Forte Belvedere
Forte Belvedere Fortezza di Santa Maria in San Giorgio del Belvedere | |
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Ubicazione | |
Stato | Italia, Toscana |
Stato attuale | ![]() |
Città | Firenze |
Indirizzo | Via San Leonardo |
Coordinate | 43°45′46.99″N 11°15′13.46″E / 43.763054°N 11.253738°E |
Informazioni generali | |
Costruzione | 1590-1595 |
Costruttore | Bernardo Buontalenti |
Primo proprietario | Medici |
Condizione attuale | restaurato negli anni novanta |
Informazioni militari | |
Funzione strategica | difesa delle residenze medicee e dell'Oltrarno |
Azioni di guerra | nessuna |
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Il Forte Belvedere, nome comune della fortezza di Santa Maria in San Giorgio del Belvedere, è una delle due fortezze di Firenze, oltre a un celebre punto panoramico e pregevole opera architettonica della città. Posto nel punto più alto della collina di Boboli, vi si accede dalla costa San Giorgio, da via Belvedere o da via San Leonardo.
Storia e descrizione[modifica | modifica wikitesto]
Fu realizzato tra il 1590 e il 1595 per volontà del granduca Ferdinando I de' Medici, figlio di Cosimo I.

Il progetto e la realizzazione furono affidati all'architetto Bernardo Buontalenti, architetto di fiducia di Cosimo I e del figlio, nel momento in cui questi si sentiva ormai al sicuro come granduca della una volta riottosa città. Al contrario della Fortezza da Basso, la cui costruzione fu iniziata in un momento storico nel quale i Medici, appena ritornati in città dopo l'ultima cacciata e dopo il lungo assedio di Firenze del 1529, volevano innanzi tutto difendersi dalle spinte repubblicane della città stessa, aveva in realtà molteplici scopi: proteggere la sede del governo, Palazzo Pitti, proteggere la zona sud della città e più in generale tutto l'Oltrarno, dimostrare con la sua maestosità tutta la potenza Medicea e infine garantire un rifugio per il Granduca anche da eventuali sommosse: la fortezza rappresentava infatti l'ultima tappa del Corridoio vasariano che collegava Palazzo Vecchio a Palazzo Pitti con un percorso sospeso, via Boboli, tramite un suggestivo intreccio di passaggi, appartamenti, corridoi, ponti e giardini.
La camera del tesoro mediceo |
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Il Forte Belvedere doveva rappresentare l'estremo rifugio per i Medici in caso di attacco o sommossa, raggiungibile velocemente da entrambe le sponde dell'Arno, grazie al Corridoio vasariano. Per questo vi avevano pensato anche a un segretissimo "forziere" in cui nascondere, se necessario, i propri inestimabili tesori. Della stanza del tesoro si favoleggiò per secoli e recentemente si è scoperto che essa esiste davvero. Vi si accede da una stretta scala che ha i gradini in parte di legno, in modo da poterli tirare su, come un ponte levatoio. Le porte di accesso erano protette da meccanismi collegati ad archibugi, in modo che venisse sparato a chi tentasse di forzarle. Inoltre un trabocchetto nascondeva un pozzo con lame affilate. Come estremo espediente contro i ladri c'era la possibilità di allagare la camera dall'alto, così che chi vi si trovasse sarebbe morto affogato[1]. Non si sono trovate mai tracce invece delle due gallerie sotterranee che dovevano collegare il forte con la villa di Poggio Imperiale e con palazzo Pitti: quest'ultima doveva addirittura arrivare fino al Lungarno Torrigiani, da dove un altro tunnel doveva passare sotto l'Arno, fino alla Fortezza da Basso[1]. |
L'architetto si attenne ai principi teorici della fortificazione alla moderna, in particolare in luogo del fronte bastionato Buontalenti progettò un avveniristico (per l'epoca) fronte tanagliato, soprattutto nel lato rivolto all'esterno, ispirandosi ai disegni di Antonio da Sangallo il Giovane per le fortificazioni di Castro. Il luogo su cui fu costruito il forte era già stato individuato come sito di grande importanza strategica ai tempi dell'assedio di Firenze da Michelangelo, allora capo ingegnere alle fortificazioni. La primitiva versione del forte, realizzato in terra e gabbioni, si vede nell'accurato affresco del Vasari nello studiolo di Clemente VII in Palazzo Vecchio.
La fortezza era inoltre probabilmente stata prevista come repositorio del tesoro di famiglia dei Medici, poiché è stato recentemente riscoperto un antro realizzato in fondo ad un profondo pozzo scavato nella collina dall'interno della palazzina centrale. La cripta era protetta anche da trappole mortali collegate al congegno di apertura nel caso qualcuno avesse cercato di forzarla.
Come in altre opere del Buontalenti, l'originalità del Forte Belvedere, fortezza "urbana" che quindi doveva presentare finiture di prestigio, si manifesta nei dettagli unici della costruzione sia della fortificazione che della villa interna, l'elegante e bianco palazzetto del Belvedere a tre piani che domina l'intera costruzione, annoverabile a pieno titolo tra le ville medicee[2], anche per la sua raffigurazione in una delle lunette di Giusto Utens.
L'edificio centrale, che serviva da residenza del granduca in tempi insalubri, come durante l'epidemia di peste del 1600, non si adattava ai principi militari cui il resto del forte obbedisce, ma anzi coi suoi muri bianchi da "villa medicea" costituisce un segnale visibile della dominazione medicea.
Unico espediente difensivo, i piani superiori accessibili solo attraverso un'unica entrata, una scala strettissima ricavata all'interno della muratura.

Per oltre un secolo dalla costruzione il forte fu presidiato dalle ronde dei soldati che vigilavano sugli spalti. Fu poi il granduca Pietro Leopoldo che a fine Settecento, avendo praticamente liquidato l'esercito toscano, aprì ai suoi sudditi l'impareggiabile balcone su Firenze: il forte non ha mai subito un assedio, né le sue artiglierie hanno mai sparato un colpo in un'azione bellica. Le cannonate a salve del Forte annunciavano solo il mezzogiorno, tanto che per i fiorentini quel frastuono era bonariamente chiamato "il cannone delle pastasciutte". Nel secondo dopoguerra dello scorso secolo il Forte era ancora adibito a casermaggio militare fino a quando, alla metà degli anni '50, venne intrapreso un grande intervento di ripristino e restauro a cura della Soprintendenza ai Monumenti e dell'Azienda Autonoma del Turismo di Firenze che consentì la riapertura al pubblico nel 1958. Scaduta purtroppo nel 1977 la succitata convenzione il forte cadde in uno stato di deprecabile abbandono fino a quando, grazie ad una nuova convenzione con l'Intendenza di Finanza, il Comune di Firenze avviò un imponente lavoro di recupero e risanamento affidato alla fine alla fine degli anni '90 all'architetto Giuseppe Cini, responsabile dell'ufficio Belle Arti del Comune, e all'ingegner Giancarlo De Renzis specialista del ramo.* Riaperto nel 2003 seppure con andamento "a singhiozzo" Vi furono ospitate nel tempo alcune mostre temporanee d'eccezione, fra le quali una dedicata ad Henry Moore, nel 1972, una dedicata alle autovetture Ferrari (la prima al mondo, nel 1990), oppure quella dedicata alle sculture di Fernando Botero (nel 1991).
Situazione odierna[modifica | modifica wikitesto]
Oggi il Forte Belvedere è uno dei più bei punti panoramici della città, da cui il nome, che gareggia vantaggiosamente col piazzale Michelangelo. Durante l'estate è stato aperto al pubblico fino a tarda notte, con un bar-ristorante e una discoteca. Nel 2006 vi è stata esposta la Collezione Alberto della Ragione e in un punto panoramico sui bastioni è stato sistemato un divano gigantesco, lungo una decina di metri. Due incidenti mortali, con conseguente inchiesta della magistratura, ne hanno però comportato la chiusura, dal 2008 al 2013.
Incidenti e inchieste[modifica | modifica wikitesto]
Tra il 2006 e il 2008 il Forte Belvedere è stato teatro di due incidenti mortali avvenuti in circostanze analoghe: il 3 settembre 2006 Luca Raso, ragazzo romano di 20 anni, è morto cadendo dai bastioni del Forte; il 15 luglio 2008 Veronica Locatelli, trentasettenne fiorentina, è precipitata ed è morta nello stesso modo, dopo un volo di 10 metri.[3][4] A seguito dell'incidente, il Forte Belvedere è stato chiuso e su entrambi i fatti sono state aperte inchieste della magistratura per individuare eventuali responsabilità del Comune di Firenze.[5][6]
Le inchieste si sono concluse con un'assoluzione e due condanne, tra cui quella dell'ex-assessore Siliani[7] per la morte di Luca Raso. Per la morte di Veronica Locatelli sono stati condannati in via definitiva l'ex Sindaco Leonardo Domenici, l'ex dirigente dell'assessorato alla Cultura Giuseppe Gherpelli e l'allora gestore del Forte Susanna Bianchi.
Le mostre d'arte al Forte Belvedere[modifica | modifica wikitesto]
Il Forte Belvedere è stato riaperto al pubblico tra l'8 luglio e il 13 ottobre 2013, con la mostra dell'artista cinese Zhang Huan "L'anima e la materia - Soul and Matter"[8] ideata e curata da Olivia Turchi con la direzione artistica di Sergio Risaliti e organizzata da Once Extraordinary Events.
Dal 5 luglio al 5 ottobre 2014 il Forte ha ospitato la mostra di Giuseppe Penone "Prospettiva vegetale" promossa dal Comune di Firenze, curata da Sergio Risaliti e Arabella Natalini, organizzata da Once Extraordinary Events.
Dal 26 aprile al 27 settembre 2015 è la volta di "Human", mostra dell'artista inglese Antony Gormley promossa dal Comune di Firenze e organizzata da MUS.E con il sostegno di Galleria Continua e White Cube, curata da Sergio Risaliti e Arabella Natalini, allestimenti a cura di Once Extraordinary Events.
Dal 14 maggio al 2 ottobre 2016 il Forte di Belvedere ha ospitato la mostra "Spiritual Guards" dell'artista belga Jan Fabre, curata da Joanna De Vos e Melania Rossi con la direzione artistica di Sergio Risaliti e organizzata da MUS.E.
Dal 2 giugno al 1º ottobre 2017 è stata la volta della grande collettiva "YTALIA. Energia Pensiero Bellezza", con opere di Mario Merz, Giovanni Anselmo, Jannis Kounellis, Luciano Fabro, Alighiero Boetti, Giulio Paolini, Gino De Dominicis, Remo Salvadori, Mimmo Paladino, Marco Bagnoli, Nunzio, Domenico Bianchi, a cura di Sergio Risaliti e organizzata da MUS.E.
Dal 2 giugno al 14 ottobre 2018 gli spalti e la palazzina del Forte di Belvedere hanno ospitato "Gong", mostra antologica dedicata a Eliseo Mattiacci. Mostra a cura di Sergio Risaliti in collaborazione con Studio Eliseo Mattiacci, promossa dal Comune di Firenze e organizzata da MUS.E.
Dal 29 giugno al 20 ottobre 2019 il Forte Belvedere ha ospitato il fotografo Massimo Listri con la mostra "A perfect Day" e l'artista Davide Rivalta con l'esposizione "My Land".
Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]
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Bastione all'entrata
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Stemma dei Medici all'entrata
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Terrazze sui bastioni
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Vista dai bastioni
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ a b Mauro Bonciani, La trappola del tesoro, nel Forte che non sparò mai, articole del Corriere Fiorentino del 1º ottobre 2001.
- ^ Laura Alidori. Le dimore dei Medici in Toscana. Firenze, Edizioni Polistampa, 1995
- ^ Precipita dal Forte Belvedere e muore Il monumento sequestrato dalla procura, su Corriere della Sera, 16 luglio 2008. URL consultato l'8 gennaio 2023 (archiviato l'8 gennaio 2023).
- ^ Nel 2006 e nel 2008 due incidenti mortali, su La Nazione, 18 giugno 2022. URL consultato l'8 gennaio 2023 (archiviato il 6 luglio 2022).
- ^ Morì cadendo dal Forte. L'associazione a processo «Corrierefiorentino.it», 12 maggio 2009
- ^ Morti Forte Belvedere: Gup, uno a giudizio, indagare su Comune, su ANSA, 12 maggio 2009. URL consultato il 9 ottobre 2022 (archiviato dall'url originale il 9 settembre 2012).
- ^ Articolo sul CorriereFiorentino.it
- ^ Articolo su LaNazione.it
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- " Cento Anni di Restauro a Firenze" -ed.Polistampa.Firenze dicembre 2007- Archivio storico Belle Arti-Fototeca Musei Comunali.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sul Forte Belvedere
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Veduta zenitale in WikiMapia, su wikimapia.org.
- I processi per le morti al Forte Belvedere, su veronicalocatelli.it.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 144939672 · ISNI (EN) 0000 0001 2176 5908 · BAV 494/78053 · ULAN (EN) 500213848 · LCCN (EN) n97026417 · GND (DE) 817387-4 · J9U (EN, HE) 987007261212005171 · WorldCat Identities (EN) lccn-n97026417 |
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