Lucio Vario Rufo

Lucio Vario Rufo (in latino: Lucius Varius Rufus; Turbigo, prima del 70 a.C. – dopo il 19 a.C.) è stato un poeta romano dell'età augustea.
Biografia[modifica | modifica wikitesto]
(LA)
«quem non ille sinit lentae moderator habenae |
(IT)
«Che il guidatore della flessibile briglia non lascia andare dove vuole, |
(Vario Rufo, Frammento Traglia) |
Amico di Virgilio, di cui era certamente più grande, Vario fu anch'egli epicureo, come attestato anche da Quintiliano, che lo definisce esplicitamente epicureus[1] e da Filodemo di Gadara, che gli dedicò un trattato Sulla morte[2].
Avrebbe, comunque, introdotto Virgilio nel circolo di Mecenate e, con lui, presentato anche Orazio. Che Virgilio ne fosse amico e ammiratore traspare dal fatto che, negli anni Quaranta, Virgilio, sotto lo pseudonimo di Licida, rimpiangeva di non aver prodotto fino a quel momento nulla di paragonabile alla poesia di Vario o di Elvio Cinna[3]. La gratitudine e la stima di Orazio, invece, è evidente dalla definizione di quest'ultimo di Vario come un maestro dell'epica e l'unico poeta in grado di celebrare le gesta di Marco Vipsanio Agrippa[4].
Ancora la già citata testimonianza di Quintiliano lo pone in stretti rapporti con Augusto: una didascalia[5], infatti, informa che nel 29 a.C. lavorò per i giochi celebrativi in onore della vittoria di Augusto alla battaglia di Azio (31 a.C.) e che Vario ricevette un milione di sesterzi dal princeps.
Dopo la morte di Virgilio, fu incaricato da Augusto, insieme a Plozio Tucca, di pubblicare l'Eneide. Dopo questa data non abbiamo altre notizie.
Opere[modifica | modifica wikitesto]
Delle opere di Vario, come detto, celebrate in età augustea non ci restano che magri frammenti. Da Macrobio sappiamo che Vario compose un poema De morte[6], ampiamente riecheggiato da Virgilio.
Orazio, invece, alluderebbe ad un altro poema[7]: secondo uno scoliasta, infatti, si tratterebbe di un panegirico di Augusto[8].
L'opera letteraria più famosa di Vario fu, comunque, la tragedia Tieste[9], che Quintiliano riteneva non essere inferiore ad alcuna tragedia greca[10].
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Quintiliano, VI 3, 78.
- ^ Marcello Gigante, Ricerche filodemee, Napoli, Macchiaroli, 1969, pp. 63-122.
- ^ Bucoliche, IX, 35-36.
- ^ Orazio, Carmina, I 6.
- ^ Conservata in un manoscritto a Parigi.
- ^ Frr. 147-150 Hollis; la notizia è in Macrobio, Saturnalia, VI 1, 39 e 2, 19.
- ^ Orazio, Satire, I 10, 43.
- ^ 3 versi di dubbia autenticità (Fr. 152 Hollis).
- ^ Frr. 154-156 Hollis.
- ^ Quintiliano, X 1, 98.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Adrian Swayne Hollis, Fragments of Roman Poetry: 60 BC-AD 20, Oxford University Press, 2007, pp. 253–281 (testo, traduzione inglese e commento dei frammenti).
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikisource contiene una pagina dedicata a Lucio Vario Rufo
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Vàrio Rufo, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Augusto Rostagni, VARIO RUFO, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1937.
- Vàrio Rufo, Lùcio, su sapere.it, De Agostini.
- (EN) Lucio Vario Rufo, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (LA) Opere di Lucio Vario Rufo, su Musisque Deoque.
- (LA) Opere di Lucio Vario Rufo, su PHI Latin Texts, Packard Humanities Institute.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 25977336 · ISNI (EN) 0000 0003 9917 6542 · BAV 495/128740 · CERL cnp00396769 · Europeana agent/base/72310 · LCCN (EN) n83063496 · GND (DE) 118626140 · BNF (FR) cb12221783w (data) · J9U (EN, HE) 987007441971305171 · WorldCat Identities (EN) viaf-50018621 |
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