Romulus (Nevio)

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Romolo o La lupa
Tragedia di cui restano frammenti
Statua di Romolo e Remo allattati dalla lupa, Piazza del Campidoglio
AutoreGneo Nevio
Titolo originaleRomulus sive Lupus
Lingua originale
GenerePraetexta
AmbientazioneRoma
Composto nelII secolo a.C.
Personaggi
  • Romolo
  • Remo
 

Il Romulus (Romolo) o Lupus (La lupa) è una tragedia praetexta del tragediografo e commediografo latino Gneo Nevio, iniziatore del genere stesso della praetexta. Di essa rimane un numero particolarmente ridotto di frammenti, due frasi e due singole parole, che non permettono di ricostruirne, neppure approssimativamente, la trama.[1]

L'opera trattava del mito delle origini di Roma, narrando i principali eventi collegati alla fondazione della città: tra essi figurava la prima rielaborazione del mito di Romolo e Remo e della lupa che li avrebbe allattati.

Dal mito di Romolo e Remo è possibile ipotizzare una trama. I bambini Romolo e Remo, figli di Rea Silvia, vengono abbandonati sul Tevere a causa della crudeltà di Amulio, che ha scoperto il rapporto adultero della donna con il dio Marte. Trovati ed allattati da una lupa, Remo e Romolo crescono grandi e forti, e con l'aiuto degli Dei acquisiscono anche la conoscenza degli uomini. Raggiunta la maturità, Romolo ha intenzione di fondare una città sul posto dove è cresciuto assieme a Remo. Infatti soltanto qualche capanna popola lo spazio con sette grandi colline. Romolo dunque inizia a tracciare lo spazio sul terreno dove fondare Roma, ma Remo inizia a litigare con lui per la contesa del terreno. Infatti anche lui vorrebbe costruire una città tutta per sé, ma lo spazio da lui progettato va a finire nel terreno scelto da Romolo per fondare Roma. Presto i due fratelli litigano e Romolo, essendo più forte, uccide Remo. Senza curarsi troppo del gesto che ha compiuto, Romolo riprende il proprio lavoro di costruzione.

  1. ^ Pontiggia; Grandi, p. 87.
  • G. Pontiggia, M.C. Grandi, Letteratura latina. Storia e testi, Milano, Principato, 1996.
  • A. Traglia, Poeti latini arcaici, I, Livio Andronico, Nevio, Ennio, UTET, 1986.

Collegamenti esterni

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