ufficio di un dignitario della Corte pontificia, appartenente all'Ordine dei Frati Predicatori (Domenicani), che risiedeva nel Palazzo Apostolico dove svolgeva la funzione di teologo del Papa.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'origine di questo uffizio risale al 1218, allorché San Domenico di Guzmán, che aveva ottenuto da papa Onorio III il Convento di Santa Sabina sull'Aventino, avendo osservato che i prelati e i funzionari della Santa Sede trascorrevano molto tempo nelle anticamere nell'attesa di essere ricevuti dal papa, consigliò allo stesso Onorio III di incaricare qualcuno che impartisse loro degli insegnamenti religiosi, anziché perdere tempo in ozio. Onorio III accolse il consiglio e nominò primo maestro del Palazzo Apostolico lo stesso San Domenico[1].

Da allora l'ufficio veniva esercitato a vita e la nomina del titolare veniva effettuata dal Papa, dietro proposta del cardinal segretario di Stato, che sceglieva il candidato fra i membri più dotti dell'Ordine domenicano. Il maestro del sacro palazzo apostolico era considerato il «teologo del papa», abitava nel Palazzo Apostolico, ossia nel Vaticano o, fino al 1870, nel Palazzo del Quirinale, vestiva l'abito dei domenicani e aveva il titolo di "Reverendissimo", aveva una giurisdizione speciale sul permesso di stampa e vendita dei libri nella città di Roma - secondo le disposizioni della costituzione Inter multiplices (1487) di Innocenzo VIII[2] - e aveva il compito di esaminare se i sermoni che avrebbero dovuto essere recitati nella Cappella pontificia fossero conformi alla dottrina cristiana.

Cronotassi dei Maestri del Sacro Palazzo (fino al 1968)[modifica | modifica wikitesto]

Cronotassi dei Teologi della Casa Pontificia (dal 1968 in poi)[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Tomas Malvenda, Annalium sacri ordinis Praedicatorum centuria prima. Auctore A.R.P.F. Thoma Maluenda Setabitano, eiusdem instituti, sac. theologiae magistro, prouinciae Aragoniae. Iussu reuerendissimi P. fr. Seraphini Sicci magistri generalis in lucem edita, Neapoli: ex typographia Lazari Scorigij, 1627, citato in Moroni, Op. cit.
  2. ^ «[...]l’arte della stampa, come è ritenuta utilissima perché facilita la moltiplicazione di libri pregevoli ed utili, così diverrebbe dannosissima se chi l’ha nelle mani la usasse malamente, via via stampando ciò che è nocivo. Perciò è necessario che, con giusti rimedi, venga messo un freno agli stampatori, sicché desistano dallo stampare libri che si prevedono contrari o avversi alla fede cattolica, o che rischino di arrecare scandalo nelle menti dei fedeli. Perciò [...], avendo saputo da sicuri rapporti, che mediante questa arte sono stati stampati in diverse parti del mondo molti libri e trattati contenenti vari errori e pericolose affermazioni, anche contrarie alla santa religione cristiana, e che ogni giorno altri se ne stampano, volendo arginare tanto detestabile peste, come richiede l'ufficio pastorale commessoci, con autorità apostolica, sotto pena di scomunica latae sententiae, da incorrersi ipso facto, e multa pecuniaria da comminarsi ad arbitrio degli ordinari del luogo, con questa lettera comandiamo ed ordiniamo a tutti e singoli i tipografi, e a tutti quanti in qualche modo ne dipendano o che in qualsiasi modo collaborino nella loro attività, — risiedano essi nella Curia Romana, oppure in città, terre, castelli, paesi e villaggi d'Italia, Germania, Francia, Spagna, Inghilterra, Scozia o di qualsiasi altra regione —: che d'ora innanzi non osino stampare, o far stampare, libri trattati o altro genere di scrittura, prima che abbiano fatto esaminare il testo, ed ottenutane espressa licenza (da concedersi gratis), al Maestro del S. Palazzo (o, in sua assenza, dal suo vicegerente) se si tratta della Curia Romana, o altrimenti agli ordinari del luogo; ai quali facciamo obbligo di non concedere detta licenza se non dopo aver diligentemente esaminato (o fatto esaminare da periti e cattolici) ì detti originali, e di procurare con ogni diligenza che nulla venga stampato che sia contrario alla fede ortodossa, empio o scandaloso» (per il testo intero della costituzione vedi: http://www.chiesaecomunicazione.com/doc/costituzione_inter-multiplices_1487.php).
  3. ^ Elenco da Gaetano Moroni, Op. Cit., pag. 209 e segg. (Google libri)

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • «Maestro del Sacro Palazzo Apostolico». In: Gaetano Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica, Vol. XLI, Venezia: Tipografia Emiliana, 1846, pp. 199-218 (Google libri)
  • Simona Negruzzo, I destini professionali dei laureati in teologia: il Maestro del Saco Palazzo al servizio del papa, in Un monopolio imperfetto. Titoli di studio, professioni, università (secc. XIV-XXI), Bologna, CLUEB, 2016, pp. 41-58.

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