Kengiro Azuma

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Kenjirō Azuma (吾妻 兼治郎?, Azuma Kenjirō), italianizzato in Kengiro Azuma (Yamagata, 12 marzo 1926Milano, 15 ottobre 2016[1]) è stato uno scultore e pittore giapponese naturalizzato italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato in una famiglia di artigiani del bronzo (il padre produceva campane per i templi in Giappone), a 17 anni Azuma entrò nella marina come pilota-kamikaze, ma non arrivò a sacrificarsi per la sopravvenuta fine della guerra.
Al termine della seconda guerra mondiale, in Giappone il riconoscimento della semplice natura umana dell'imperatore (fino a quel momento considerato di origine divina) provocò un grande shock nella popolazione; in Azuma, questa scoperta creò un enorme vuoto spirituale, spingendolo verso l'arte[2].

Tra il 1949 e il 1953 si laureò in Scultura all'Università di Tokyo, nel 1956 ottenne una borsa di studio dal governo italiano e si trasferì in Italia. Nel 1958 recitò in un piccolo ruolo (era uno dei sette soldati giapponesi) nel film Rascel Marine diretto da Guido Leoni.

Presto diventò allievo di Marino Marini all'Accademia di Belle Arti di Brera, in seguito ne divenne l'assistente e la sua opera è stata sintesi dell'arte Zen e della lezione di Marino Marini e Fontana[3].[4]. Nel 1962 partecipò, insieme ai più importanti scultori internazionali dell'epoca, alla mostra Sculture nella città organizzata da Giovanni Carandente nell'ambito del V Festival dei Due Mondi a Spoleto. Presentò l'opera MU in gesso patinato.

Da allora tutte le sue opere presero il nome di "MU" ed un numero a fianco intero per le sculture e un decimale (secondo la sintassi 0.xxx) per i pochi e rari dipinti eseguiti dall'artista; si prenda ad esempio MU 0.000, il primo dipinto del 1961 ai Musei Vaticani, o MU 0.103, oggi custodito in una collezione privata.

È stato docente della Nuova Accademia di Belle Arti di Milano dal 1980 al 1990, risiedendo per alcuni anni a Gattico, un comune in provincia di Novara. Visse e lavorò per gran parte della sua carriera a Milano.

Nel 2015, dopo aver esposto opere permanenti in diverse città mondiali, inaugurò la prima scultura permanente a Milano, nel piazzale del Cimitero Monumentale: MU 141.

Considerato un artista per molti anni troppo moderno, è stato per diverso tempo difficile da capire. Ora, con una maggiore apertura alla cultura orientale, il suo stile sta diventando di grande interesse ed è quasi futuristico[senza fonte].

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

È stato premiato dall'imperatore del Giappone (premio “Shijuhosho”) nel 1995[4].

Nel 2017 il Comune di Milano ha deciso che il suo nome venga iscritto nel Famedio di Milano, all'interno del Cimitero Monumentale[5].

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Una sua importante e famosa scultura intitolata La Goccia si trova a Matera davanti a Palazzo Lanfranchi
  • All'interno del Parco Naturale di Montemarcello e della Magra, nella frazione di Ameglia (La Spezia) si trova la scultura Il Sogno
  • Kengiro possedeva una casa vacanza nel comune di Gattico, dove si trovano alcune sue opere importanti.

Kengiro Azuma nei musei[modifica | modifica wikitesto]

Libri d'artista - Edizioni d'arte[modifica | modifica wikitesto]

  • La forma del vuoto, progetto curato da Marco Rota, con interventi e opere originali, stampato in 55 esemplari, Milano, Quaderni di Orfeo, 2008
  • Kokoro / Cuore, con un'incisione originale, stampato in 55 esemplari, Milano, Il ragazzo innocuo, 2009

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ È morto a Milano lo scultore Kegiro Azuma, su artribune.com, 15 ottobre 2016. URL consultato il 15 ottobre 2016.
  2. ^ Azuma, in Passepartout, Rai. URL consultato il 18 settembre 2011 (archiviato dall'url originale il 13 febbraio 2012).
  3. ^ Sebastiano Grasso, Azuma, il kamikaze che si fece scultore, in archiviostorico.corriere.it, 2 agosto 2006. URL consultato il 10 novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2016).
  4. ^ a b dominadesign.com Archiviato il 25 marzo 2010 in Internet Archive.
  5. ^ Decise all'unanimità le 15 personalità illustri da iscrivere nel Pantheon di Milano, su comune.milano.it, 26 settembre 2017. URL consultato il 28 settembre 2017 (archiviato dall'url originale il 28 settembre 2017).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gillo Dorfles, Ultime tendenze nell'arte d'oggi: dall'informale al neo-oggettuale, Feltrinelli Editore, 1999, ISBN 9788807815669.
  • Kengiro Azuma: il sogno Autori Maurizio Maggiani, Rossana Bossaglia Editore Libri Scheiwiller, 2002
  • Sculture contemporanee nello spazio urbano: Kengiro Azuma, Iginio Balderi, Giacomo Benevelli, Gianfranco Pardi, Giò Pomodoro, Carlo Ramous, Mauro Staccioli. Giugno-luglio 1973 Autori Kenjirō Azuma, Parma (Italy). Assessorato alle attività culturali Illustrato da Kenjirō Azuma Editore Tipo-lito Nuova Step
  • Azuma. Ediz. italiana e inglese di Scheiwiller Vanni - Garbellini Gianluigi - Corrieri Libero Editore: Charta Data pubbl.: 1999
  • Giuseppe Appella, Kengiro Azuma, Opere dal 1948 al 2010, Edizioni della Cometa, Roma 2010.
  • Carlo Franza, Le sculture di Kengiro Azuma in mezzo ai ciliegi in fiore di Piazza Piola a Milano. Il giardino zen è stato intitolato a Teresa Pomodoro, drammaturga italiana., in Il Giornale.it, 24 aprile 2021

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Controllo di autoritàVIAF (EN25399939 · ISNI (EN0000 0000 8104 7433 · ULAN (EN500192170 · LCCN (ENn82163995 · GND (DE118853449 · BNF (FRcb14871688p (data) · J9U (ENHE987007436961105171 · NDL (ENJA00180305 · WorldCat Identities (ENlccn-n82163995