La casa dei nostri sogni

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La casa dei nostri sogni
Cary Grant e Myrna Loy in una scena del film
Titolo originaleMr. Blandings Builds His Dream House
Lingua originaleinglese, italiano
Paese di produzioneStati Uniti d'America
Anno1948
Durata94 min
Dati tecniciB/N
rapporto: 1,37.1
Generecommedia
RegiaHenry C. Potter
SoggettoEric Hodgins (romanzo)
SceneggiaturaNorman Panama, Melvin Frank
ProduttoreMelvin Frank, Norman Panama
Produttore esecutivoDore Schary
Casa di produzioneRKO
Distribuzione in italianoRKO (1950)
FotografiaJames Wong Howe
MontaggioHarry Marker
MusicheLeigh Harlin
ScenografiaCarroll Clark, Albert S. D'Agostino
CostumiRobert Kalloch
TruccoGordon Bau e (non accreditata) Hazel Rogers
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

La casa dei nostri sogni (Mr. Blandings Builds His Dream House) è un film del 1948 diretto da Henry C. Potter, tratto dal romanzo omonimo di Eric Hodgins.

La pellicola prende spunto dalla commedia Mia moglie ha sempre ragione (George Washington Slept Here) di George S. Kaufman e Moss Hart[1].

Fu distribuito negli Stati Uniti il 25 marzo 1948 mentre in Italia uscì l'11 febbraio 1950.

Nel 1986 è stato girato un rifacimento, Casa, dolce casa?, con Tom Hanks e Shelley Long.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

«Per il resto della mia vita sarò costretto ad alzarmi alle 5.00 per prendere il treno delle 6.15 ed essere al lavoro alle 8.00, l'ufficio apre alle 9.00 ed io non ci arrivo mai prima delle 10.00!»

Jim Blandings è un pubblicitario newyorkese, sposato con Muriel e padre di due bambine, Betsy e Joan. Stanco della routine della metropoli e del proprio appartamento ormai troppo piccolo e poco confortevole per lui e la famiglia, decide di acquistare una vecchia casa con un vasto terreno nel Connecticut, che ha notato in una inserzione, e di cui sia lui che Muriel si sono perdutamente innamorati a prima vista.

Dal momento in cui Jim firma il contratto, si susseguono disavventure a non finire: dopo alcuni sopralluoghi da parte di esperti di edilizia, il responso è che la casa è in condizioni troppo disastrose per essere restaurata, e quindi dovrà essere abbattuta e ricostruita.

Dopo ripetuti consulti con professionisti del settore, Jim affida l'incarico all'architetto Simms ma, poco dopo aver completato i lavori di abbattimento, viene a scoprire che la vecchia casa era gravata da un'ipoteca. Pagando una salata penale, Jim riesce comunque a dare inizio ai lavori di costruzione della nuova casa, affrontando altri mille problemi: la scoperta di una falda acquifera nel punto di costruzione che ritarda l'inizio dei lavori, il pozzo che non ha acqua, la porta dello sgabuzzino che non si apre dall'interno, alcune finestre che risultano disperse, il moltiplicarsi delle spese impreviste e l'improvviso ordine di sfratto dal vecchio appartamento cittadino, che costringe i Blandings a trasferirsi nella nuova residenza a lavori ancora in corso[2].

Jim ci rimette anche la stima del suo datore di lavoro, che da mesi attende inutilmente da lui lo slogan per una nota marca di prosciutto. Di fronte alle avversità e al crescente nervosismo del marito, solo Muriel continua a mantenere la calma, grazie anche all'amicizia dell'avvocato Bill Cole, suo ex fidanzato e compagno di collegio, il quale tenta pazientemente di consigliare Jim e di tenere d'occhio gli aspetti burocratici dell'operazione.

Pur di riuscire a costruire la casa dei suoi sogni, Jim arriverà a spendere il quadruplo di quanto aveva preventivato, sopportando infinite difficoltà e momenti di vero e proprio sconforto. Ma alla fine il risultato lo ripagherà e, proprio nel momento in cui crederà di aver perduto il lavoro, Jim troverà inaspettatamente lo slogan pubblicitario tanto sospirato, grazie all'arguzia della domestica Jessie.

«Il prosciutto non mangiam
se non è di marca Wham»

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2000 l'American Film Institute ha inserito il film al 72º posto della classifica delle cento migliori commedie americane di tutti i tempi.

Curiosità[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Nel doppiaggio italiano del film, l'agente immobiliare che fa visitare la proprietà a Jim e Muriel riferisce che fu il nonno di Theodore Roosevelt a fermarsi e a far abbeverare il suo cavallo presso la casa
  2. ^ Nel film, nella parte di uno dei carpentieri, compare brevemente l'attore Lex Barker, futuro interprete cinematografico del ruolo di Tarzan

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Lawrence J. Quirk, The Films of Myrna Loy, The Citadel Press Secaucus, New Jersey 1980, ISBN 0-8065-0735-7
  • Richard B. Jewell e Vernon Harbin, The RKO Story, Arlington House, 1982, ISBN 0-517-546566.
  • Mario Guidorizzi, Hollywood 1930/1959, Mazziana editore, Verona, 1989.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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